Modifiche al processo di esecuzione

[1]Ecco la mia proposta di modifiche da apportare al processo di esecuzione.[2]

L’obiettivo è quello di assicurare la certezza delle transazioni economiche di qualsiasi genere (del commercio, del lavoro, della finanza, et cetera) tramite una procedura amica dell’utente (user friendly).

 

 

L’esecuzione forzata inizia in forza di un titolo esecutivo.

Il titolo esecutivo è solo quello al quale la legge dello Stato attribuisce questa qualifica.

Chi aziona il titolo esecutivo sottopone a pignoramento i beni del debitore.

Il pignoramento impone un vincolo di indisponibilità sui beni da esso staggiti.

Il pignoramento viene eseguito dall’ufficiale giudiziario fino al raggiungimento del credito azionato aumentato della metà.

Dell’eseguito pignoramento viene data notizia al debitore e agli eventuali terzi nei cui confronti il debitore ha dei crediti o che sono in possesso di cose del debitore o che vantano diritti su uno o più dei beni pignorati tramite posta elettronica ordinaria e tramite sms ai recapiti che ogni soggetto, persona fisica o giuridica riconosciuta o meno, ha comunicato al database a tal fine tenuto dal Ministero della Giustizia.

La mancata comunicazione o la non correttezza di uno o di entrambi i recapiti di cui al periodo precedente non impedisce il prosieguo dell’esecuzione forzata.

La comunicazione dell’eseguito pignoramento contiene:

  • l’allegazione integrale del titolo esecutivo in copia autenticata dal difensore del creditore o da un pubblico ufficiale;
  • in alternativa all’allegazione integrale del titolo esecutivo, è possibile scrivere il collegamento internet al quale il titolo esecutivo è integralmente disponibile e scaricabile;
  • la descrizione dei beni e/o dei diritti sottoposti a pignoramento;
  • la possibilità offerta al debitore di indicare specificamente altri beni perché vengano sottoposti a pignoramento in sostituzione totale o parziale dei beni già staggiti;
  • la possibilità offerta al debitore di chiedere il sequestro ex art. 687 c.p.c. “Casi speciali di sequestro”[3] dei beni sottoposti a

Le possibilità di cui al periodo precedente vanno esercitate entro il termine perentorio di tre giorni dalla data dell’ultima comunicazione al debitore della notizia dell’eseguito pignoramento.

In caso di mancata comunicazione o di non correttezza di entrambi i recapiti per la comunicazione al debitore dell’eseguito pignoramento, i tre giorni di cui al periodo precedente decorrono dalla data in cui il pignoramento è stato eseguito.

Fino al passaggio in archivio del fascicolo del processo dell’esecuzione forzata, il creditore, direttamente o per interposta persona, non può acquistare diritti, obblighi, situazioni di fatto sui beni sottoposti a pignoramento. Qualsiasi atto compiuto in violazione di una o più delle disposizioni del periodo precedente è nullo – vale a dire privo di effetti fin dalla sua origine – in modo insanabile.

La scelta da parte del debitore di chiedere l’immediato sequestro ex art. 687 c.p.c. “Casi speciali di sequestro” dei beni sottoposti a pignoramento implica l’inizio dell’opposizione all’esecuzione. L’opposizione di cui al periodo precedente si svolge in via esclusiva secondo il rito ordinario di cognizione descritto nell’articolo “Un nuovo rito ordinario di cognizione”.[4]

Il rito ordinario di cognizione di cui al periodo precedente si applica in via esclusiva anche per l’opposizione a uno o più atti dell’esecuzione, per le opposizioni in materia di lavoro di previdenza e di assistenza, per le opposizioni di terzi.

Non è ammesso un rito diverso per l’opposizione all’esecuzione e per qualsiasi altra opposizione.

Ferma restando l’applicazione della normativa vigente, l’avere agito con dolo da parte di uno qualsiasi dei soggetti dell’esecuzione forzata implica l’automatica interdizione di ogni autore del fatto doloso da ogni professione, industria, arte, commercio, mestiere per la durata di tre anni e la nullità insanabile di qualsiasi obbligazione contratta dall’autore del fatto durante il medesimo arco di tempo.

Ai fini di efficienza e speditezza dell’azione amministrativa e di svolgimento del processo di esecuzione secondo il termine di durata ragionevole, un atto compiuto e/o depositato oltre il termine perentorio è inesistente.

