Questo articolo contiene delle ipotesi sulla contrazione e riespansione dell’universo (il così detto big bounce).
Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]
Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.
Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.
PRIMA PARTE – LA CONTRAZIONE DELL’UNIVERSO
Nell’articolo “Ipotesi sull’energia oscura”[2] ho scritto che:
“Quando (9d + 3 s/2) si esaurisce, il potenziale positivo della energia oscura in potenza assume valore zero e quindi il tessuto dello spazio si riduce come fa un metro a nastro in un meccanismo avvolgibile.”
Sviluppo questa affermazione.
Quando (9d + 3 s/2) si esaurisce, il potenziale
3/2 . b al quadrato / a . -d . 1/t
non opera più.
Poiché lo spazio fluisce secondo la seguente relazione con il tempo
-f = 2/3 . t – 1 / s quadro . [2 t quadro . g . (s/2 – 1/2 t)]
se il potenziale
3/2 . b al quadrato / a . -d . 1/t
non opera più, il tessuto dello spazio non ha più il supporto che gli consente di rimanere esteso e si riduce come fa un metro a nastro in un meccanismo avvolgibile sotto l’azione di
[2 t quadro . g . (s/2 – 1/2 t)]
SECONDA PARTE – IL VUOTO
Per spiegare meglio il comportamento della materia dell’universo nel suo contrarsi e riespandersi (così detto big bounce), formulo qui di seguito alcune ipotesi sul vuoto.
Inizio prendendo in esame il vuoto come assenza di materia e di aria nella realtà fisica nella quale viviamo (lo spazio a tre dimensioni più il tempo).
Ipotizzo che nel vuoto ora detto agisca l’energia oscura in potenza nel modo seguente:
s . 1/2k freccia verso destra (sopra la linea di frazione) k . s/2 (sotto la linea di frazione) e . 1/r
Questo produce quanti di energia con carica elettrica opposta che si annichilano tra loro e così facendo generano energia di questo tipo:
e = n . (sopra la linea di frazione) r . s . (2y + d) (sotto la linea di frazione) e/u – 2a
Prendo ora in esame il vuoto come assenza di materia e di aria dopo che l’universo si è contratto e dunque in assenza dello spazio e del tempo.
Ipotizzo che nel vuoto ora detto agisca l’energia oscura in potenza nel modo seguente:
b . (q + p) freccia verso destra (sopra la linea di frazione) 2k (sotto la linea di frazione) e . 1/f
Questo produce fluttuazioni dell’energia oscura in potenza.
le fluttuazioni in parola possono essere formalizzate come segue:
f = 4 t quadro . 3/2 g – (d/3g . 1/(h/r)
TERZA PARTE – L’UNIVERSO CONTRATTO IN UN PUNTO
Ipotizzo che l’universo contratto in un punto abbia le seguenti caratteristiche:
temperatura 10 alla 29 gradi centigradi,
pressione 4,7 miliardi di Pascal,
densità 16,9 trilioni di grammi per centimetro cubo.
Ipotizzo che la diversa distribuzione della materia dell’universo nel momento in cui esso inizia a contrarsi provochi delle variazioni di densità, di temperatura, di pressione e di energia potenziale nello stato finale dell’universo contratto in un punto.
Queste variazioni comportano una conseguente variazione nella distribuzione della materia a partire dal momento in cui l’universo si espande nuovamente.
QUARTA PARTE – LA NUOVA ESPANSIONE DELL’UNIVERSO
Ipotizzo che l’universo contratto in un punto si espanda nuovamente in forza di
e = 2m . g/(f di h)
Di conseguenza, l’espansione dell’universo avviene nel modo seguente
d . (gh) fino a 3 volte (l di g)
e, quando questo potenziale si esaurisce, l’espansione dell’universo prosegue così
f = vettore di g . 3/2h
Nel caso in cui l’espansione dell’universo prosegua in modo difforme da
f = vettore di g . 3/2h
ipotizzo che agisca una forza che può essere formalizzata nel modo seguente
d / (h/2) . [ 1/2 delta di s . (f . 2h)]
La domanda «Da quale realtà proviene la forza d / (h/2) . [ 1/2 delta di s . (f . 2h)]?»
sarà oggetto di studio da parte di coloro che saranno arrivati a dimostrare quanto ho scritto fin ora e vorranno proseguire il cammino della fisica cosmologica.
Auguo a tutti loro e a tutte loro di essere felici come lo sono stato io nell’offrire agli altri un nuovo orizzonte.
CONCLUSIONE
Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.
In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica cosmologica.
Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.
NOTE A PIE’ DI PAGINA
[1] Io lavoro in uno studio legale e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.
[2] Giorgio Cannella, Ipotesi sull’energia oscura, in:
Ho assistito alla lezione pubblica “LHC – Dal bosone di Higgs alla Nuova Fisica: cosa ci sta svelando lo strumento scientifico più potente al mondo”[1], uno dei tanti eventi della “Notte europea dei ricercatori 2016”.
