Riflessioni sul battesimo

I passi che il Nuovo Testamento dedica al battesimo ci permettono di migliorare le norme del diritto canonico che consentono di amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini.[1]

Lo scopo di questo articolo è rendere i canoni in parola conformi a quanto si legge nella Bibbia.

Come è noto, infatti, il diritto canonico si fonda sulla Scrittura della quale costituisce attuazione dettando regole per disciplinare la vita dei fedeli.

 

 

Fin da quando studiavo teologia, desideravo scrivere le mie riflessioni sulla questione della validità del battesimo amministrato ai neonati e ai bambini.

Il compito è arduo perché l’argomento è già stato affrontato da molti celebri autori.

Dunque, cosa può offrire questo mio contributo?

La risposta è duplice: una trattazione comprensibile anche ai non addetti ai lavori, l’esame della questione anche da un punto di vista legale, oltre che teologico e scritturistico.

 

 

IL NUOVO TESTAMENTO

Partiamo dalle fondamenta: il Nuovo Testamento.

Non può esservi dubbio alcuno che il Nuovo Testamento sancisca che il battesimo vada amministrato unicamente a degli adulti consapevoli.

È sufficiente a tal fine leggere tutti i passi che vanno dal battesimo di conversione amministrato da Giovanni il battista[2] fino al battesimo amministrato nella Chiesa delle origini.[3]

 

A ulteriore dimostrazione di quanto appena detto, ci sono i passi dei vangeli di Marco, di Matteo e di Luca nei quali Gesù Cristo rimprovera gli apostoli perché cecavano di allontanare da lui dei bambini.

Nei passi in parola si legge che Gesù accarezzava e abbracciava i bambini, imponeva loro le mani, li benediceva e pregava per loro.[4]

Nulla di più!

Non c’è scritto che Gesù amministrava ai bambini il battesimo.

Per i cristiani, Gesù Cristo è il figlio di Dio che si è incarnato.

Dio è onnipotente.

Se vuole fare qualcosa, la fa.

Se non la vuole fare, non la fa.

Nulla e nessuno può impedire a Dio di fare ciò che egli desidera.

Se Gesù avesse voluto amministrare a quei bambini il battesimo, lo avrebbe fatto.

Se non lo ha fatto, è perché non ha voluto farlo.

Non si riesce a comprendere, dunque, per quale motivo i cristiani dovrebbero amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini se Dio non ha voluto farlo.

 

 

L’OBIEZIONE DI JOACHIM JEREMIAS

Joachim Jeremias obietta[5] che il battesimo dei bambini sarebbe attestato dai passi del Nuovo Testamento nei quali si legge che una persona viene battezzata “con tutti i suoi” o “assieme alla sua famiglia”.[6]

L’obiezione in esame è interessante, ma non può essere condivisa per i seguenti motivi.

 

Innanzitutto, perché non si può dare a un testo un significato difforme da quello che emerge chiaramente dal testo stesso.

Se, come abbiamo letto poc’anzi in ben tre passi di tre vangeli diversi[7], Gesù Cristo non ha voluto amministrare il battesimo ai bambini, non è lecito interpretare le parole “con tutti i suoi” o “assieme alla sua famiglia” per sostenere che il Nuovo Testamento consentirebbe di battezzare i bambini.

 

In secondo luogo, perché senza precisi e inoppugnabili dati testuali, non si può affermare che gli apostoli e san Paolo di Tarso, apostolo delle genti[8], facessero qualcosa di contrario rispetto a quanto ha fatto Gesù Cristo.

Anche in questo caso, infatti, nulla nel Nuovo Testamento consente di dire che gli apostoli e san Paolo di Tarso abbiano scelto di andare contro l’insegnamento di Gesù Cristo il quale, lo ripetiamo, ha scelto di non amministrare il battesimo ai bambini.[9]

 

Inoltre, la cultura giudaica dalla quale provenivano sia gli apostoli, sia san Paolo di Tarso, prevedeva la sequela del Signore unicamente come atto volontario e consapevole compiuto da un adulto.

Nell’Antico Testamento, infatti, l’agire di Dio si attua attraverso un bambino solo in via di eccezione, per un compito preciso che Dio ha pensato per un bambino in particolare e senza conferirgli il battesimo.

Per rendersene conto, è sufficiente leggere i seguenti passi:

 

  • il passo in cui l’angelo del Signore annuncia alla moglie di Manoach, che era sterile, la nascita di suo figlio Sansone con la missione di iniziare a liberare Israele dalle mani dei Filistei.[10] Anche in questo caso, come nei tre passi dei vangeli citati nella nota 4, una volta nato Sansone, il testo dice che il Signore lo benedisse, non che gli diede il battesimo;[11]

 

  • il passo in cui il Signore suscita lo spirito del giovanetto Daniele perché dimostri pubblicamente come calunniosa l’accusa portata in giudizio da due anziani contro Susanna.[12] Anche in qui, come nei tre passi dei vangeli citati nella nota 4, il testo afferma che il Signore diede a Daniele il dono dell’anzianità per fare da giudice nella contesa tra i due anziani e Susanna e afferma anche che, in seguito a questo episodio, Daniele “divenne grande di fronte al popolo”, ma non si legge che il Signore diede a Daniele il battesimo.

 

Infine, va tenuto presente che, nella cultura romana, i neonati e i bambini non potevano prendere decisioni in modo autonomo, perché erano soggetti alla potestà del padre di famiglia.

D’altro canto, se il padre di famiglia avesse chiesto il battesimo per i neonati e i bambini della sua famiglia o, per ipotesi, questi ultimi lo avessero chiesto autonomamente per se stessi, le tre motivazioni già esposte in questo paragrafo portano a concludere che la richiesta sarebbe stata cortesemente rifiutata.

 

Alla luce delle motivazioni esposte, le parole “con tutti i suoi” e “assieme alla sua famiglia” presenti nei passi usati da Joachim Jeremias devono essere intese come riferite alle seguenti categorie di persone:

  • persone adulte e consapevoli non più soggette alla potestà del padre di famiglia a seguito della manumissio o della emancipatio; [13]
  • persone adulte e consapevoli non più soggette alla potestà del padre di famiglia perché la loro condizione schiavile era cessata a seguito di manumissio vindicta o di manumissio testamento o di manumissio censu;[14]
  • persone adulte e consapevoli soggette alla potestà del padre di famiglia le quali, con il consenso di quest’ultimo, hanno chiesto di ricevere il battesimo.

 

In conclusione, i passi biblici esaminati e le argomentazioni esposte finora ci portano ad affermare che:

  • Gesù Cristo ha scelto di non amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini;
  • il battesimo nel Nuovo Testamento viene amministrato solo a degli adulti consapevoli;
  • sia nel Vecchio Testamento, sia nel Nuovo Testamento l’agire di Dio si attua attraverso un bambino solo in via di eccezione, per un compito preciso che Dio ha pensato per un bambino in particolare e senza somministrazione del battesimo.

