Ipotesi sul big bounce

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sulla contrazione e riespansione dell’universo (il così detto big bounce).

 

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

 

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

 

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

 

PRIMA PARTE – LA CONTRAZIONE DELL’UNIVERSO

 

Nell’articolo “Ipotesi sull’energia oscura”[2] ho scritto che:

 

“Quando (9d + 3 s/2) si esaurisce, il potenziale positivo della energia oscura in potenza assume valore zero e quindi il tessuto dello spazio si riduce come fa un metro a nastro in un meccanismo avvolgibile.”

 

Sviluppo questa affermazione.

 

Quando (9d + 3 s/2) si esaurisce, il potenziale 

3/2 . b al quadrato / a . -d . 1/t 

non opera più.

 

Poiché lo spazio fluisce secondo la seguente relazione con il tempo

-f = 2/3 . t – 1 / s quadro . [2 t quadro . g . (s/2 – 1/2 t)]

se il potenziale 

3/2 . b al quadrato / a . -d . 1/t 

non opera più, il tessuto dello spazio non ha più il supporto che gli consente di rimanere esteso e si riduce come fa un metro a nastro in un meccanismo avvolgibile sotto l’azione di 

[2 t quadro . g . (s/2 – 1/2 t)]

 

 

SECONDA PARTE – IL VUOTO

 

Per spiegare meglio il comportamento della materia dell’universo nel suo contrarsi e riespandersi (così detto big bounce), formulo qui di seguito alcune ipotesi sul vuoto.

 

Inizio prendendo in esame il vuoto come assenza di materia e di aria nella realtà fisica nella quale viviamo (lo spazio a tre dimensioni più il tempo).

 

Ipotizzo che nel vuoto ora detto agisca l’energia oscura in potenza nel modo seguente:

 

s . 1/2k freccia verso destra (sopra la linea di frazione) k . s/2 (sotto la linea di frazione) e . 1/r

 

Questo produce quanti di energia con carica elettrica opposta che si annichilano tra loro e così facendo generano energia di questo tipo:

 

e = n . (sopra la linea di frazione) r . s . (2y + d) (sotto la linea di frazione) e/u – 2a

 

 

Prendo ora in esame il vuoto come assenza di materia e di aria dopo che l’universo si è contratto e dunque in assenza dello spazio e del tempo.

 

Ipotizzo che nel vuoto ora detto agisca l’energia oscura in potenza nel modo seguente:

 

b . (q + p) freccia verso destra (sopra la linea di frazione) 2k (sotto la linea di frazione) e . 1/f

 

Questo produce fluttuazioni dell’energia oscura in potenza.

 

Data la formula dell’energia oscura in potenza[3]

f = 4 t quadro . 3/2 g – d/3g

le fluttuazioni in parola possono essere formalizzate come segue:

f = 4 t quadro . 3/2 g – (d/3g . 1/(h/r)

 

 

TERZA PARTE – L’UNIVERSO CONTRATTO IN UN PUNTO

 

Ipotizzo che l’universo contratto in un punto abbia le seguenti caratteristiche:

  • temperatura 10 alla 29 gradi centigradi,
  • pressione 4,7 miliardi di Pascal,
  • densità 16,9 trilioni di grammi per centimetro cubo.

 

Ipotizzo che la diversa distribuzione della materia dell’universo nel momento in cui esso inizia a contrarsi provochi delle variazioni di densità, di temperatura, di pressione e di energia potenziale nello stato finale dell’universo contratto in un punto.

 

Queste variazioni comportano una conseguente variazione nella distribuzione della materia a partire dal momento in cui l’universo si espande nuovamente.

 

 

QUARTA PARTE – LA NUOVA ESPANSIONE DELL’UNIVERSO

 

Ipotizzo che l’universo contratto in un punto si espanda nuovamente in forza di 

e = 2m . g/(f di h)

 

Di conseguenza, l’espansione dell’universo avviene nel modo seguente 

d . (gh) fino a 3 volte (l di g)

e, quando questo potenziale si esaurisce, l’espansione dell’universo prosegue così

f = vettore di g . 3/2h

 

Nel caso in cui l’espansione dell’universo prosegua in modo difforme da 

f = vettore di g . 3/2h

ipotizzo che agisca una forza che può essere formalizzata nel modo seguente

d / (h/2) . [ 1/2 delta di s . (f . 2h)]

 

La domanda «Da quale realtà proviene la forza d / (h/2) . [ 1/2 delta di s . (f . 2h)]?»

sarà oggetto di studio da parte di coloro che saranno arrivati a dimostrare quanto ho scritto fin ora e vorranno proseguire il cammino della fisica cosmologica.

Auguo a tutti loro e a tutte loro di essere felici come lo sono stato io nell’offrire agli altri un nuovo orizzonte.

