Il vicolo cieco

È possibile che la fisica entri in un vicolo cieco?

In caso affermativo, come può uscirne?

Approfondisco qui di seguito le criticità e la possibile soluzione delle quali ho parlato nell’articolo “La nuova fisica”.[1]

 

 

I PROBLEMI ANCORA IRRISOLTI

 

Sebbene siano passati quasi quattro anni dalla pubblicazione di “La nuova fisica”, le criticità lì messe in luce non hanno ancora una soluzione.

 

Il primo grave problema è nella fisica cosmologica.

Infatti, a oggi non sono ancora a conoscenza di una spiegazione di come funzioni tecnicamente la forza di gravità.[2]

Questa mancata spiegazione è particolarmente grave perché la forza di gravità viene usata per elaborare il modello di universo oggi più accreditato.[3]

Come è possibile usare la forza di gravità per elaborare un modello di universo, se non si conosce come funziona tecnicamente la forza di gravità?

 

Un altro grave problema è nella fisica delle particelle sub-atomiche.

Il modello così detto standard comprende le interazioni forte, elettromagnetica e debole, ma non l’interazione gravitazionale.[4]

Se la fisica è la scienza che studia il comportamento della materia e l’interazione gravitazionale è un dato di fatto del comportamento della materia – acquisito anche nel sapere dei non fisici -, come si può accogliere un modello delle particelle sub-atomiche e delle interazioni fondamentali che escluda l’interazione gravitazionale?

 

Il terzo grave problema riguarda la fisica fondamentale.

Non sono a conoscenza di una spiegazione del perché il campo del bosone di Higgs, nel vuoto – cioè in stato di non eccitazione –, abbia un valore di 250 GeV.[5] [6]

Questa mancata spiegazione è assai rilevante se si pensa che il bosone di Higgs dovrebbe essere la particella sub-atomica che conferisce la massa alle particelle elementari, ovvero, dà consistenza alla materia.[7]

Come si può sostenere che il bosone di Higgs sia la particella sub-atomica che conferisce la massa alle particelle elementari se non si conoscono la natura fisica e il funzionamento tecnico del bosone di Higgs?

 

Il quarto grave problema è nella coerenza tra le affermazioni della fisica in due campi diversi.

Il citato valore del campo del bosone di Higgs è un ostacolo alla elaborazione di un modello fisico-matematico che possa descrivere la gravità in maniera compatibile con la meccanica quantistica.

Il problema che emerge da questi dati può essere spiegato nei termini seguenti: è come comparare un elefante (la gravità) con una cellula umana (la fisica quantistica).

Per tenerli in equilibrio ci vorrebbe una leva nella quale il fulcro disti dall’elefante quanto una cellula umana e la cellula umana disti dal fulcro quanto la distanza che c’è tra il Sole e Plutone.[8]

 

 

LA GRAVITA’ DEL PROBLEMA

 

Attenzione, non sto dicendo che è sbagliato formulare delle teorie che spieghino più eventi della fisica.

Sto dicendo che è sbagliato farlo senza avere prima consolidato scientificamente le basi sulle quali quelle teorie poggiano.

 

Agendo in questo modo infatti, anche se si giunge a fare nuove scoperte, vi sono due problemi.

Primo, si è portati a leggere le nuove scoperte nel modo utile a confermare l’ipotesi.

La mancanza di una base scientificamente consolidata impedisce di confutare questa lettura.

Secondo, non si possono fare delle affermazioni tra loro congruenti.

La mancanza di una base scientificamente consolidata fa in modo che le nuove affermazioni contrastino con quello che già si conosce al punto che esse non sono un progresso nel sapere, ma delle affermazioni paradossali.

 

È il caso dei problemi che ho poc’anzi esposto.

Prendiamo il primo problema.

Chi può confutare un modello di universo basato sull’interazione gravitazionale se nessuno conosce il funzionamento tecnico dell’interazione gravitazionale?

Prendiamo il secondo problema.

Come ho detto poc’anzi, come si può accogliere un modello delle particelle sub-atomiche e delle interazioni fondamentali che escluda l’interazione gravitazionale?