 

 

L’ORIGINE DEL BATTESIMO DEI NEONATI E DEI BAMBINI

A questo punto dobbiamo domandarci come abbia avuto inizio la prassi di amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini.

Troviamo la risposta nel paragrafo 4 della “Istruzione sul battesimo dei bambini” del 1980.[15]

Nel paragrafo in esame non si menziona alcun passo della Scrittura, ma si citano dei passi di alcuni scritti di Origène, sant’Agostino di Tagaste, sant’Ireneo di Lione, Ippolito Romano, san Cipriano di Cartagine e si fa menzione di un sinodo dei vescovi africani al quale san Cipriano di Cartagine ha partecipato e che ha sancito la possibilità di battezzare i bambini.

Esaminiamo queste fonti.

 

Per quanto riguarda gli scritti degli autori citati, è bene dare a ciascuno il suo giusto peso.

Per i cristiani, la Bibbia è la parola di Dio.

Le opinioni e le proposte espresse nella riflessione teologica costituiscono un esercizio del diritto alla libera manifestazione del pensiero.[16]

Tuttavia, Dio non è un teologo particolarmente versato al quale possono contrapporsi le affermazioni di altri teologi ugualmente capaci.

Se tutti i passi biblici che abbiamo citato ed esaminato finora sono concordi nell’affermare

  • che Gesù Cristo ha scelto di non amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini,
  • che il battesimo nel Nuovo Testamento viene amministrato solo a degli adulti consapevoli
  • e che in tutta la Bibbia l’agire di Dio si attua attraverso un bambino solo in via di eccezione, per un compito preciso che Dio ha pensato per un bambino in particolare e senza somministrazione del battesimo,

le opinioni e le proposte di stampo diverso, per quanto autorevoli, non possono soppiantare il dato inequivocabile della Scrittura.

Nessuna affermazione umana, infatti, può stare alla pari, superare o contraddire la parola di Dio.

 

 

IL SINODO DI CARTAGINE

Prendiamo ora in esame il sinodo africano citato nel paragrafo 4 della “Istruzione sul battesimo dei bambini” del 1980.

Salvo errori da parte mia, si tratta del sinodo di Cartagine dell’anno 251 dopo Cristo, presieduto da san Cipriano vescovo della medesima città.[17] 

 

In ecclesiologia e in storia della chiesa si studia che, affinché un concilio faccia un’affermazione dogmatica, sono necessari tutti e tre i seguenti requisiti: soggetto, oggetto, atto.

Il soggetto è il collegio dei vescovi che devono essere presenti nel concilio per poter discutere e votare.

L’oggetto è la materia, vale a dire la rivelazione.

L’atto è l’intenzione di definire una questione.

Questa intenzione deve essere chiaramente presente negli atti emanati dal concilio: ad esempio, quando è usata la formula “Noi definiamo”.

Se l’intenzione in parola non è presente, non va cercata.

 

Il requisito del soggetto

Il diritto canonico insegna che il collegio dei vescovi è composto dal sommo pontefice che ne è il capo e dai vescovi in forza della consacrazione sacramentale e della comunione gerarchica con il capo e con i membri del collegio.[18]

Nel sinodo di Cartagine del 251 dopo Cristo:

  • non c’era il collegio dei vescovi, ma solo alcuni vescovi dell’allora porzione dell’Africa facente parte dell’impero romano;
  • non c’era il sommo pontefice.[19]

Questi due dati da soli implicano che il requisito del soggetto non può dirsi presente nel sinodo di Cartagine dell’anno 251 dopo Cristo.

 

Per completezza, va ricordato altresì che i sinodi di Cartagine degli anni ’50 del terzo secolo dopo Cristo non erano in comunione con il sommo pontefice e con il collegio dei vescovi.

Questo a causa del contrasto tra Roma e Cartagine sulla questione della validità del battesimo amministrato fuori della chiesa cattolica.[20]

 

Il requisito dell’oggetto

L’affermazione resa dal sinodo di Cartagine del 251 dopo Cristo secondo la quale si può amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini è sicuramente non conforme alla rivelazione.

Questo perché l’esame dei passi biblici e delle argomentazioni esposte in questo articolo conducono alle seguenti conclusioni:

  • Gesù Cristo ha scelto di non amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini;
  • il battesimo nel Nuovo Testamento viene amministrato solo a degli adulti consapevoli;
  • sia nel Vecchio Testamento sia nel Nuovo Testamento l’agire di Dio si attua attraverso un bambino solo in via di eccezione, per un compito preciso che Dio ha pensato per un bambino in particolare e senza somministrazione del battesimo.

Pertanto, l’affermazione della possibilità di battezzare neonati e bambini resa dal sinodo di Cartagine dell’anno 251 dopo Cristo non è conforme alla rivelazione e quindi non possiede il requisito dell’oggetto.

 

Il requisito dell’atto

Negli atti emanati dal sinodo di Cartagine in esame non c’è la formula “Noi definiamo” o altre espressioni che indichino la chiara intenzione di definire una questione.

Pertanto, l’affermazione resa dal sinodo di Cartagine sulla possibilità di battezzare neonati e bambini non ha il requisito dell’atto.

 

In conclusione, la mancanza dei tre requisiti del soggetto, dell’oggetto e dell’atto comporta che l’affermazione resa dal sinodo di Cartagine dell’anno 251 dopo Cristo secondo la quale è possibile battezzare i neonati e i bambini non è dogmatica.

Inoltre, poiché l’affermazione in parola ha un impatto sulla vita di tutti i fedeli, essa rientra nella competenza di un concilio ecumenico.

Poiché il sinodo di Cartagine del 251 dopo Cristo non fu ecumenico, la sua affermazione secondo la quale è possibile battezzare i neonati e i bambini non ha alcun valore.

 

 

IL VALORE DEL BATTESIMO DEI NEONATI E DEI BAMBINI

A questo punto dobbiamo chiederci quale sia il valore del battesimo conferito ai neonati e ai bambini.

 

In teologia sacramentaria si studia che lo schema di ogni sacramento è: Dio chiama, il soggetto risponde, la chiesa conferma.

Spieghiamo questo concetto con due esempi.

 

Il primo.

Tizio è in chiesa per sposarsi.

Non manifesta il consenso in alcun modo e non ha validamente delegato alcuno a rispondere al suo posto.

Risponde “sì” il padre di Tizio presente in chiesa.

Il matrimonio di Tizio è valido?

No.

Il matrimonio di Tizio è invalido per mancanza del consenso.

 

Il secondo esempio.

Tizio è in chiesa per ricevere il sacerdozio ministeriale.

Non manifesta il consenso in alcun modo e non ha validamente delegato alcuno a rispondere al suo posto.

Risponde “sì” la madre di Tizio presente in chiesa.

Il sacerdozio ministeriale è stato validamente conferito a Tizio?

No.

Il sacerdozio ministeriale non è stato validamente conferito a Tizio per mancanza del consenso.

 

Passiamo ora al battesimo.

Tizio – neonato o bambino – è in chiesa per ricevere il battesimo.

Non manifesta il consenso in alcun modo e non ha validamente delegato alcuno a rispondere al suo posto.

