Ipotesi sull’energia oscura

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sull’energia oscura.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque[1].

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

PARTE I – Descrizioni

Ipotizzo che un atomo di deuterio sia colpito da un quanto di energia.

 

Il quanto di energia è stato originato durante l’esplosione di una stella di neutroni.

La formula del quanto di energia che qui prendo in esame è:

f = 4/5 g . a/2

 

Se il quanto di energia colpisce il neutrone dell’atomo di deuterio, il neutrone si disgrega e i due protoni si allontanano.

 

Se il quanto di energia colpisce uno dei protoni dell’atomo di deuterio, il protone vede aumentare la sua energia, si stacca dal nucleo dell’atomo di deuterio e si allontana.

Nell’allontanarsi, il protone diventa un neutrino instabile la cui formula è la seguente:

f = (sopra la linea di frazione) 3/4 m – 2 t quadro (sotto la linea di frazione) 1/t

 

Dopo pochi secondi, il neutrino instabile si dissolve e si tramuta in energia oscura.

 

Ipotizzo che, nello spazio, l’energia oscura esista in porzioni racchiuse da un campo di energia e che essa sia di due tipi:

– energia oscura con carica elettrica nulla;

– energia in potenza.

 

L’energia oscura con carica elettrica nulla è descritta da questa formula:

f = – (sopra la linea di frazione) 2 -m . g (sotto la linea di frazione) 1/ m . 2 g/2

 

L’energia oscura in potenza è descritta da questa formula:

f = 4 t quadro . 3/2 g – d/3g

 

oppure, in modo più semplice:

f = 3 – 4/2 t . 2 f quadro / g/2

 

oppure in modo più semplice:

f = 2 f – 4 g + (sopra la linea di frazione) 2 d quadro + 5 g/2 (sotto la linea di frazione) 3 . 5f/2 . 2 f quadro + 3 . g quadro / 2 t . f . g/2

 

Il campo di energia che racchiude la porzione di energia oscura nello spazio è descritto da questa formula:

f = 3 k . 2 g/2 

 

Il campo di energia che separa i due tipi di energia oscura è descritto dalla formula seguente:

f = d – f/2 + (sopra la linea di frazione) 3 . (sopra la linea di frazione) 4 t – g quadro . f (sotto la linea di frazione) 2 – 4 g/2.d + 3f (sotto la linea di frazione originaria) 2 . 4/g-t/2 + 2 d . f

 

 

PARTE II – Eventi

Ipotizzo che la deflagrazione prodotta da una stella di neutroni o da un buco nero massiccio sia tale da lacerare il tessuto dello spazio e il tessuto del tempo.

 

Questo provoca una modificazione nel fluire dello spazio e del tempo attorno alle lacerazioni.

 

La tensione che si genera attorno alle lacerazioni può essere formalizzata nel modo seguente:

f = (sopra la linea di frazione) 3/2 2k . 1/3 g . (m al quadrato / t/2) (sotto la linea di frazione) d . 3t/2 – 1/4 lk

 

Questa tensione infrange il campo di energia che racchiude la porzione di energia oscura con carica elettrica nulla.

Di conseguenza, l’energia oscura con carica elettrica nulla fluisce nella lacerazione del tempo e ne ripristina il tessuto.

 

Il tempo lacerato può essere formalizzato nel modo seguente:

2 . 6 g al quadrato – 1/4 t inverso è diverso da 4 . 6 g al quadrato + 1/2 t/ 1/2k

 

L’interazione tra energia oscura con carica elettrica nulla e tempo lacerato è la seguente:

5 . 2/3 f al quadrato – (4 g . k/2) riequilibra 4 . 6 g al quadrato + 1/2 t/ 1/2k e lo porta a 2k – 3 t . 1/2 g (se k è positivo).

Se k è ancora negativo, è necessario l’apporto di altra energia oscura con carica elettrica nulla.

 

Per giungere alla lacerazione del tempo, l’energia oscura con carica elettrica nulla viaggia a una velocità attorno al settanta per cento della velocità della luce.

 

La tensione descritta poc’anzi infrange anche il campo di energia che racchiude la porzione di energia oscura in potenza.

Di conseguenza, l’energia oscura in potenza fluisce nella lacerazione dello spazio e ne ripristina il tessuto.

 

Lo spazio lacerato può essere formalizzato nel modo seguente:

3 . 4 . (2 t/2 – 1/6 g) è uguale a 3 – (d . (-k/2 . 6g / 1/ 2/3k)

Attenzione: quest’ultima equazione è corretta all’interno della lacerazione dello spazio!