 

 

LA RADICE DELL’ERRORE

 

Salvo errori od omissioni da parte mia, i problemi che ho ora esposto sono di una gravità tale da meritare una pausa di riflessione da parte di tutti gli addetti ai lavori.

 

Non ritengo possibile che studenti, laureati, dottorandi, ricercatori, professori e premi Nobel nel campo della fisica non si rendano conto che i problemi che ho ora esposto minano la congruenza delle affermazioni della fisica.

 

La mia opinione è che i soggetti ora elencati siano vittime della loro stessa passione per la fisica.

Mi spiego meglio.

 

Un essere umano non è una macchina.

La possibile conquista di nuovo sapere con la notorietà che essa comporta provoca nel cervello umano uno stato eccitazione che dà un senso di grande benessere.

Questo stato si alimenta di se stesso.

Si rimane eccitati se si continua a svolgere l’attività eccitante.

Al contrario, consolidare scientificamente il terreno sul quale le teorie si poggiano è un’attività necessaria, ma non è un’attività eccitante.

 

È possibile che il desiderio di conoscere e di scoprire – molla del progresso del sapere in tutti i campi – abbia eccitato gli addetti ai lavori nella fisica al punto tale da portarli a compiere il passo più lungo della gamba: fare delle affermazioni senza avere prima consolidato con metodo scientifico le basi sulle quali quelle affermazioni poggiano.

 

È umano essere appassionati del proprio campo del sapere al punto tale da non vedere dove si mettono i piedi.

È utile in questo caso avere qualcuno che riporti l’attenzione di tutti sul pavimento prima di inciampare e cadere.

 

 

UNA POSSIBILE SOLUZIONE

 

Come gestire la situazione data, ad esempio, dal primo problema?

Si rinuncia a formulare un’ipotesi sul modello di universo?

No, perché la formulazione di ipotesi è il primo passo del metodo scientifico: ipotesi, esperimento, tesi.

Si costruisce un modello di universo prescindendo dalla interazione gravitazionale?

No, perché essa è un dato di fatto del comportamento della materia nell’universo che conosciamo.

E allora?

Come si esce da questo vicolo cieco?

 

Nell’unico modo possibile: tornando indietro.

Prima ci si dedica a consolidare scientificamente la base – il funzionamento tecnico dell’interazione gravitazionale – e poi si formulano una o più ipotesi che poggiano su quella base.

 

Chiarito questo mi domando: quando si è passati dalla fisica condotta un passo dopo l’altro alla fisica condotta facendo il passo più lungo della gamba?

 

Penso che questa fuga in avanti sia iniziata con la formulazione delle teorie che comprendono molte delle nozioni di fisica fondamentale fino ad allora possedute, senza avere prima consolidato scientificamente le basi sulle quali queste teorie poggiano.

 

 

TESI

 

È necessario quindi che la fisica riprenda il cammino dagli anni 60 del ventesimo secolo e proceda al consolidamento, con metodo scientifico, delle basi sulle quali ogni affermazione si poggia.

 

Solo in questo modo la fisica uscirà dal vicolo cieco nel quale ora si trova e del quale sono espressione i problemi che ho elencato all’inizio di questo articolo.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Nell’articolo “La nuova fisica” – pubblicato il 10 dicembre 2016 all’indirizzo https://giorgiocannella.com/index.php/2016/12/10/la-nuova-fisica/ – ho descritto come è nato il mio interesse a formulare delle ipotesi nel campo della fisica e ho offerto altresì una possibile via da percorrere.

 

Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Si badi bene: ho scritto “come funzioni tecnicamente” e non “come possa essere calcolata”.

Su questo argomento rinvio al già citato articolo “La nuova fisica” – pubblicato il 10 dicembre 2016 all’indirizzo https://giorgiocannella.com/index.php/2016/12/10/la-nuova-fisica/ .

 

[3]La teoria più moderna dell’Universo oscillante, basata sulla cosmologia quantistica, sostiene che questo processo si ripeterà, attraverso il meccanismo del Grande Rimbalzo (Big Bounce), ma solo se la forza di gravità supererà l’energia oscura (o se l’energia oscura non esistesse). Molti esperti di gravità quantistica concordano col Big Bounce.”.