Rispondono “sì” i genitori di Tizio presenti in chiesa.

Il battesimo è stato validamente conferito a Tizio?

No.

Il battesimo non è stato validamente conferito a Tizio per mancanza del consenso.

Lo stesso va detto anche nel caso in cui Tizio, bambino, abbia detto “sì”.

Infatti, il neonato e il bambino non hanno ancora l’età della ragione necessaria per dare validamente il loro consenso e fare affermazioni con coscienza e volontà.

 

Un elemento utile a riflettere sull’età necessaria per esprimere un valido consenso ci viene fornito dal codice di diritto canonico e dal codice dei canoni delle chiese orientali.

A proposito dell’età minima per celebrare un valido matrimonio, i due codici citati fissano un’età minima di sedici anni compiuti per l’uomo e di quattrodici anni compiuti per la donna.[21]

Non si riesce a capire, quindi, per quale motivo persone di età inferiore dovrebbero poter esprimere un valido consenso per ricevere il battesimo.

A questa conclusione non vale opporre il fatto che, nel battesimo dei neonati e dei bambini, il consenso viene espresso da degli adulti al loro posto.

Infatti, come abbiamo ricordato all’inizio di questo paragrafo, in teologia sacramentaria si studia che lo schema di ogni sacramento è: Dio chiama, il soggetto risponde, la chiesa conferma.

Il soggetto risponde.

Non una persona diversa risponde al suo posto!

Né potrebbe obiettarsi, infine, che la Chiesa ha disciplinato il battesimo in modo che degli adulti possano esprimere il consenso al posto del neonato e del bambino.

In teologia sacramentaria, infatti, si studia che la Chiesa disciplina i sacramenti, ma non istituisce i sacramenti.

Lo stesso affermano i due codici di diritto canonico citati poc’anzi.[22]

I sacramenti li istituisce Dio.[23]

Solo Dio può decidere se, come e quando donare la sua grazia.

Nessuno vanta dei diritti sulla grazia di Dio.

Se tutti i passi biblici che abbiamo citato ed esaminato finora sono concordi nell’affermare

  • che Gesù Cristo ha scelto di non amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini,
  • che il battesimo nel Nuovo Testamento viene amministrato solo a degli adulti consapevoli
  • e che in tutta la Bibbia l’agire di Dio si attua attraverso un bambino solo in via di eccezione, per un compito preciso che Dio ha pensato per un bambino in particolare e senza somministrazione del battesimo,

nessuna norma della Chiesa può stabilire che Dio deve donare la grazia del battesimo anche ai neonati e ai bambini.

Nessuno può costringere Dio a donare la sua grazia.

 

Inoltre, fissare l’età minima per ricevere validamente il battesimo a sedici anni compiuti per l’uomo e a quattordici anni compiuti per la donna – come abbiamo visto che già accade per il matrimonio – è utile anche per abbandonare la prassi di ricevere i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, confermazione, eucaristia) in tre momenti diversi.

I due codici di diritto canonico della chiesa latina e delle chiese orientali, infatti, affermano che essi sono tra loro congiunti.[24]

Dunque, perché dividerli?

 

Molti pensano che il battesimo dei neonati e dei bambini sia necessario perché il bambino non battezzato non potrebbe salvarsi.

Un cristiano non può avere questa convinzione perché essa è contraria alla Scrittura.

Per rendersene conto è sufficiente leggere il passo del vangelo di Matteo nel quale è scritto che, al momento della morte di Gesù in croce, “i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono”.[25]

Queste persone erano nate, vissute e morte prima della morte di Gesù in croce e dunque non avevano potuto ricevere il battesimo cristiano.

Ciò non ostante, al momento della morte redentrice di Cristo, esse sono risuscitate.

 

Che dire poi di Mosè ed Elia?

Nati, vissuti e morti molto prima dell’incarnazione di Gesù Cristo, anch’essi non avevano potuto ricevere il battesimo cristiano, eppure appaiono vivi ai lati di Gesù durante la sua trasfigurazione mentre conversano con lui.[26]

Di conseguenza, la convinzione secondo la quale sarebbe necessario amministrare il battesimo ai neonati e ai bambini perché questi possano salvarsi è contraddetta dalla Scrittura e, dunque, non può appartenere alla fede cristiana.

 

Lo stesso va detto per la convinzione secondo la quale, in pericolo di morte, bisognerebbe amministrare il battesimo, la confermazione e ricevere per la prima volta l’eucaristia per consentire all’individuo di salvarsi.

I sacramenti ora citati servono per completare l’iniziazione cristiana.

Non sono amuleti o lascia passare per entrare in paradiso!

Come abbiamo letto poc’anzi, la grazia di Dio fa risorgere anche persone decedute prima della morte di Cristo e conduce in paradiso anche persone vissute prima della incarnazione di Cristo.

 

 

In conclusione, i passi biblici citati e le argomentazioni esposte finora non lasciano spazio al dubbio: il battesimo amministrato ai neonati e ai bambini non è conforme alla Scrittura ed è invalido per mancanza del consenso.

La conseguenza del battesimo invalido è chiaramente espressa in entrambi i codici di diritto canonico: senza il battesimo non si possono ricevere validamente gli altri sacramenti.[27]

 

 

I CANONI DA MODIFICARE

Per risolvere il problema fin qui messo in luce, è necessario modificare le norme del codice di diritto canonico e del codice dei canoni delle chiese orientali che permettono di amministrare il battesimo ai feti, ai neonati, ai bambini e a chi non è responsabile dei suoi atti.

A tale scopo, l’età minima per ricevere validamente il battesimo deve essere la medesima che il diritto canonico stabilisce per contrarre validamente il matrimonio.[28]

 

Codice di diritto canonico

I canoni 852, 867, 868, 870 e 871 sono abrogati.

 

Il testo del canone 852 viene sostituito dal seguente:

Can. 852 – §1. Il battesimo viene amministrato validamente solo a uno o più individui adulti e consapevoli.

§2. L’uomo prima dei sedici anni compiuti, la donna prima dei quattordici anni compiuti, non possono ricevere validamente il battesimo.

§3. La Conferenza episcopale è libera di fissare una età maggiore per ricevere validamente il battesimo.

§4. Congiuntamente con il battesimo viene amministrata la confermazione e viene ricevuta per la prima volta l’eucaristia.

§5. In nessun caso il pericolo di morte consente di ricevere validamente il battesimo, la confermazione e per la prima volta l’eucaristia.

§6. Tutti gli altri sacramenti non possono essere validamente ricevuti prima di avere ricevuto validamente il battesimo.

§7. Tutte le norme sul battesimo dei feti, dei neonati, dei bambini e di chi non è responsabile dei suoi atti sono abrogate.

§8. Ogni norma contraria a questo canone è abrogata.

 

 

 

Codice dei canoni delle chiese orientali

I canoni 680 e 681 sono abrogati.

 

Il paragrafo 1 del canone 686 è abrogato.

Nel canone 686, paragrafo 2, le parole “i genitori del bambino da battezzare, come pure” sono abrogate.