 

L’interazione tra energia oscura in potenza e spazio lacerato è la seguente:

2 . 2/3 t quadro – 1/ 2g/2 . (1/t – 2/ 1/kt) corregge 3 – (d . (-k/2 . 6g / 1/ 2/3k) e lo rende 2 . [1/t – 2/3 k . (1/ t al quadrato/k/2) – 1]

Attenzione: “-1” qui serve a fare sì che il tempo riprenda a scorrere nello spazio ricomposto e non a convalidare l’equazione di risulta!

 

Per giungere alla lacerazione dello spazio, l’energia oscura in potenza viaggia con una velocità che è circa due volte e mezza la velocità della luce.

 

Una volta che l’energia oscura ha riparato la lacerazione del tempo e la lacerazione dello spazio, il tempo e lo spazio riprendono a fluire regolarmente.

Il tempo fluisce secondo la seguente relazione con lo spazio:

f = (sopra la linea di frazione) – 1/2 f . d quadro . t (sotto la linea di frazione) 2/3 m . n . s quadro / 2 . s/2 

Lo spazio fluisce secondo la seguente relazione con il tempo:

-f = 2/3 . t – 1 / s quadro . [2 t quadro . g . (s/2 – 1/2 t)]

 

 

Il 16 maggio 2021 ho aggiunto la Parte III che segue.

PARTE III – Potenziali

Per effettuare la riparazione della lacerazione del tempo l’energia oscura con carica elettrica nulla:

  • si colloca sui bordi della lacerazione del tempo, 
  • emette dei filamenti che si connettono a un altro punto della lacerazione del tempo dove si è ubicata altra energia oscura con carica elettrica nulla,
  • i filamenti si contraggono e, di conseguenza, avvicinano i bordi della lacerazione del tempo fino a rimarginarla.

 

L’energia oscura con carica elettrica nulla ha un potenziale che può essere formalizzato nel modo seguente:

-(f/2 . {2d . [a/2 + 3f . (b/2 . 3a)] + e . (m . a al quadrato)}

 

Il potenziale ora descritto agisce in forza di [a/2 + 3f . (b/2 . 3a)].

 

Quando (b/2 . 3a) si esaurisce, il potenziale negativo dell’energia oscura con carica elettrica nulla cessa e quindi il tessuto del tempo non c’è più.

 

Per effettuare la riparazione della lacerazione dello spazio l’energia oscura in potenza:

  • si colloca nella lacerazione dello spazio,
  • si estende verso i bordi della lacerazione dello spazio formando uno “strato”,
  • la lacerazione dello spazio si rimargina quando lo “strato” così formato raggiunge tutti i punti dei bordi della lacerazione.

 

L’energia oscura in potenza ha un potenziale che può essere formalizzato nel modo seguente:

+ (sopra la linea di frazione) 2/3 . (sopra la linea di frazione) 3 – e al quadrato . (9d + 3 s/2) (sotto la linea di frazione) 3 . 9 a/d – 3 s.d – (f . t) (sotto la linea di frazione) 3/2 . b al quadrato / a . -d . 1/t

 

Il potenziale ora descritto agisce in forza di 3/2 . b al quadrato / a . -d . 1/t che conforma l’energia oscura in potenza come uno “strato”.

 

Quando (9d + 3 s/2) si esaurisce, il potenziale positivo della energia oscura in potenza assume valore zero e quindi il tessuto dello spazio si riduce come fa un metro a nastro in un meccanismo avvolgibile.

 

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica cosmologica.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi su un buco nero

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi su un buco nero.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

Dato un buco nero massiccio – tale per cui nel suo centro m = 1 – 0,82 e sulla sua superficie m = 1 – 0,78 – ipotizzo quanto segue.[2]

1 – ESAME STRUTTURALE
Esamino un protone del nucleo di uno degli atomi che compongono la materia del buco nero.
Nel protone in esame vi sono due quark up e un gluone.
Un quark up mantiene una relazione elettro-magnetica con un quark up di un altro protone.
L’insieme di tutte queste relazioni elettro-magnetiche viene chiamato attrazione gravitazionale.