Cito da: https://it.wikipedia.org/wiki/Universo_oscillante .

 

Big Bounce (in inglese “Grande Rimbalzo”), è una teoria cosmologica elaborata dal fisico tedesco Martin Bojowald, esperto di gravità e cosmologia quantistiche, e dal suo team della Pennsylvania State University, e pubblicata nel luglio 2007 su Nature Phisics online.”.

Cito da: https://it.wikipedia.org/wiki/Big_Bounce .

 

[4]Il Modello standard (MS) è la teoria fisica che descrive tre delle quattro interazioni fondamentali note: le interazioni forte, elettromagnetica e debole (le ultime due unificate nell’interazione elettrodebole) e tutte le particelle elementari ad esse collegate.

 

Basato sulla teoria quantistica dei campi, matematicamente è una teoria di gauge non abeliana (teoria di Yang-Mills), rinormalizzabile e coerente con la relatività ristretta.

 

Le sue previsioni sono state in larga parte verificate sperimentalmente con un’ottima precisione ed esso rappresenta l’attuale modello teorico di riferimento delle forze fondamentali. Tuttavia presenta vari aspetti di incompletezza; in particolare, non comprendendo l’interazione gravitazionale, per la quale non esiste ad oggi una teoria quantistica coerente, non costituisce quella teoria del tutto obiettivo del sapere fisico.

Cito da: https://it.wikipedia.org/wiki/Modello_standard

 

[5] Notte europea dei ricercatori 2016,

Università degli studi Roma Tre,

Dipartimento di matematica e fisica,

lezione pubblica “LHC – Dal bosone di Higgs alla Nuova Fisica: cosa ci sta svelando lo strumento scientifico più potente al mondo”,

tenuta dal ricercatore dottor Biagio Di Micco nei locali dell’Università in Roma, Largo San Leonardo Murialdo, n. 1, dalle 22.00 alle 23.00 del 30 settembre 2016.

Il dottor Di Micco citava misurazioni effettuate nei laboratori del CERN di Ginevra.

 

Ringrazio la Commissione dell’Unione Europea, l’Università Roma Tre, il Dipartimento di matematica e fisica dell’Università Roma Tre, il dottor Biagio Di Micco e tutti coloro che rendono possibile offrire degli eventi di divulgazione scientifica chiari e interessanti al pubblico dei non addetti ai lavori come me.

 

[6]In fisica l’elettronvolt (simbolo eV) è un’unità di misura dell’energia, molto usata in ambito atomico e subatomico. Viene definito come l’energia guadagnata (o persa) dalla carica elettrica di un singolo elettrone, quando viene mosso nel vuoto tra due punti di una regione in cui ha sede un potenziale elettrostatico, tra i quali vi è una differenza di 1 volt.”.

 

Il gigaelettronvolt (simbolo GeV) è un multiplo dell’elettronvolt (1 GeV = 109 eV).

Cito da: https://it.wikipedia.org/wiki/Elettronvolt .

 

[7]Il bosone di Higgs è un bosone elementare, massivo e scalare associato al campo di Higgs, che svolge un ruolo fondamentale nel Modello standard conferendo la massa alle particelle elementari. Inoltre il bosone di Higgs garantisce la consistenza della teoria, che senza di esso porterebbe a un calcolo di probabilità maggiore di uno per alcuni processi fisici.

 

Fu teorizzato nel 1964 e rilevato per la prima volta nel 2012 negli esperimenti ATLAS e CMS, condotti con l’acceleratore LHC del CERN[1]. Nel 2013 Peter Higgs e François Englert sono stati insigniti del premio Nobel per la fisica per la sua scoperta.” (il sottolineato è mio)

 

Nota 1

^ ATLAS – Observation of a New Particle in the Search for the Standard Model Higgs Boson with the ATLAS Detector at the LHC (PDF), su arxiv.org. URL consultato il 09-03-2013.

Cito da: https://it.wikipedia.org/wiki/Bosone_di_Higgs

 

[8] L’esempio che riporto è stato esposto dal dottor Biagio Di Micco durante la lezione che ho citato nella nota 5 di questo articolo.