Nel canone 686, paragrafo 2, la virgola dopo la parola “padrino” è eliminata.

Il canone 686 risultante dalle modifiche è il seguente:

Can. 686 – §1. [Paragrafo abrogato]

§2. Il parroco provveda che coloro che stanno per assumere la funzione di padrino siano istruiti convenientemente sul significato di questo sacramento e sugli obblighi che ne derivano e siano preparati bene alla celebrazione del sacramento.

 

Il testo del canone 680 è sostituito dal seguente:

Can. 680 – §1. Il battesimo viene amministrato validamente solo a uno o più individui adulti e consapevoli.

§2. L’uomo prima del sedicesimo anno di età compiuto, la donna prima del quattordicesimo anno di età compiuto non possono ricevere validamente il battesimo.

§3. La Conferenza episcopale è libera di fissare una età maggiore per ricevere validamente il battesimo.

§4. Congiuntamente con il battesimo viene amministrata la crismazione del santo myron e viene ricevuta per la prima volta l’eucaristia.

§5. In nessun caso il pericolo di morte consente di ricevere validamente il battesimo, la crismazione del santo myron e per la prima volta l’eucaristia.

§6. Tutti gli altri sacramenti non possono essere validamente ricevuti prima di avere ricevuto validamente il battesimo.

§7. Tutte le norme sul battesimo dei feti, dei neonati, dei bambini e di chi non è responsabile dei suoi atti sono abrogate.

§8. Ogni norma contraria a questo canone è abrogata.

 

 

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Tutti i passi dei testi citati in questo articolo sono presi dalle pagine internet indicate.

 

Se non altrimenti specificato, il sottolineato è mio.

 

Tutte le citazioni della Bibbia in questo articolo sono prese da “La Sacra Bibbia” edizione Conferenza episcopale italiana, in: http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM

 

Tutte le citazioni del codice di diritto canonico in questo articolo sono prese da “Codex iuris canonici” in: http://www.vatican.va/archive/ITA0276/_INDEX.HTM

 

Tutte le citazioni del codice dei canoni delle chiese orientali presenti in questo articolo sono prese da “Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium” in latino in:

http://www.vatican.va/archive/cdc/index_it.htm

e in italiano in:

https://www.iuscangreg.it/cceo_multilingue.php

 

 

Codice di diritto canonico,

canoni 852, 867, 868, 870 e 871:

 

“Can. 852 – §1. Le disposizioni contenute nei canoni per il battesimo degli adulti, si applicano a tutti coloro che, usciti dall’infanzia, hanno raggiunto l’uso di ragione.

§2. Viene assimilato al bambino, anche per quanto concerne il battesimo, colui che non è responsabile dei suoi atti.

 

Can. 867 – §1. I genitori sono tenuti all’obbligo di provvedere che i bambini siano battezzati entro le prime settimane; al più presto dopo la nascita, anzi anche prima di essa, si rechino dal parroco per chiedere il sacramento per il figlio e vi si preparino debitamente.

§2. Se il bambino è in pericolo di morte, lo si battezzi senza alcun indugio.

 

Can. 868 – §1. Per battezzare lecitamente un bambino si esige:

1) che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano;

2)n che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica fermo restando il §3; se tale speranza manca del tutto, il battesimo venga differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori.

§2. Il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori.

§3.n Il bambino di cristiani non cattolici è lecitamente battezzato, se i genitori o almeno uno di essi o colui che tiene legittimamente il loro posto lo chiedono e se agli stessi sia impossibile, fisicamente o moralmente, accedere al proprio ministro.

 

Can. 870 – Il bambino esposto o trovatello sia battezzato, a meno che, condotta una diligente ricerca, non consti del suo battesimo.

 

Can. 871 – I feti abortivi, se vivono, nei limiti del possibile, siano battezzati.

 

(n: Indica che il testo corrisponde alla nuova versione o a un nuovo paragrafo)

[Articoli modificati da Sua Santità Papa Francesco (cfr. Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio De concordia inter Codices” del 31 maggio 2016)]”

 

 

 

Codice dei canoni delle chiese orientali,

canoni 680, 681, 686:

 

Can. 680 – Foetus abortivus, si vivit et si id fieri potest, baptizetur.

 

Can. 681 – § 1. Ut infans licite baptizetur, oportet:

1° spes habeatur fundata eum in fide Erclesiae catholicae educatum iri firma § 5;

2° parentes, saltem eorum unus, aut is, qui legitime eorundem locum tenet, consentiant.

  • 2. Infans expositus et inventus, nisi de eiusdem baptismo certe constat, baptizetur.
  • 3. Rationis usu ab infantia destituti baptizandi sunt ut infantes.
  • 4. Infans sive parentum catholicornm sive etiam acatholicorum, qui in eo versatur vitae discrimine, ut prudenter praevideatur moriturus, antequam usum rationis attingit, licite baptizatur.
  • 5. Infans christianorum acatholicorum licite baptizatur, si parentes aut unus saltem eorum aut is, qui legitime eorundem locum tenet, id petunt et si eis physice aut moraliter impossibile est accedere ad ministrum proprium.

 

Can. 686 – § 1. Parentes obligatione tenentur, ut infans quam primum secundum legitimam consuetudinem baptizetur.

§2. Curet parochus, ut infantis baptizandi parentes itemque, qui munus patrini sunt suscepturi, de significatione huius sacramenti deque obligationibus cum eo cohaerentibus congrue edoceantur et ad celebrationem sacramenti apte praeparentur.”

 

 

I canoni 680, 681 e 686 in italiano:

 

Can. 680 – Un feto abortivo, se è vivo e se ciò è possibile, sia battezzato.

 

Can. 681 – § 1. Perché un bambino sia battezzato lecitamente si esige:

1° che vi sia fondata speranza che esso sarà educato nella fede della Chiesa cattolica, fermo restando il § 5;

2° che i genitori, almeno uno di essi, oppure chi ne fa le veci legittimamente, vi consentano.

  • 2. Il bambino esposto o trovatello, se non risulta con certezza che è stato battezzato, lo si battezzi.
  • 3. Coloro che sono privi dell’uso di ragione fin dall’infanzia devono essere battezzati come i bambini.
  • 4. Il bambino, sia di genitori cattolici sia anche di genitori acattolici, che si trova in un pericolo di morte tale da far ritenere prudentemente che morirà prima di raggiungere l’uso di ragione, è battezzato lecitamente.
  • 5. Il bambino di cristiani acattolici viene battezzato lecitamente se i genitori, oppure almeno uno di essi o colui che ne fa legittimamente le veci, lo richiedono e se ad essi è fisicamente oppure moralmente impossibile recarsi dal proprio ministro.

 

Can. 686 – § 1. I genitori hanno l’obbligo che il bambino sia battezzato al più presto secondo la legittima consuetudine.

§2. Il parroco provveda che i genitori del bambino da battezzare, come pure coloro che stanno per assumere la funzione di padrino, siano istruiti convenientemente sul significato di questo sacramento e sugli obblighi che ne derivano e siano preparati bene alla celebrazione del sacramento.”