Durante la lezione, il docente ha affermato che le misurazioni effettuate all’LHC di Ginevra[2] hanno determinato che il campo del bosone di Higgs, nel vuoto, ha un valore di 250 GeV[3].
A quel punto si è soffermato sulla domanda:
come è possibile che il campo del bosone di Higgs nel vuoto – cioè in stato di non eccitazione – abbia un valore di 250 GeV ?
La lezione è proseguita affermando che questo valore del campo del bosone di Higgs è un ostacolo alla elaborazione di un modello fisico-matematico che possa descrivere la gravità in maniera compatibile con la meccanica quantistica.[4]
Il problema che emerge da questi dati può essere spiegato nei termini seguenti: è come comparare un elefante (la gravità) con una cellula umana (la fisica quantistica).
Per tenerli in equilibrio ci vorrebbe una leva nella quale il fulcro disti dall’elefante quanto una cellula umana e la cellula umana disti dal fulcro quanto la distanza che c’è tra il Sole e Plutone.[5]
Da quanto ho ascoltato a lezione, ho dedotto che i presupposti dai quali i fisici partono in questo campo di ricerca sono i seguenti: il bosone di Higgs determinerebbe la massa[6] e la forza di gravità sarebbe causata dalla massa.[7]
Di conseguenza, mi pongo le seguenti domande:
oggi siamo in grado di spiegare tecnicamente come funziona la gravità ?
quali evidenze scientifiche abbiamo, oggi, dell’affermazione che la forza di gravità sia causata dalla massa ?
La prima domanda mi è venuta in mente considerando che, fin dall’esperimento di Joseph John Thomson nel XIX secolo, siamo in grado di visualizzare il flusso di elettroni della corrente elettrica.
Ecco il video con la spiegazione dell’esperimento di J. J. Thomson in inglese:
Ecco i video con la spiegazione dell’esperimento di J. J. Thomson in italiano:
Guardando questi filmati mi sono chiesto se oggi siamo in grado di fare lo stesso con la forza di gravità.
In altre parole, se al posto dei due poli elettrici catodo e anodo degli esperimenti condotti nel XIX secolo sulla corrente elettrica avessimo due masse come un libro e un quaderno – le quali, per la legge di gravità, si attraggono – potremmo vedere il funzionamento della forza di gravità come, fin dal XIX secolo, abbiamo visto il flusso di elettroni della corrente elettrica ?
Ad oggi, non sono a conoscenza della dimostrazione di come funziona tecnicamente la forza di gravità.
A questo punto mi chiedo come sia possibile ipotizzare un modello di universo basato sulla legge di gravità, se non conosciamo ancora come quest’ultima funziona tecnicamente.[8]
Inoltre, mi domando come è possibile affermare che la forza di gravità sarebbe causata dalla massa[9] se, ad oggi, non conosciamo come funziona tecnicamente la forza di gravità.
Nella mia esperienza di lavoro come avvocato ho imparato che i grandi risultati si ottengono a partire da eventi che, agli occhi di molti, possono apparire banali come, ad esempio, stabilire un buon rapporto professionale con il cliente o verificare che la notifica dell’atto di citazione sia avvenuta correttamente.
Per questo, per affrontare le sfide poste da tutte le domande di questo articolo, mi sono chiesto se, anche nella fisica delle particelle sub-atomiche, non fosse il caso di partire da eventi che, agli occhi di molti, possono apparire banali come, ad esempio, il decadimento particellare.[10]
Una semplice ricerca che ho effettuato su internet mi ha rivelato che la vita media di un elettrone è > 4,6 x 1026 anni, mentre la vita media di un protone è > 1025 anni.[11]
Al contrario, la vita media delle altre particelle sub-atomiche[12] è pari a una frazione di secondo.[13]
Per iniziare il cammino che porterà a dare delle risposte alle domande che ho formulato in questo articolo, propongo di partire dalla seguente domanda: perché un elettrone e un protone decadono dopo moltissimi anni, mentre le altre particelle sub-atomiche – tranne il neutrone – decadono dopo una frazione di secondo ?
Ad oggi, non sono a conoscenza della risposta a questa domanda.
Auguro alla fisica delle particelle sub-atomiche un futuro ricco di scoperte entusiasmanti.
Spero che questo mio contributo faccia sorgere in voi il desiderio di spingere più oltre la frontiera della conoscenza umana.
Vi ringrazio per il vostro tempo.
NOTE A PIE’ DI PAGINA
[1] Tenuta dal ricercatore dottor Biagio Di Micco del Dipartimento di matematica e fisica dell’Università degli studi Roma Tre nei locali dell’Università in Roma, Largo San Leonardo Murialdo, n. 1, dalle 22.00 alle 23.00 del 30 settembre 2016.
Preciso fin d’ora che io sono un avvocato e non un fisico.
Il mio interesse per questo tipo di argomenti è puramente personale.
[2] “The Large Hadron Collider (LHC) is the world’s largest and most powerful particle accelerator. It first started up on 10 September 2008, and remains the latest addition to CERN’s accelerator complex.