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi sul funzionamento del bosone di Higgs – parte II^

 

INTRODUZIONE

Questo articolo è la parte II^ dell’articolo con il medesimo titolo che ho pubblicato il 22 febbraio 2018.[1]

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[2]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

IPOTESI

Come ho ipotizzato nella parte I^ di questo articolo, il bosone di Higgs funziona in modo simile a un regolatore di tensione elettrica.

Dati per eseguiti gli esperimenti che ho proposto nella parte I^, passo ora a trarne le conclusioni.

 

Domanda

Che tipo di regolatore di tensione è il bosone di Higgs: elettronico?, elettro-meccanico?, automatico?[3]

Risposta

Il bosone di Higgs è un regolatore di tensione di tipo automatico.

 

Domanda

Che tipo di regolatore di tensione automatico è il bosone di Higgs: attivo o passivo?[4]

Risposta

Il bosone di Higgs è un regolatore di tensione automatico di tipo attivo.

 

Domanda

Che tipo di regolatore di tensione automatico attivo è il bosone di Higgs: lineare?, di commutazione?, SCR?, ibrido?[5]

Risposta

Il bosone di Higgs è un regolatore di tensione automatico, attivo, di commutazione.

 

Domanda

Il bosone di Higgs è un regolatore di tensione per corrente alternata[6] o per corrente continua[7]?

Risposta

Il bosone di Higgs è un regolatore di tensione sia per corrente alternata, sia per corrente continua.

 

Domanda

Che tipo di regolatore di tensione per corrente alternata è il bosone di Higgs: con rotazione a bobina?, elettro-meccanico?, di tensione statica PWM?, a tensione costante?, elettro-chimico?[8]

Risposta

Il bosone di Higgs è un regolatore di tensione per corrente alternata di tipo elettro-chimico.

 

Domanda

Che tipo di regolatore di tensione per corrente continua è il bosone di Higgs?[9]

Risposta

Su questo dovrò scrivere la parte III^ di questo articolo.

 

TESI

Se uno o più degli esperimenti che ho proposto – e/o altri esperimenti che verranno effettuati – confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub-atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Nell’articolo “La nuova fisica” – pubblicato il 10 dicembre 2016 all’indirizzo https://giorgiocannella.com/index.php/2016/12/10/la-nuova-fisica/ – ho descritto come è nato il mio interesse a formulare delle ipotesi nel campo della fisica e ho offerto altresì una possibile via da percorrere.

Nell’articolo “Ipotesi sulla funzione e sulla struttura del bosone di Higgs” – pubblicato il 28 agosto 2017 all’indirizzo https://giorgiocannella.com/index.php/2017/08/28/funzione-e-struttura-del-bosone-higgs/ – ho formulato delle ipotesi sulla funzione (vale a dire, a che cosa serve) e sulla struttura (vale a dire, come è fatto) del bosone di Higgs.

Nella parte I^ di questo articolo – pubblicata il 22 febbraio 2018 all’indirizzo https://giorgiocannella.com/index.php/2018/02/22/ipotesi-funzionamento-bosone-di-higgs/ – ho formulato delle ipotesi su come funziona il bosone di Higgs e ho proposto degli esperimenti al riguardo.

 

[2] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[3] Voltage regulator (regolatore di tensione): https://en.wikipedia.org/wiki/Voltage_regulator

 

[4] La differenza tra regolatori di tensione attivi e passivi:

https://en.wikipedia.org/wiki/Voltage_regulator#Active_regulators

 

[5] I tipi di regolatore di tensione automatico:

https://en.wikipedia.org/wiki/Voltage_regulator#Automatic_voltage_regulator

 

[6] Corrente alternata: https://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_alternata

 

[7] Corrente continua: https://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_continua

 

[8] Alcuni tipi di regolatore di tensione per corrente alternata:

https://en.wikipedia.org/wiki/Voltage_regulator#AC_voltage_stabilizers

 

[9] Alcuni tipi di regolatore di tensione per corrente continua:

https://en.wikipedia.org/wiki/Voltage_regulator#DC_voltage_stabilizers

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi sul funzionamento del bosone di Higgs

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sul funzionamento del bosone di Higgs.[1]

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[2]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

IPOTESI

Il bosone di Higgs funziona in modo simile a un regolatore di tensione elettrica.