 

 

 

[2] IL BATTESIMO AMMINISTRATO DA GIOVANNI IL BATTISTA

 

Vangelo secondo Marco, capitolo 1, versetti 1-11:

 

“[1] Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.

[2] Come è scritto nel profeta Isaia:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.

[3] Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,

[4] si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

[5] Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

[6] Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico

[7] e predicava: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.

[8] Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.

[9] In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.

[10] E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba.

[11] E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.”

 

 

 

Vangelo secondo Matteo, capitolo 3, versetti 1-17:

 

“[1] In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea,

[2] dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”.

[3] Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!

[4] Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.

[5] Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano;

[6] e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.

[7] Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente?

[8] Fate dunque frutti degni di conversione,

[9] e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre.

[10] Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.

[11] Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco.

[12] Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”.

[13] In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.

[14] Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”.

[15] Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì.

[16] Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.

[17] Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.”

 

 

 

Vangelo secondo Luca, capitolo 3, versetti 1-18:

 

“[1] Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène,

[2] sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.

[3] Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati,

[4] com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!

[5] Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.

[6] Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

[7] Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: “Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente?

[8] Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre.

[9] Anzi, la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco”.

[10] Le folle lo interrogavano: “Che cosa dobbiamo fare?”.

[11] Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”.

[12] Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che dobbiamo fare?”.

[13] Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”.

[14] Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”.

[15] Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo,

[16] Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

[17] Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”.

[18] Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.”

 

 

 

[3] IL BATTESIMO AMMINISTRATO NELLA CHIESA PRIMITIVA

 

Sul fatto che prima di essere battezzati bisogna avere fede.

 

Vangelo secondo Marco, capitolo 16, versetti 15-16:

 

“[15] Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.

[16] Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.”

 

 

 

Sul fatto che per poter essere battezzati è necessario ascoltare l’annuncio della fede, sentirsi trafiggere il cuore da questo annuncio e chiedere cosa bisogna fare.

 

Atti degli apostoli, capitolo 2, versetti 14-37:

 

“[14] Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: “Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole:

[15] Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino.

[16] Accade invece quello che predisse il profeta Gioele:

[17] Negli ultimi giorni, dice il Signore,
Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno dei sogni.

[18] E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi
profeteranno.

[19] Farò prodigi in alto nel cielo
e segni in basso sulla terra,
sangue, fuoco e nuvole di fumo.

[20] Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue,
prima che giunga il giorno del Signore,
giorno grande e splendido.

[21] Allora chiunque invocherà il nome del Signore
sarà salvato.

[22] Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -,

[23] dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso.

[24] Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.

[25] Dice infatti Davide a suo riguardo:
Contemplavo sempre il Signore innanzi a me;
poiché egli sta alla mia destra, perché io non
vacilli.

[26] Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la
mia lingua;
ed anche la mia carne riposerà nella speranza,

[27] perché tu non abbandonerai l’anima mia negli
inferi,
né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.

[28] Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.

[29] Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi.

[30] Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente,

[31] previde la risurrezione di Cristo e ne parlò:
questi non fu abbandonato negli inferi,
né la sua carne vide corruzione.

[32] Questo Gesù Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.

[33] Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire.

[34] Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice:
Disse il Signore al mio Signore:
siedi alla mia destra,

[35] finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi.

[36] Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!”.

[37] All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”.”

 

 

 

Sul fatto che prima di essere battezzati bisogna pentirsi dei propri peccati.

 

Atti degli apostoli, capitolo 2, versetto 38:

 

“[38] E Pietro disse: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.”

 

 

 

Ancora sul fatto che per poter essere battezzati è necessario ascoltare l’annuncio della fede e chiedere il battesimo.

 

Atti degli apostoli, capitolo 8, versetti 34-40:

 

“[34] E rivoltosi a Filippo l’eunuco disse: “Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?”.

[35] Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù.

[36] Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: “Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?”.

[37] .

[38] Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò.

[39] Quando furono usciti dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino.

[40] Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa.”

 

 

 

[4] SUL FATTO CHE GESÙ NON AMMINISTRA IL BATTESIMO AI BAMBINI

 

Vangelo secondo Marco, capitolo 10, versetti 13-16:

 

“[13] Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano.

[14] Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.

[15] In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”.

[16] E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva.”

 

 

 

Vangelo secondo Matteo, capitolo 19, versetti 13-15:

 

“[13] Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano.

[14] Gesù però disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli”.

[15] E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.”

 

 

 

Vangelo secondo Luca, capitolo 18, versetti 15-17:

 

“[15] Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.

[16] Allora Gesù li fece venire avanti e disse: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio.

[17] In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà”.”

 

 

 

[5] Joachim Jeremias, Le baptême des enfants dans les quatre premiers siècles, Le Puy et Lyon, ed. Xavier Mappus, 1967.

Per una sintesi dei contenuti di questa opera si veda “Il battesimo dei bambini nella chiesa delle origini. Appunti su di un volume di Joachim Jeremias”, di Andrea Lonardo su: http://www.gliscritti.it/blog/entry/990

 

 

 

[6] I PASSI CITATI DA JOACHIM JEREMIAS NELL’OPERA CITATA NELLA NOTA 5

 

Atti degli apostoli, capitolo 16, versetto 15.

Qui di seguito, cito tutto il passo: capitolo 16, versetti 11-15:

 

“[11] Salpati da Troade, facemmo vela verso Samotracia e il giorno dopo verso Neapoli e

[12] di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni;

[13] il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne colà riunite.

[14] C’era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo.

[15] Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: “Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa”. E ci costrinse ad accettare.”

 

 

 

Atti degli apostoli, capitolo 16, versetto 33.

Qui di seguito, cito tutto il passo: capitolo 16, versetti 25-34:

 

“[25] Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i carcerati stavano ad ascoltarli.

[26] D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito tutte le porte si aprirono e si sciolsero le catene di tutti.

[27] Il carceriere si svegliò e vedendo aperte le porte della prigione, tirò fuori la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.

[28] Ma Paolo gli gridò forte: “Non farti del male, siamo tutti qui”.

[29] Quegli allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando si gettò ai piedi di Paolo e Sila;

[30] poi li condusse fuori e disse: “Signori, cosa devo fare per esser salvato?”.

[31] Risposero: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia”.

[32] E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.

[33] Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi;

[34] poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.”

 

 

 

Atti degli apostoli, capitolo 18, versetto 8.

Qui di seguito, cito tutto il passo: capitolo 18, versetti 5-8:

 

“[5] Quando giunsero dalla Macedonia Sila e Timòteo, Paolo si dedicò tutto alla predicazione, affermando davanti ai Giudei che Gesù era il Cristo.

[6] Ma poiché essi gli si opponevano e bestemmiavano, scuotendosi le vesti, disse: “Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente; da ora in poi io andrò dai pagani”.

[7] E andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che onorava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga.

[8] Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano e si facevano battezzare.”

 

 

 

Prima lettera ai Corinzi, capitolo 1, versetto 16.

Qui di seguito, cito tutto il passo: capitolo 1, versetti 10-17:

 

“[10] Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti.