 

 

CONCLUSIONE 

 

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica cosmologica.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io lavoro in uno studio legale e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Giorgio Cannella, Ipotesi sull’energia oscura, in: 

https://giorgiocannella.com/index.php/2020/01/15/ipotesi-energia-oscura/

 

[3] Uso la prima delle tre formalizzazioni dell’energia oscura in potenza che ho scritto nell’articolo

Giorgio Cannella, Ipotesi sull’energia oscura, in: 

https://giorgiocannella.com/index.php/2020/01/15/ipotesi-energia-oscura/

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com 

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi su un buco nero e l’entropia

INTRODUZIONE

In questo testo proseguo l’esposizione di quanto ho scritto nel paragrafo 5 “Conseguenze: particelle” del mio articolo “Ipotesi su un buco nero”.[1]

Il paragrafo 5 dell’articolo ora citato inizia con le parole:

“La descritta parziale deflagrazione del buco nero massiccio con m = 1 – 0,96 proietta nello spazio anche delle particelle subatomiche.”

Lì mi soffermavo sulle emissioni provenienti dalla parte del buco nero che non è esplosa.

Qui di seguito formulo delle ipotesi sulle particelle subatomiche e sull’energia che la deflagrazione proietta nello spazio.

 

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[2]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

 

BUCO NERO ED ENTROPIA 

Ipotizzo che l’azione di un buco nero sulla materia che esso attrae e assimila per il suo accrescimento possa essere espressa come segue:

 

2/3 . (sopra la linea di frazione) radice quadrata di (m + g/2) -( r . 1/t) (sotto la linea di frazione) s . (m . r)

 

Questa formula implica la riduzione della complessità della materia, da molecole e atomi a particelle subatomiche ed energia.

Alcune di queste particelle subatomiche ed energia sono proiettate nello spazio dalla deflagrazione parziale del buco nero della quale parlo nel paragrafo 5 dell’articolo citato all’inizio di questo testo.

 

Il lettore potrebbe obiettare che quanto ho appena scritto va contro il secondo principio della termo-dinamica.[3]

Infatti, se quanto ho scritto qui sopra è corretto, il buco nero riduce l’entropia della materia che esso attrae e assimila per il suo accrescimento.

Per risolvere la contraddizione tra il secondo principio della termo-dinamica e la riduzione dell’entropia da parte del buco nero, ipotizzo che quest’ultima sia la causa della radiazione di Bekenstein-Hawking.[4]

 

L’effetto che l’azione del buco nero che qui ho ipotizzato può avere sulla espansione e contrazione dell’universo sarà oggetto di un altro articolo.

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Giorgio Cannella, Ipotesi su un buco nero, in:

https://giorgiocannella.com/index.php/2019/07/23/ipotesi-su-un-buco-nero/

 

[2] Io lavoro in uno studio legale e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[3] Cito da Carlo Rovelli, L’ordine del tempo, Milano, 2017, prima edizione digitale, in:

http://www.davidemolina.it/pdf/2017-LOrdineDelTempo-Carlo-Rovelli.pdf

pagine 21-24.

Il grassetto è mio.

I numeri dal 13 al 19 sono quelli delle note presenti nel testo.

 

“Calore

 

Tutto è iniziato con un regicidio. Il 16 gennaio del 1793, la

Convention nationale di Parigi vota la messa a morte di Luigi

XVI. Forse una radice profonda della scienza è la ribellione:

non accettare l’ordine delle cose presenti.13 Fra i membri che

dichiarano il voto fatale c’è Lazare Carnot, amico di

Robespierre. Lazare ha una passione per il grande poeta

persiano Sa‘dī di Shiraz, il poeta catturato e reso schiavo dai

crociati ad Acri, il poeta che ha scritto i versi luminosi che

stanno all’entrata del palazzo dell’ONU:

 

Tutti i figli di Adamo formano un solo corpo,

sono della stessa essenza.

Quando il tempo affligge con il dolore

una parte del corpo

le altre parti soffrono.

Se tu non senti la pena degli altri

non meriti di essere chiamato uomo.

 

Forse una radice profonda della scienza è la poesia: saper

vedere al di là del visibile. Da Sa‘dī, Carnot chiama Sadi il suo

primo figlio maschio. Nasce così, dalla ribellione e dalla poesia,

Sadi Carnot.

 

Il giovane si appassiona alle macchine a vapore che nel XIX

secolo stanno cominciando a cambiare il mondo, usando il

fuoco per far girare le cose. Nel 1824 scrive un libretto con un

titolo seducente: Riflessioni sulla potenza motrice del fuoco,

dove cerca di comprendere le basi teoriche del funzionamento

di queste macchine. Il trattatello è pieno di idee sbagliate:

immagina che il calore sia una cosa concreta, una specie di

fluido, che produce energia «cadendo» dalle cose calde alle

cose fredde, come l’acqua di una cascata produce energia

cadendo dall’alto al basso. Ma c’è un’idea chiave: le macchine a

vapore funzionano in ultima analisi perché il calore passa dal

caldo al freddo.

 

Il libretto di Sadi finisce nelle mani di un austero professore

prussiano dagli occhi spiritati, Rudolf Clausius. È lui a cogliere

il punto della faccenda, enunciando una legge che diverrà

celebre: se nient’altro intorno cambia,

il calore non può passare

da un corpo freddo a uno caldo.

 

Il punto cruciale è la differenza con le cose che cadono: una

palla può cadere, ma anche tornare su da sola – per esempio in

un rimbalzo. Il calore no.