 

ESPERIMENTI

Per la verifica sperimentale dell’ipotesi che ho ora formulato, propongo di effettuare i seguenti esperimenti.[3]

Tre misuratori di tensione elettrica vengono posizionati, rispettivamente, all’interno della particella sub-atomica nella quale si trova il bosone di Higgs oggetto di esame, sulla sua struttura esterna e nella sua parte interna.

Tutti gli esperimenti descritti qui di seguito iniziano con la rilevazione della tensione elettrica da parte di tutti e tre i rilevatori di tensione che ho appena elencato.

 

Esperimento n. 1

Si indirizzi verso la struttura esterna del bosone di Higgs oggetto di esame una variazione della tensione elettrica di ingresso dell’ordine di ±5% rispetto alla tensione elettrica presente, all’inizio di questo esperimento, all’interno della particella subatomica nella quale esso si trova.

A seguito di ciò, il misuratore di tensione elettrica all’interno della particella sub-atomica misurerà una tensione elettrica in uscita dalla struttura esterna del bosone di Higgs oggetto di esame che risulterà stabilizzata entro un valore minore di ±5%.

 

Esperimento n. 2

La regolazione di tensione elettrica all’interno del bosone di Higgs avviene tramite il seguente meccanismo automatico di tipo chimico.

La sua struttura esterna si comporta come un conduttore posto tra due corpi: la parte interna della particella sub-atomica nella quale esso si trova e la parte interna del medesimo bosone.

I composti chimici presenti nella parte interna del bosone di Higgs si destabilizzano a seguito della variazione in aumento o in diminuzione oltre una certa misura della tensione elettrica che entra in essa.

La destabilizzazione chimica ora descritta dà avvio alla regolazione della tensione elettrica.

Per verificare questa ipotesi si indirizzino verso la parte esterna del bosone di Higgs molteplici variazioni in diminuzione della tensione elettrica a partire da ±5% rispetto al valore di essa presente, all’inizio dell’esperimento, all’interno della particella subatomica.

Proseguendo in questo modo, si arriverà a trovare la variazione di tensione elettrica al di sotto della quale la regolazione della tensione elettrica non avviene.

Questo poiché il meccanismo automatico di tipo chimico che ho descritto non si attiva.

 

Esperimento n. 3

La variazione di tensione elettrica – al di sotto della quale la regolazione della tensione elettrica non avviene – non ha un valore fisso.

Il suo valore, infatti, varia a seconda del grado di conducibilità elettrica presente nella parte interna del bosone di Higgs.

Per verificare questa ipotesi, si effettui il seguente esperimento articolato in due parti.

Prima parte.

Si immettano nella parte interna del bosone di Higgs oggetto di esame delle molecole di un materiale isolante.[4]

Si faccia in modo che esse si diffondano uniformemente all’interno del volume della parte interna.

A seguito di ciò, si ripetano le operazioni che ho descritto nell’esperimento numero 2 che precede.

Il valore della variazione di tensione elettrica al di sotto della quale la regolazione della tensione elettrica da parte del bosone di Higgs non avviene risulterà essere più basso di quello misurato al termine dell’esperimento numero 2 che precede.

Seconda parte.

Dopo di che, si immetta nella parte interna del bosone di Higgs oggetto di esame una sostanza chimica in grado di interagire con le molecole del materiale isolante precedentemente in essa inserite e di formare uno o più composti non isolanti.[5]

La variazione di tensione elettrica al di sotto della quale la regolazione della tensione elettrica da parte del bosone di Higgs non avviene tornerà nuovamente a un valore più alto rispetto a quello misurato al termine della prima parte di questo esperimento.[6]

 

TESI

Se uno o più degli esperimenti che ho poc’anzi proposto – e/o altri esperimenti che verranno effettuati – confermeranno la validità delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub-atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Nell’articolo “Ipotesi sulla funzione e sulla struttura del bosone di Higgs” – pubblicato il 28 agosto 2017 all’indirizzo https://giorgiocannella.com/index.php/2017/08/28/funzione-e-struttura-del-bosone-higgs/ – ho formulato delle ipotesi sulla funzione (vale a dire, a che cosa serve) e sulla struttura (vale a dire, come è fatto) del bosone di Higgs. In questo articolo formulo delle ipotesi su come funziona il bosone di Higgs.