L’istituto della spedizione in forma esecutiva è abrogato e sostituito dall’attestazione da parte del difensore del creditore di mancata impugnazione del titolo esecutivo.

L’istituto del precetto è abrogato.

Nel processo di esecuzione forzata, il domicilio legale del creditore, del debitore, dei creditori iscritti, dei creditori intervenuti, dell’opponente e di ogni altro soggetto della procedura è costituito dai recapiti che ogni soggetto, persona fisica o giuridica riconosciuta o meno, ha comunicato al database a tal fine tenuto dal Ministero della Giustizia.

Le parole “ad un sesto” di cui all’art. 495, c. 2, c.p.c. sono sostituite dalle parole “alla metà”.

Le parole “quarantotto mesi” di cui all’art. 495, c. 4, c.p.c. sono sostituite dalle parole “dodici mesi”.

L’istituto del termine dilatorio del pignoramento è abrogato.

All’art. 545 c.p.c. sono aggiunti altri tre commi con il seguente testo[5]:

  • I crediti verso i terzi a qualsiasi titolo vantati dalle imprese e dai liberi professionisti iscritti nei rispettivi albi professionali o comunque muniti di partita i.v.a. non possono essere sottoposti a vincolo di indisponibilità per una misura eccedente il quinto per il pagamento di qualsiasi tipo di tributi, imposte e tasse.
  • Il vincolo di indisponibilità eseguito sulle somme di cui al comma precedente in violazione del limite previsto dallo stesso è inefficace per l’importo eccedente il quinto. L’inefficacia è rilevata dal giudice anche d’ufficio.
  • Restano in ogni caso ferme le altre limitazioni contenute in speciali disposizioni di legge.

L’istituto dell’istanza di vendita è abrogato.

Il deposito del pignoramento in Tribunale ha il valore di istanza di vendita dei beni pignorati rivolta al Giudice dell’esecuzione.

Le norme di legge e di regolamento configgenti con le disposizioni di questa legge sono abrogate.

Le disposizioni di questa legge si applicano ai procedimenti di esecuzione forzata incardinati a partire dalla data di entrata in vigore di questa legge.

Questa legge entra in vigore il quindicesimo giorno dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana.

 

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista on-line Vaglio Magazine n. 5 del dicembre 2020. L’articolo è visionabile al seguente collegamento:

https://www.vagliomagazine.it/modifiche-al-processo-di-esecuzione/

L’articolo in formato .pdf è disponibile a questo indirizzo internet: 

https://vagliomagazine.it/pdf/vagliomagazine_05_cannella.pdf   

 

[2] Regio Decreto 28 ottobre 1940, numero 1443, “Codice di procedura civile” e successive modificazioni, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia, numero 253 del 28 ottobre 1940, da qui in poi c.p.c.

Libro III – Del processo di esecuzione

Articoli 474 -632 c.p.c.

 

[3] L’art. 687 c.p.c. afferma:

“Art. 687. (Casi speciali di sequestro).

Il giudice può ordinare il sequestro delle somme o delle cose che il debitore ha offerto o messo comunque a disposizione del creditore per la sua liberazione, quando è controverso l’obbligo o il modo del pagamento o della consegna, o l’idoneità della cosa offerta.”

 

[4] https://giorgiocannella.com/index.php/2018/12/09/nuovo-rito-ordinario-di-cognizione/

 

[5] https://giorgiocannella.com/index.php/2019/03/22/modifica-articolo-545-cpc/

 

Le note sono state verificate il 27 novembre 2020: data di invio di questo articolo alla redazione della rivista on-line Vaglio Magazine.

LA FORNITURA DI BENI E/O SERVIZI ALLE RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE E CONSOLARI STRANIERE IN ITALIA

Per quanto riguarda la fornitura di beni e/o servizi alle rappresentanze diplomatiche e consolari straniere in Italia[1], consiglio al fornitore di chiedere il pagamento anticipato in un’unica soluzione oppure in più rate da esigere di pari passo con la fornitura parziale del bene o del servizio pattuiti.

Questo mio consiglio si fonda sul fatto che la legge italiana dichiara che i conti correnti delle rappresentanze diplomatiche e consolari straniere in Italia non possono essere pignorati[2].