The LHC consists of a 27-kilometre ring of superconducting magnets with a number of accelerating structures to boost the energy of the particles along the way.”.
“Il Large Hadron Collider (LHC) è l’acceleratore di particelle più grande e potente del mondo. Ha iniziato a funzionare il 10 settembre 2008 e rimane l’aggiunta più grande al complesso acceleratore del CERN.
L’LHC consiste in un anello di 27 chilometri di magneti superconduttori con un numero di strutture di accelerazione per aumentare l’energia delle particelle lungo il percorso.” (la traduzione è mia)
[3] “In fisica l’elettronvolt (simbolo eV) è un’unità di misura dell’energia, molto usata in ambito atomico e subatomico. Viene definito come l’energia guadagnata (o persa) dalla carica elettrica di un singolo elettrone, quando viene mosso nel vuoto tra due punti di una regione in cui ha sede un potenziale elettrostatico, tra i quali vi è una differenza di 1 volt.”.
Il gigaelettronvolt (simbolo GeV) è un multiplo dell’elettronvolt (1 GeV = 109 eV).
[4] La massa del bosone di Higgs è pari a 126 GeV: grande rispetto alla massa del protone che è pari a 1 GeV, ma molto piccola rispetto alla massa di Plank che è pari a 1019 GeV.
La massa di Plank si definisce come “l’unità naturale di massa, lamassima massa permessa dalla natura per masse puntiformi, una massa capace di possedere una singola carica elementare”.
[5] L’esempio che riporto è stato esposto dal dottor Di Micco durante la lezione che ho citato.
[6] “Ilbosone di Higgsè unbosoneelementare,massivoescalareche gioca un ruolo fondamentale all’interno delModello standard.
Venne teorizzato nel1964e rilevato per la prima volta nel2012negli esperimentiATLASeCMS, condotti con l’acceleratoreLHCdelCERN.
La sua importanza è quella di essere laparticellaassociata alcampo di Higgs, che secondo la teoria permea l’universoconferendo lamassaalleparticelle elementari.” (il sottolineato è mio).
[7] “Il campo gravitazionale terrestre è un fenomeno naturale presente sulla Terra, per il quale il pianeta esercita un’attrazione sui corpi che si manifesta attraverso il peso. La forza attrattiva del nostro pianeta, rispetto ad un altro corpo, deriva dalla sua massa e dalla distanza, secondo la legge universale di Newton.” (il sottolineato è mio).
[8] “La teoria più moderna dell’Universo oscillante, basata sulla cosmologia quantistica, sostiene che questo processo si ripeterà, attraverso il meccanismo del Grande Rimbalzo (Big Bounce), ma solo se la forza di gravità supererà l’energia oscura (o se l’energia oscura non esistesse). Molti esperti di gravità quantistica concordano col Big Bounce.”.
“Big Bounce(in inglese “Grande Rimbalzo”), è una teoria cosmologica elaborata dal fisico tedesco Martin Bojowald, esperto di gravità e cosmologia quantistiche, e dal suo team della Pennsylvania State University, e pubblicata nel luglio 2007 su Nature Phisics online.”.
Salvo errori e omissioni da parte mia, la lettura dell’affermazione che ho citato tra virgolette nella nota 7 di questo articolo mi porta a dedurre che essa riguarda l’osservazione dell’attrazione gravitazionale come fenomeno.
Come avete letto, le domande che mi pongo in questo articolo non riguardano l’attrazione gravitazionale come fenomeno che si manifesta, ma riguardano ciò che ne è la causa.
Non intendo negare la validità delle affermazioni fatte fin ora dalla scienza sulla forza di gravità come fenomeno che si manifesta; le mie competenze non me lo permettono.
Tuttavia, sono rimasto sorpreso dal fatto che sia stato usato il modo indicativo – il modo della certezza – per parlare della forza di gravità senza averne compreso il funzionamento tecnico.
In altre parole, nel testo che ho citato nella nota 7, al posto del verbo “deriva”, mi sarei aspettato l’uso del verbo al condizionale “deriverebbe”.
Questo per indicare che le osservazioni fin ora compiute sulla forza di gravità come fenomeno che si manifesta conducono ad affermare che essa “deriverebbe” dalla massa e che per poter usare il verbo all’indicativo – “deriva” – è necessario prima comprendere come funziona tecnicamente la forza di gravità.
[10] “Il decadimento particellare è il decadimento di una particella sub-atomica.”
“Il Particle Data Group è una collaborazione internazionale di fisici delle particelle che analizzano e compilano i risultati pubblicati riguardanti le proprietà delle particelle elementari e delle interazioni fondamentali. …
Il Particle Data Group attualmente pubblica il Review of Particle Physics e la sua versione tascabile Particle Data Booklet, che è stampata ogni due anni, e aggiornata in Internet annualmente.
Il Particle Data Group pubblica anche il Pocket Diary for Physicists, un calendario con le date delle maggiori conferenze internazionali e i contatti con i maggiori istituti di fisica delle alte energie.”.