[11] Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi.

[12] Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: “Io sono di Paolo”, “Io invece sono di Apollo”, “E io di Cefa”, “E io di Cristo!”.

[13] Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?

[14] Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio,

[15] perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome.

[16] Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno.

[17] Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo.”

 

 

 

[7] Si veda la nota 4 con i passi evangelici in essa citati.

 

 

 

[8] Lettera ai romani, capitolo 11, versetto 13-14:

 

“[13] Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero,

[14] nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni.”

 

 

 

Lettera ai galati, capitolo 1, versetti 13-17:

 

“[13] Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi,

[14] superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri.

[15] Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque

[16] di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo,

[17] senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.”

 

 

 

Lettera ai galati, capitolo 2, versetti 7-9:

 

[7] Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi –

[8] poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani

[9] e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi.”

 

 

 

[9] Si veda la nota 4 con i passi evangelici in essa citati.

 

 

 

[10] L’ANNUNCIO DELLA NASCITA DI SANSONE

Libro dei giudici, capitolo 13, versetti 1-5:

 

“[1] Gli Israeliti tornarono a fare quello che è male agli occhi del Signore e il Signore li mise nelle mani dei Filistei per quarant’anni.

[2] C’era allora un uomo di Zorea di una famiglia dei Daniti, chiamato Manoach; sua moglie era sterile e non aveva mai partorito.

[3] L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: “Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio.

[4] Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e dal mangiare nulla d’immondo.

[5] Poiché ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo consacrato a Dio fin dal seno materno; egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei“.”

 

 

 

[11] IL SIGNORE BENEDICE IL BAMBINO SANSONE

Libro dei giudici, capitolo 13, versetto 24:

 

“[24] Poi la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse.”

 

 

 

[12] IL SIGNORE SUSCITA LO SPIRITO DEL GIOVANETTO DANIELE

Libro di Daniele, capitolo 13, versetti 45-64:

 

“[45] Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele,

[46] il quale si mise a gridare: “Io sono innocente del sangue di lei!”.

[47] Tutti si voltarono verso di lui dicendo: “Che vuoi dire con le tue parole?”.

[48] Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: “Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare la verità!

[49] Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei”.

[50] Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: “Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell’anzianità“.

[51] Daniele esclamò: “Separateli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò”.

[52] Separati che furono, Daniele disse al primo: “O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce,

[53] quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente.

[54] Ora dunque, se tu hai visto costei, dì: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?”. Rispose: “Sotto un lentisco”.

[55] Disse Daniele: “In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due”.

[56] Allontanato questo, fece venire l’altro e gli disse: “Razza di Cànaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore!

[57] Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità.

[58] Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?”. Rispose: “Sotto un leccio”.

[59] Disse Daniele: “In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire”.

[60] Allora tutta l’assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui.

[61] Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo

[62] e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.

[63] Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di men che onesto.

[64] Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.”

 

 

 

[13] Sulla cessazione della potestà del padre di famiglia per manumissio e per emancipatio si veda Feliciano Serrao, “Diritto privato economia e società nella storia di Roma”, prima parte, Jovene, Napoli, 1984, pagine 213-218.

 

 

 

[14] Sulla cessazione della condizione schiavile in seguito a manumissio vindicta, manumissio testamento, manumissio censu si veda l’opera di Feliciano Serrao citata nella nota precedente, pagine 270-274.

 

 

 

[15] L’ORIGINE DELLA PRASSI DI BATTEZZARE I NEONATI E I BAMBINI

Sacra Congregazione per la dottrina della fede,

Istruzione sul battesimo dei bambini,

20 ottobre 1980, in: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19801020_pastoralis_actio_it.html

 

Paragrafo 4

“4. Sia in Oriente che in Occidente la prassi di battezzare i bambini è considerata una norma di tradizione immemorabile. Origene, e più tardi S. Agostino, la ritenevano una « tradizione ricevuta dagli Apostoli » (2). Quando poi, nel secolo ІI, appaiono le prime testimonianze dirette, nessuna di esse presenta mai il battesimo dei bambini come una innovazione. S. Ireneo in particolare considera ovvia la presenza tra i battezzati « di infanti e di bambini » a fianco degli adolescenti, dei giovani e dei più anziani (3). Il più antico rituale conosciuto, quello che all’inizio del III secolo descrive la Tradizione apostolica, contiene la seguente prescrizione: « Battezzate in primo luogo i bambini: tutti coloro che possono parlare da soli, parlino; per coloro invece che non possono parlare da soli, parlino i genitori o qualcuno della loro famiglia » (4). S. Cipriano, partecipando ad un Sinodo dei vescovi africani, afferma che « non si può negare la misericordia e la grazia di Dio a nessun uomo che viene all’esistenza »; e lo stesso Sinodo, richiamandosi all’« uguaglianza spirituale » di tutti gli uomini « di qualsiasi statura ed età », decretò che si potevano battezzare i bambini « già dal secondo o terzo giorno dopo la nascita » (5).”

 

Note presenti nel testo ora citato

 

“(2) Origene, In Romanos, lib. V, 9: PG 14, 1047; cf. S. Agostino, De Genesi ad litteram, X, 23, 39: PL 34, 426; De peccatorum meritis et remissione et de baptismo parvulorum, I, 26, 39: PL 44, 131. In realtà tre passi degli Atti degli Apostoli (16, 15; 16, 33; 18, 8) ricordano il battesimo di « tutta una casa ».

(3) Adv. Haereses, II, 22, 4: PG 7, 784; Harvey, I, 330. In molti documenti epigrafici, già dal II secolo, i bambini vengono chiamati « Figli di Dio », titolo riservato ai battezzati, o si legge una esplicita menzione del loro battesimo; cf. ad esempio, Corpus inscriptionum graecarum, III, nn. 9727, 9817, 9801; E. Diehl, Inscriptiones latinae christianae veteres, Berlin 1961, nn. 1523 (3), 4429 A.

(4) Ippolito Romano, La Tradition apostolique, ed. e trad. di B. Botte, Münster W., Aschendolrff, 1963 (Liturgiewissenschaftliche Quellen und Forschungen 396), pp. 44-45.

(5) Epist. LXIV, Cyprianus et coeteri collegae, qui in concilio adfuerunt numero LXVI. Fido fratri: PL 3, 1013-1019; Hartel, CSEL, 3, pp. 717-721. Nella Chiesa africana tale prassi era particolarmente ferma, nonostante l’opposizione di Tertulliano, il quale consigliava di differire il battesimo dei bambini, a motivo della loro tenera età e per timore di eventuali defezioni giovanili. Cf. De baptismo, XVIII, 3-XIX, 1: PL 1, 1220-1222; De anima, 39-41: PL 2, 719 ss.”

 

 

 

[16] Su che cos’è e con quali regole si deve svolgere la riflessione teologica rinvio al mio articolo “Riflessioni sul primo concilio di Gerusalemme” …………..