Di conseguenza, in caso di mancato pagamento del bene e/o del servizio pattuiti, il fornitore potrà ricorrere solo alla procedura diplomatica[3].

Spero di esservi stato utile.

Vi ringrazio per il vostro tempo.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] L’articolo 21, comma 1, lettera a), della legge 14 gennaio 2013, numero 5, “Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione delle Nazioni Unite sulle immunità giurisdizionali degli Stati e dei loro beni, fatta a New York il 2 dicembre 2004, nonché norme di adeguamento all’ordinamento interno.”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 29 gennaio 2013, numero 24, recita:

Art. 21 Categorie specifiche di beni

  1. I beni statali delle seguenti categorie non sono considerati beni specificamente utilizzati o destinati a essere utilizzati dallo Stato a scopi diversi da scopi di servizio pubblico non commerciali ai sensi delle disposizioni dell’articolo 19 lettera c):
  2. a) i beni, compresi i conti bancari, utilizzati o destinati a essere utilizzati nell’esercizio delle funzioni della missione diplomatica dello Stato o dei suoi posti consolari, delle sue missioni speciali, delle sue missioni presso le organizzazioni internazionali o delle sue delegazioni negli organi delle organizzazioni internazionali o alle conferenze internazionali;
  3. b) ”.

[2] L’articolo 19-bis “Crediti delle rappresentanze diplomatiche e consolari straniere” del decreto legge 12 settembre 2014, numero 132, recante misure urgenti di degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile, convertito in legge con modificazioni dalla legge 10 novembre 2014, numero 162, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 10 novembre 2014, numero 261, supplemento ordinario numero 84, recita:

Art. 19-bis. – (Crediti delle rappresentanze diplomatiche e consolari straniere).

  1. Non sono soggette ad esecuzione forzata, a pena di nullità rilevabile anche d’ufficio, le somme a disposizione dei soggetti di cui all’articolo 21, comma 1, lettera a), della Convenzione delle Nazioni Unite sulle immunità giurisdizionali degli Stati e dei loro beni, fatta a New York il 2 dicembre 2004, di cui alla legge 14 gennaio 2013, n. 5, depositate su conti correnti bancari o postali, in relazione ai quali il capo della rappresentanza, del posto consolare o il direttore, comunque denominato, dell’organizzazione internazionale in Italia, con atto preventivamente comunicato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e all’impresa autorizzata all’esercizio dell’attività bancaria presso cui le medesime somme sono depositate, ha dichiarato che il conto contiene esclusivamente somme destinate all’espletamento delle funzioni dei soggetti di cui al presente comma.
  2. Effettuate le comunicazioni di cui al comma 1 non possono eseguirsi pagamenti per titoli diversi da quelli per cui le somme sono vincolate.
  3. Il pignoramento non determina a carico dell’impresa depositaria l’obbligo di accantonamento delle somme di cui al comma 1, ivi comprese quelle successivamente accreditate, e i soggetti di cui al comma 1 mantengono la piena disponibilità delle stesse.”.

[3] Essa si articola nelle seguenti fasi:

– Tizio porta il suo problema all’attenzione del Ministro degli affari esteri della Repubblica italiana;

il Ministro in parola si interessa al problema di Tizio e porta la questione all’attenzione del Ministro degli affari esteri del Paese X;

– quest’ultimo si interessa al problema di Tizio e chiede all’ambasciatore Caio di pagare il prezzo per il bene e/o il servizio pattuiti;

– se l’ambasciatore Caio paga il prezzo, il problema è risolto;

– ma se Caio risponde, ad esempio, di non avere i soldi per pagare, è necessario che il Ministro degli affari esteri del Paese X trovi i fondi necessari, li trasferisca a Caio e quest’ultimo paghi il prezzo.

Le probabilità di successo di questa alternativa dipendono da vari fattori.

Dalla capacità di Tizio di convincere il Ministro degli affari esteri della Repubblica italiana ad interessarsi al suo caso, alla disponibilità di risorse da parte del Ministro degli affari esteri del Paese X.

È possibile che il Paese X sia una nazione in via di sviluppo con gravi problemi economici, oppure che si inceppi qualcosa nella procedura diplomatica che abbiamo ora descritto.

In breve, se Tizio sceglie la via diplomatica ora descritta, ci sono molte probabilità che non riceva il pagamento del prezzo pattuito.

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo contributo sul sito www.giorgiocannella.com .