L’altro quark up non mantiene la relazione elettro-magnetica del primo, ma l’integrità strutturale del protone.
Infatti, nelle condizioni specificate all’inizio, il campo elettrico generato da ogni elettrone esercita una pressione su ogni protone che si trova nella parte esterna del nucleo dell’atomo.
La pressione in parola genera un avvallamento sulla superficie del protone come quello che si osserva esercitando una pressione su una palla in parte sgonfia.
Il fatto che gli elettroni ruotino attorno al nucleo fa sì che gli avvallamenti sulla superficie del protone si spostino secondo il moto seguito dall’elettrone lungo la sua orbita.
Dunque, il secondo quark up mantiene l’integrità del protone nonostante le descritte pressioni esercitate sulla superficie di quest’ultimo.

Il gluone tiene assieme i due quark up e contiene i parametri il cui superamento comporta, o un diverso comportamento fisico di uno o entrambi i quark up, o la deflagrazione del protone.

Poiché ogni neutrone presente nel nucleo in esame è contraddistinto dalla formula:
l . s quadro . r = – sopra la linea di frazione (4t . a – b) sotto la linea di frazione (2r quadro)
esso non partecipa alla relazione elettro-magnetica tra i quark up e non subisce la pressione generata dal campo elettrico degli elettroni che orbitano attorno al nucleo.

2 – DEFLAGRAZIONE
Se la distanza tra il nucleo dell’atomo e le orbite dei suoi elettroni diminuisce ancora divenendo m = 1 – 0,96, il protone sulla superficie esterna del nucleo dell’atomo deflagra.
Se la perdita di uno o più protoni per questa causa è sufficiente a destabilizzare l’atomo, l’atomo deflagra.
Se l’energia prodotta dalla deflagrazione di uno o più atomi è maggiore dell’attrazione gravitazionale che li tiene uniti, la parte della materia del buco nero interessata da questo fenomeno deflagra.

3 – CONSEGUENZE: ONDE
La deflagrazione del buco nero in esame produce, tra l’altro, due onde:
⁃ una generata dalla deflagrazione del campo gluonico che teneva assieme i quark up nei protoni che sono esplosi;
⁃ una composta di energia oscura.

La prima onda disgrega la materia che incontra sul suo percorso fino a quando la sua quantità di moto e di energia è maggiore della coesione tra gli atomi della materia che incontra.

La seconda onda trasforma la materia che incontra sul suo percorso da materia a tre dimensioni a materia con più di tre dimensioni.
L’aumento delle dimensioni da tre a più di tre dipende dalla quantità di energia e di moto che l’onda di energia oscura ha al momento di ogni impatto con la materia che incontra.

L’equazione della prima onda è:
sopra la linea di frazione (1 + r quadro + t) 
sotto la linea di frazione [- sopra la linea di frazione (r quadro . s) sotto la linea di frazione (1/3 – sopra la linea di frazione (2 . s quadro) sotto la linea di frazione (radice quadrata di 2 . t – r quadro))]

L’equazione della seconda onda è:
alfa = sotto la linea di frazione (3g . (9r . a)) sopra la linea di frazione, vi è una frazione con al denominatore (f . g quadro – 2 . t) e al numeratore un’altra frazione. Quest’ultima frazione ha al denominatore (4 . f – 2/3 g quadro) e al numeratore [ – 2/5 g . s (7 t – 6 f . g) + (4 . 2/5 g)]
(alfa qui indica il coefficiente di aumento delle dimensioni della materia).

Fin tanto che l’onda di materia oscura ha energia sufficiente a far sì che (4 . 2/5 g) abbia un valore positivo, essa lascia dietro di sé una quantità di materia con più di tre dimensioni.
Quando (4 . 2/5 g) non ha più un valore positivo, l’onda di materia oscura diventa energia con la seguente formula:
9 g quadro – 2/3 f . a/s
Quando a/s non ha più un valore positivo, l’energia in parola diventa un’onda radio con un’oscillazione degradante dal valore iniziale 2/3 f . a/s

4 – CONSEGUENZE: DIMENSIONI
Ipotizzo che la descritta parziale deflagrazione di un buco nero massiccio con m = 1 – 0,96 generi un’onda di materia oscura tale da far aumentare le dimensioni della materia che incontra da tre a sette.
A mano a mano che l’energia e la quantità di moto dell’onda di energia oscura diminuiscono, diminuisce anche l’aumento delle dimensioni che l’onda in esame induce nella materia che incontra.