 

 

 

[17] Negli anni ’50 del terzo secolo dopo Cristo, a Cartagine si tennero vari sinodi (anni 251, 253, 254 e 255) per affrontare, tra le altre, due questioni: la decisione da prendere nei confronti del lapsi e la discussa validità del battesimo amministrato fuori dalla chiesa cattolica.

 

Sulla storia dei sinodi di Cartagine in questo periodo si può leggere la voce “Concili e sinodi” nell’enciclopedia Treccani on-line consultabile all’indirizzo: http://www.treccani.it/enciclopedia/concili-e-sinodi_%28Enciclopedia-Costantiniana%29/

 

 

 

[18] Codice di diritto canonico,

canone 336

 

“Can. 336 – Il Collegio dei Vescovi, il cui capo è il Sommo Pontefice e i cui membri sono i Vescovi in forza della consacrazione sacramentale e della comunione gerarchica con il capo e con i membri del Collegio, e nel quale permane ininterrottamente il corpo apostolico, insieme con il suo capo e mai senza il suo capo, è pure soggetto di suprema e piena potestà sulla Chiesa universale.”

 

 

Codice dei canoni delle chiese orientali,

canone 49,

 

Can. 49 – Collegium Episcoporum, cuius caput est Romanus Pontifex cuiusque membra sunt Episcopi vi sacramentalis ordinationis et hierarchica communione cum Collegii capite et membris et in quo corpus apostolicum continuo perseverat, una cum capite suo et numquam sine hoc capite subiectum quoque supremae et plenae potestatis in universam Ecclesiam exsistit.”

 

Il canone 49 in italiano:

 

Can. 49 – Il Collegio dei Vescovi, il cui capo è il Romano Pontefice e le cui membra sono i Vescovi, in forza dell’ordinazione sacramentale e per la comunione gerarchica con il capo del Collegio e con le membra, e nel quale il corpo apostolico persevera continuamente assieme al suo capo e mai senza questo capo, è pure soggetto della suprema e piena potestà sulla Chiesa universale.”

 

 

 

[19] Anche se all’epoca il vescovo di Roma non aveva la suprema potestà dottrinale e giuridica che assunse in seguito, resta il dato di fatto che egli non partecipò al sinodo di Cartagine dell’anno 251 dopo Cristo.

 

 

 

[20] Enciclopedia Treccani on-line,

voce “Concili e sinodi”

in: http://www.treccani.it/enciclopedia/concili-e-sinodi_%28Enciclopedia-Costantiniana%29/

 

“Nonostante le comuni tradizioni, tra Roma e Cartagine vi è uno scarto fondamentale, concernente il battesimo degli eretici.

Il primo concilio di epoca ciprianea in cui viene trattata la disciplina battesimale è quello del 252, dove si discute il battesimo dei neonati e si decide che esso debba essere loro impartito il prima possibile30.

Sarà tuttavia un altro concilio, tre anni più tardi, a occuparsi primieramente della più complessa questione del battesimo degli eretici, cioè di chi, battezzato al di fuori della Catholica, volesse entrare a farvi parte.

Le comunità di Alessandria e Roma, da parte loro, avevano assunto una chiara posizione in merito al problema, decretando la validità di qualsiasi battesimo, purché amministrato nel nome di Gesù Cristo31.

Il concilio di Cartagine del 25532 confermerà invece la rigida disciplina che caratterizza la Chiesa ‘cattolica’ locale, avversando quanto più ogni soluzione di compromesso33 e stabilendo la necessità del battesimo per gli eretici e gli scismatici.

Queste conclusioni saranno ribadite dai settantuno vescovi riunitisi per il sinodo della primavera del 256 e dagli ottantasette vescovi convenuti nel settembre dello stesso anno per il sinodo con la partecipazione più elevata di tutto l’episcopato ciprianeo34.

Tra i problemi ivi dibattuti, vi è anche quello della posizione che la Chiesa cartaginese deve tenere con quella di Roma, dal momento che i rapporti tra le due realtà ecclesiali sono ormai tesi, per ragioni in parte dottrinali, relative alla questione del battesimo degli eretici, e in parte legate all’interpretazione protagonistica del ruolo del vescovo di Roma data dal vescovo romano Stefano35.”

 

Note presenti nel testo ora citato

 

30 Cfr. Cypr., epist. 64. Per la discussione si veda J.A. Fischer, A. Lumpe, Die Synoden, cit., pp. 194-197.

31 Cfr. Cypr., epist. 74,5,1 e 75,18,1-2. Cfr. P. Bernardini, Un solo battesimo, cit., p. 115.

32 Preceduto a sua volta di qualche mese da un incontro, in Numidia, di diciotto vescovi, probabilmente turbati dal fatto che Stefano I a Roma non considerasse problematico il battesimo degli eretici.

33 È legittimo supporre che ci siano anche gruppi disposti a ritenere valido il battesimo somministrato da eretici e scismatici, ma il concilio respinge ogni forma di compromesso. Cfr. J.A. Fischer, A. Lumpe, Die Synoden, cit., p. 244 nota 104.

34 Di quest’ultimo concilio ci sono giunte le Sententiae episcoporum (registrazione dei pronunciamenti dei vescovi partecipanti), una fonte importante per la storia della sinodalità nell’Occidente latino. Queste Sententiae infatti conservano il punto di vista di ciascun vescovo partecipante e ci consentono di capire come il concilio è stato vissuto (cfr. P. Bernardini, Un solo battesimo, cit.).

35 Cfr. Cypr., epist. 74 e 75, e P. Bernardini, Un solo battesimo, cit., p. 90; per approfondimenti, cfr. ivi, pp. 113-120.”

 

 

 

[21] Io sono convinto che l’età minima per celebrare un valido matrimonio debba essere quella nella quale si diventa maggiorenni (l’età nella quale si acquisisce la capacità di agire).

Questo al fine di evitare matrimoni di persone non consenzienti e/o non consapevoli.

L’articolo 84 del codice civile italiano, infatti, prevede il requisito della maggiore età.

L’unica eccezione è costituita dal matrimonio di persone che hanno compiuto i sedici anni di età.

Per quest’ultimo, però la legge esige un decreto pronunciato dal Tribunale in camera di consiglio su istanza dell’interessato nel quale si accerti la maturità psico-fisica del soggetto e i gravi motivi che dovrebbero portare all’accoglimento dell’istanza.

 

Il diritto canonico disciplina diversamente questo aspetto.

 

Codice di diritto canonico,

canone 1083:

 

“Can. 1083 – §1. L’uomo prima dei sedici anni compiuti, la donna prima dei quattordici pure compiuti, non possono celebrare un valido matrimonio.

  • 2. La Conferenza Episcopale è libera di fissare una età maggiore per la lecita celebrazione del matrimonio.”

 

 

Codice dei canoni delle chiese orientali,

canone 800:

 

Can. 800 – § 1. Vir ante decimum sextum aetatis annum expletum, mulier ante decimum quartum aetatis annum expletum matrimonium valide celebrare non possunt.

  • 2. Integrum est iuri particulari Ecclesiae sui iuris aetatis annum superiorem ad licitam matrimonii celebrationem statuere.”