 

[2] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[3] Tutte le operazioni che sono descritte nel paragrafo “Esperimenti” devono essere effettuate senza indurre, al contempo, una variazione nella frequenza e nella intensità delle vibrazioni presenti nella particella subatomica all’interno della quale si trova il bosone di Higgs oggetto di esame.

 

[4] Ad esempio, delle molecole di un materiale plastico.

 

[5] L’aumento della conducibilità elettrica che si ottiene è direttamente proporzionale all’ottenimento di materiali semi-conduttori, conduttori o super-conduttori all’esito della descritta reazione chimica.

 

[6] La diminuzione di questo valore è inversamente proporzionale al grado di conducibilità elettrica presente nella parte interna del bosone di Higgs oggetto di esame.

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com 

Questo articolo è stato pubblicato sul sito www.giorgiocannella.com il 22 febbraio 2018 alle ore 06.04.

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi sulla funzione e sulla struttura del bosone di Higgs

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sulla struttura del bosone di Higgs e sulla funzione che esso svolge all’interno della particella sub-atomica nella quale si trova.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

IPOTESI

Il bosone di Higgs è uno smorzatore delle vibrazioni presenti all’interno della particella sub-atomica nella quale si esso si trova.

Esso è costituito da una struttura esterna che circonda una parte interna.

Quest’ultima è costituita da energia priva di carica elettrica e nella quale non ci sono vibrazioni.

La struttura esterna del bosone di Higgs vibra con la stessa frequenza che è presente nella parte interna della particella sub-atomica all’interno della quale esso è contenuto.

La parte interna del bosone di Higgs ha la funzione di sostenere la sua struttura esterna affinché le vibrazioni che quest’ultima riceve e assorbe non la disgreghino.

Il bosone di Higgs, dunque, ha la funzione di rendere più stabile la particella sub-atomica nella quale esso si trova.

 

ESPERIMENTO

Per la verifica sperimentale delle ipotesi che ho ora formulato, propongo di effettuare le seguenti operazioni.

Tre misuratori di vibrazioni vengono posizionati rispettivamente, all’interno della particella sub-atomica nella quale si trova il bosone di Higgs oggetto di esame, sulla sua struttura esterna e nella sua parte interna.

Si comincia con la rilevazione delle vibrazioni presenti all’interno della particella sub-atomica.

Quindi, si indirizzano verso la struttura esterna del bosone di Higgs oggetto di esame delle vibrazioni con una frequenza diversa e una intensità minore rispetto a quelle che hanno le vibrazioni che sono state poco prima rilevate all’interno della particella sub-atomica.

In seguito a ciò, il misuratore di vibrazioni posizionato sulla struttura esterna del bosone di Higgs oggetto di esame rileva un mutamento di frequenza e una diminuzione di intensità.

Allo stesso tempo il misuratore di vibrazioni posizionato all’interno del medesimo bosone continua a non rilevare alcuna vibrazione.

Se verso la struttura esterna del bosone di Higgs oggetto di esame vengono indirizzate delle vibrazioni con una frequenza diversa da quella delle vibrazioni presenti all’interno della particella sub-atomica nella quale esso si trova, ma con una intensità pari a queste ultime, il bosone oggetto di esame si disgrega.

Quest’ultimo risultato si ottiene anche nel caso in cui, verso la parte interna del bosone di Higgs oggetto di esame, si indirizzano delle vibrazioni con una frequenza diversa da quella delle vibrazioni presenti all’interno della particella sub-atomica nella quale esso si trova, ma con una intensità pari a queste ultime.

 

TESI

Se l’esperimento che ho poc’anzi proposto – e/o altri esperimenti che verranno effettuati – confermeranno la validità delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub-atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo contributo è puramente personale.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul sito www.giorgiocannella.com il 28 agosto 2017 alle ore 00.33.

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273