Ipotizzo che la materia le cui dimensioni sono state aumentate da tre a più di tre – all’esito del procedimento che ho ora tratteggiato – non possa rimanere nel nostro universo a tre dimensioni.
Per questo motivo, ipotizzo che ciascuna porzione di materia con lo stesso numero di dimensioni superiore a tre venga attratta da un universo diverso dal nostro che ha lo stesso numero di dimensioni della porzione di materia in esame e che eserciti l’attrazione elettro-magnetica più intensa nel punto in cui la porzione di materia in esame si trova nel nostro universo.

Comprendo che le ultime due ipotesi che ho formulato sono talmente avanzate da poter apparire fantasiose.
Per questo, vi offro il seguente spunto di riflessione.
Nel mio precedente articolo[3] ipotizzavo, tra l’altro, le formule del gluone in ambienti diversi (in un buco nero, nel nucleo esterno della Terra, nel nucleo interno della Terra, nel mantello del Sole, nel nucleo esterno del Sole, nel nucleo interno del Sole).
Ebbene, cosa fa sì che il gluone mantenga la sua coerenza funzionale in questi ambiti così diversi?

5 – CONSEGUENZE: PARTICELLE
La descritta parziale deflagrazione del buco nero massiccio con m = 1 – 0,96 proietta nello spazio anche delle particelle subatomiche.
A causa della deflagrazione in parola, dalla superficie della parte di materia del buco nero che non è esplosa fuoriescono dei pennacchi di materia ed energia.
In questi pennacchi vi sono anche dei neutrini.
I neutrini, tuttavia, sono assenti nella materia ed energia proiettate dal lato del buco nero dove c’era la materia che è esplosa.
Questo perché, nel fenomeno qui in esame, opera la seguente equazione:
alfa = sopra la linea di frazione (-r quadro . 1 / s quadro) sotto la linea di frazione (2t . s – s/r)
(alfa qui indica la massa dei neutrini al quadrato)

6 – RITORNO ALLA SFERICITÀ 
A causa della rotazione del buco nero, la parte di materia che non è esplosa assume nuovamente una forma sferica.
Ottenutala, la descritta attrazione elettro-magnetica tra quark up all’interno dei protoni congrega la materia verso il centro del buco nero riducendone il volume.
L’equazione che descrive il vettore di questa attrazione (si badi bene, il vettore e non l’attrazione) è:
sopra la linea di frazione (d quadro – f / t quadro) sotto la linea di frazione (g quadro – 2 . r . t)

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle subatomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Per le nozioni di “campo gluonico”, “t”, ed “m” rinvio al mio articolo: https://giorgiocannella.com/index.php/2019/06/14/ipotesi-fusione-due-buchi-neri/ 

 

[3] Giorgio Cannella, Ipotesi sulla fusione di due buchi neri, in:

https://giorgiocannella.com/index.php/2019/06/14/ipotesi-fusione-due-buchi-neri/

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi sulla collisione di una molecola di ozono con un protone

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sulla collisione di una molecola di ozono con un protone.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

CONDIZIONI DI PARTENZA

Si danno le seguenti condizioni: 20 gradi centigradi di temperatura, 1 atmosfera di pressione, 1 barn di area.

Una sequenza di molecole di ozono (O3) gira in un verso in un anello di un acceleratore.
Una sequenza di protoni nello stesso acceleratore gira nel verso opposto dentro un altro anello concentrico al primo e con un raggio maggiore di esso.
Le molecole e i protoni vengono fatti scontrare in modo che ogni scontro coinvolga una molecola di ozono[2] e un protone.

 

OSSERVAZIONE
La collisione disgrega il nucleo dell’atomo colpito e produce un coacervo di quattro energie.
L’equazione che riassume tutte e quattro le energie è: 
E = q . sopra la linea di frazione (l – 1/2 radice di m – t) sotto la linea di frazione (radice di 1/l) dopo la linea di frazione = 1 

L’equazione che esprime la prima forma di energia (luce) è: 
1 – 1/2 sopra la linea di frazione (radice di m quadro – t quadro) sotto la linea di frazione (1/l al quadrato) dopo la linea di fazione = 2 

L’equazione che esprime la seconda forma di energia (interazione nucleare debole) è:
2 = 3/4 . sopra la linea di frazione (t quadro – m quadro fratto r quadro) . (l . t fratto r) : (1/2 l fratto 1/t) sotto la linea di frazione (r quadro fratto t quadro – m quadro) //

L’equazione che esprime la terza forma di energia (interazione nucleare forte) è:
// . sopra la linea di frazione (1/t . 1/r quadro . 1/m) sotto la linea di frazione 1/r quadro