 

Il canone 800 in italiano:

 

Can. 800 – § 1. L’uomo prima del sedicesimo anno di età compiuto, la donna prima del quattordicesimo anno di età compiuto non possono celebrare validamente il matrimonio.

  • 2. Il diritto particolare della Chiesa sui iurisha piena libertà di stabilire l’anno di età superiore per la lecita celebrazione del matrimonio.”

 

 

 

[22] Codice di diritto canonico,

canone 841:

 

“Can. 841 – Poiché i sacramenti sono gli stessi per tutta la Chiesa e appartengono al divino deposito, è di competenza unicamente della suprema autorità della Chiesa approvare o definire i requisiti per la loro validità e spetta alla medesima autorità o ad altra competente, a norma del can. 838, §§3 e 4, determinare quegli elementi che riguardano la loro lecita celebrazione, amministrazione e recezione, nonché il rito da osservarsi nella loro celebrazione.”

 

Codice dei canoni delle chiese orientali,

canone 669:

 

Can. 669 – Cum sacramenta eadem sint pro universa Ecclesia et ad divinum depositum pertineant, solius supremae Ecclesiae auctoritatis est approbare vel definire, quae ad eorum validitatem sunt requisita.”

 

Il canone 669 in italiano:

 

Can. 669 – Poiché i sacramenti sono gli stessi per la Chiesa universale e appartengono al divino deposito, spetta solamente alla suprema autorità della Chiesa approvare o definire quali sono i requisiti per la loro validità.”

 

 

 

[23] Codice di diritto canonico,

canone 840:

 

“Can. 840 – I sacramenti del Nuovo Testamento, istituiti da Cristo Signore e affidati alla Chiesa, in quanto azioni di Cristo e della Chiesa, sono segni e mezzi mediante i quali la fede viene espressa e rafforzata, si rende culto a Dio e si compie la santificazione degli uomini, e pertanto concorrono sommamente a iniziare, confermare e manifestare la comunione ecclesiastica; perciò nella loro celebrazione sia i sacri ministri sia gli altri fedeli debbono avere una profonda venerazione e la dovuta diligenza.”

 

 

Codice dei canoni delle chiese orientali,

canone 667:

 

Can. 667 – Per sacramenta, quae Ecclesia dispensare tenetur, ut sub signo visibili mysteria Christi communicet, Dominus noster Iesus Christus homines in virtute Spiritus Sancti sanctificat, ut singulari modo Dei Patris veri adoratores fiant, eosque sibi ipsi et Ecclesiae, suo Corpori, inserit; quare christifideles omnes, praesertim vero ministri sacri, eisdem sacramentis religiose celebrandis et suscipiendis praescripta Ecclesiae diligenter servent.”

 

Il canone 667 in italiano:

 

Can. 667 – Per mezzo dei sacramenti, che la Chiesa ha l’obbligo di distribuire per comunicare sotto un segno visibile i misteri di Cristo, il Signore nostro Gesù Cristo santifica gli uomini in virtù dello Spirito Santo affinché diventino in modo singolare veri adoratori di Dio Padre, e li innesta a se stesso e alla Chiesa, suo Corpo; perciò tutti i fedeli cristiani, ma specialmente i sacri ministri, nel celebrare e nel ricevere religiosamente gli stessi sacramenti, osservino diligentemente le prescrizioni della Chiesa.”

 

 

 

[24] Codice di diritto canonico,

canone 842:

 

“Can. 842 – §1. Chi non ha ricevuto il battesimo non può essere ammesso validamente agli altri sacramenti.

§2. I sacramenti del battesimo, della confermazione e della santissima Eucaristia sono tra loro talmente congiunti, da essere richiesti per la piena iniziazione cristiana.”

 

 

Codice dei canoni delle chiese orientali,

canone 695:

 

Can. 695 – § 1. Chrismatio sancti myri ministrari debet coniunctim cum baptismo, salvo casu verae necessitatis, in quo tamen curandum est, ut quam primum ministretur.

§2. Si celebratio chrismationis sancti myri non fit simul cum baptismo, minister tenetur de ea certiorem facere parochum loci, ubi baptismus ministratus est.”

 

Il canone 695 in italiano:

 

Can. 695 – § 1. La crismazione del santo myron deve essere amministrata congiuntamente col battesimo, salvo il caso di vera necessità, in cui tuttavia si deve provvedere che sia amministrata al più presto.

§2. Se la celebrazione della crismazione del santo myron non si fa assieme al battesimo, il ministro è obbligato a informarne il parroco del luogo dove è stato amministrato il battesimo.”

 

 

 

[25] LA RISURREZIONE DI MOLTI ALLA MORTE IN CROCE DI GESÙ

Vangelo secondo Matteo, capitolo 27, versetti 50-54:

 

“[50] E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

[51] Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono,

[52] i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono.

[53] E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

[54] Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!”.

 

 

 

[26] MOSÈ ED ELIA DIALOGANO CON GESÙ DURANTE LA SUA TRASFIGURAZIONE

Vangelo secondo Marco, capitolo 9, versetti 2-8:

 

“[2] Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro

[3] e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.

[4] E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.

[5] Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!”.

[6] Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.

[7] Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!”.

[8] E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.

[9] Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti.

[10] Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.”

 

 

 

Vangelo secondo Matteo, capitolo 17, versetti 1-9:

 

“[1] Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.

[2] E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.

[3] Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

[4] Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”.

[5] Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”.

[6] All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.

[7] Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”.

[8] Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

[9] E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.”

 

 

 

Vangelo secondo Luca, capitolo 9, versetti 28-36:

 

“[28] Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.

[29] E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.

[30] Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia,

[31] apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.

[32] Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.

[33] Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non sapeva quel che diceva.

[34] Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura.

[35] E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”.

[36] Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.”

 

 

 

[27] Codice di diritto canonico,

canone 842:

 

“Can. 842 – §1. Chi non ha ricevuto il battesimo non può essere ammesso validamente agli altri sacramenti.

§2. I sacramenti del battesimo, della confermazione e della santissima Eucaristia sono tra loro talmente congiunti, da essere richiesti per la piena iniziazione cristiana.”

 

 

Codice dei canoni delle chiese orientali,

canone 675:

 

Can. 675 – § 1. In baptismo homo per lavacrum aquae naturalis cum invocatione nominis Dei Patris et Filii et Spiritus Sancti a peccato liberatur, ad vitam novam regeneratur, Christum induit et Ecclesiae, quae eius Corpus est, incorporatur.

§2. Tantummodo baptismo in re suscepto homo fit capax ceterorum sacramentorum.”

 

Il canone 675 in italiano:

 

Can. 675 – § 1. Nel battesimo, per mezzo del lavacro dell’acqua naturale con l’invocazione del nome di Dio Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, l’uomo è liberato dal peccato, è rigenerato a vita nuova, è rivestito di Cristo ed è incorporato alla Chiesa, che è il suo Corpo.

§2. Solamente col battesimo realmente ricevuto l’uomo diventa capace di tutti gli altri sacramenti.”

 

 

 

[28] Si veda la nota numero 21.

 

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com