L’equazione che esprime la quarta forma di energia (massa/gravità) è:
1/2 – sopra la linea di frazione (radice quadrata di m quadro + l tutto fratto t quadro) sotto la linea di frazione (1 – t fratto l) dopo la linea di fazione = 3

Questa quarta forma di energia esiste in un ambiente quantico che è 3/4 del normale.
L’ambiente quantico normale è quello che si ha nelle condizioni esplicitate all’inizio di questo articolo.[3]
L’equazione dell’ambiente quantico in cui si manifesta la quarta forma di energia ora descritta è:
alfa . gamma l = 6t . m
Mentre le tre equazioni che descrivono questo ambiente quantico sono:

  • 1 – sopra la linea di frazione (3/4 . lambda al quadrato) sotto la linea di frazione (1/2 . radice quadrata di t al quadrato – l) dopo la linea di frazione = 4
  • 2/3 – sopra la linea di frazione (t . lambda al quadrato) sotto la linea di frazione (1/m) dopo la linea di frazione = 2
  • 1/2 . m t – 2 l . t/2

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica atomica e della fisica quantistica.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

[2] Per la precisione, il bersaglio del protone è il nucleo dell’atomo centrale della molecola di ozono.

[3] 20 gradi centigradi di temperatura, 1 atmosfera di pressione, 1 barn di area.

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi su due isotopi

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene alcune ipotesi su due isotopi[1]: uno dell’idrogeno e uno dell’elio.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[2]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

PRIMA IPOTESI

Nelle condizioni di 20 gradi centigradi[3] di temperatura, 1 atmosfera[4] di pressione e 1 barn[5] di area, si dà un atomo composto da 1 protone, 2 neutroni e 2 elettroni.[6]

ESPERIMENTI

Per studiare l’atomo che ho ora ipotizzato, propongo di effettuare i seguenti esperimenti.

Se un quark up viene sparato e colpisce uno dei neutroni, il neutrone colpito esplode e uno degli elettroni si dirige verso lo spazio circostante.

Se un quark up viene sparato e colpisce il protone, il protone colpito emette radiazione luminosa costante di forma sferica.

Se un quark up viene sparato e colpisce uno degli elettroni, l’elettrone colpito diventa un fotone e si dirige verso lo spazio circostante.

 

SECONDA IPOTESI

Nelle condizioni di 20 gradi centigradi di temperatura, 1 atmosfera di pressione e 1 barn di area, si dà un atomo composto da 3 neutroni, 2 protoni, 6 elettroni.[7]

ESPERIMENTI

Per studiare l’atomo che ho ora ipotizzato, propongo di effettuare i seguenti esperimenti.

Se un quark down viene sparato e colpisce uno dei neutroni, il neutrone colpito esplode. Il nucleo dell’atomo si divide in due parti. Ciascuna parte è composta da un protone, un neutrone e due dei sei elettroni che l’atomo aveva originariamente. I rimanenti due elettroni si allontanano verso lo spazio circostante.

Se un quark down viene sparato e colpisce uno dei protoni, il nucleo dell’atomo collassa su se stesso, subito dopo esplode e gli elettroni che l’atomo aveva si dirigono verso lo spazio circostante.

Se un quark down viene sparato e colpisce uno degli elettroni, l’elettrone colpito scompare e l’atomo inizia a cercare di formare un legame chimico per ottenere l’elettrone che gli è venuto a mancare.

 

TESI

Se uno o più degli esperimenti che ho poc’anzi proposto – e/o altri esperimenti che verranno effettuati – confermeranno la validità delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub-atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Italiano: https://it.wikipedia.org/wiki/Isotopo

English: https://en.wikipedia.org/wiki/Isotope

 

[2] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[3] Italiano: https://it.wikipedia.org/wiki/Grado_Celsius

English: https://en.wikipedia.org/wiki/Celsius

 

[4] Italiano: https://it.wikipedia.org/wiki/Atmosfera_(unità_di_misura)

English: https://en.wikipedia.org/wiki/Atmosphere_(unit)

 

[5] Italiano: https://it.wikipedia.org/wiki/Barn

English: https://en.wikipedia.org/wiki/Barn_(unit)

 

[6] Immaginate il trizio (https://it.wikipedia.org/wiki/Isotopi_dell%27idrogeno) con due elettroni invece di uno.

 

[7] Immaginate l’elio-5 (https://it.wikipedia.org/wiki/Isotopi_dell%27elio) con sei elettroni invece di due.

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273