 

Questa legge enunciata da Clausius è l’unica legge generale

della fisica che distingue il passato dal futuro.

 

Nessuna delle altre lo fa: le leggi del mondo meccanico di

Newton, le equazioni dell’elettricità e del magnetismo di

Maxwell, quelle della gravità relativistica di Einstein, quelle

della meccanica quantistica di Heisenberg, Schrödinger e

Dirac, quelle delle particelle elementari dei fisici del XX

secolo… nessuna di queste equazioni distingue il passato dal

futuro.14 Se una sequenza di eventi è permessa da queste

equazioni, lo è anche la stessa sequenza ribaltata all’indietro

nel tempo.15 Nelle equazioni elementari del mondo,16 la freccia

del tempo appare solo quando c’è il calore.17 Il legame fra

tempo e calore è dunque profondo: ogni volta che si manifesta

una differenza fra passato e futuro, c’è di mezzo del calore. In

tutti i fenomeni che diventano assurdi se proiettati all’indietro,

c’è qualcosa che si scalda.

 

Se guardo un film che mostra una palla che rotola, non so dire

se il film è proiettato giusto o all’indietro. Ma se nel film la

palla rallenta e si ferma, vedo che il film è giusto, perché

proiettato al contrario mostrerebbe avvenimenti implausibili:

una palla che si mette in moto da sola. Il rallentare e fermarsi

della palla sono dovuti all’attrito, che produce calore. Solo dove

c’è calore c’è distinzione fra passato e futuro. I pensieri si

dipanano dal passato al futuro, non viceversa, e infatti pensare

produce calore nella testa…

 

Clausius introduce la quantità che misura questo irreversibile

andare del calore in una direzione sola, e – tedesco colto – le

affibbia un nome preso dal greco, entropia: «Preferisco

prendere il nome di quantità scientifiche importanti dalle

lingue antiche, in modo che possano essere eguali in tutte le

lingue vive. Propongo dunque di chiamare entropia di un corpo

la quantità S, dalla parola greca per trasformazione: ἡ

τρορή».18

 

 

L’entropia di Clausius è una quantità misurabile e calcolabile,19

indicata con la lettera S, che cresce o resta eguale, ma non

diminuisce mai, in un processo isolato. Per indicare che non

diminuisce, si scrive:

 

ΔS ≥ 0

 

Si legge: «Delta S è sempre maggiore o eguale a zero», e

questo si chiama «secondo principio della termodinamica» (il

primo è la conservazione dell’energia). Il suo contenuto è il

fatto che il calore passa da solo dai corpi caldi ai corpi freddi,

mai viceversa.

 

Perdonatemi l’equazione: è l’unica del libro. È l’equazione della

freccia del tempo, non potevo non scriverla, nel mio libro sul

tempo.

 

È l’unica equazione della fisica fondamentale che conosce la

differenza fra passato e futuro. La sola che ci parla del fluire

del tempo. Dentro questa inusuale equazione sta nascosto un

mondo.

 

A svelarlo sarà uno sfortunato e simpatico austriaco, nipote di

un costruttore di orologi, figura tragica e romantica: Ludwig

Boltzmann.”

 

[Note presenti nel testo citato]

 

13. La Rivoluzione francese è uno straordinario momento di

vitalità scientifica, nel quale nascono le basi della chimica,

della biologia, della meccanica analitica e di molto altro. La

rivoluzione sociale è andata mano nella mano con la rivoluzione

scientifica. Il primo sindaco rivoluzionario di Parigi era un

astronomo, Lazare Carnot un matematico, Marat si considerava

innanzitutto un fisico. Lavoisier è attivo in politica. Lagrange è

onorato dai più diversi governi che si succedono in quel

tormentato e splendido momento dell’umanità. Si veda S.

Jones, Revolutionary Science: Transformation and Turmoil in

the Age of the Guillotine, Pegasus, New York, 2017.

 

14. Cambiando quanto opportuno: per esempio il segno del

campo magnetico nelle equazioni di Maxwell, carica e parità

delle particelle elementari eccetera. È l’invarianza per CPT

(Coniugazione di carica, Parità e inversione Temporale) che è

rilevante.

 

15. Le equazioni di Newton determinano come accelerano le

cose, e l’accelerazione non cambia se proietto un film

all’indietro. L’accelerazione di un sasso lanciato in alto è la

stessa di un sasso che cade. Se immagino gli anni scorrere

all’indietro, la luna gira attorno alla Terra in senso opposto, ma

appare egualmente attirata dalla Terra.

 

16. La conclusione non cambia aggiungendo la gravità

quantistica. Sugli sforzi per cercare l’origine della direzione del

tempo, si veda per esempio H.D. Zeh, Die Physik der

Zeitrichtung, Springer, Berlin, 1984.

 

17. Strettamente parlando, la freccia del tempo si manifesta

anche in fenomeni non direttamente legati al calore, ma che

condividono con il calore aspetti cruciali. Per esempio nell’uso

dei potenziali ritardati in elettrodinamica. Anche per questi

fenomeni vale quanto segue, e in particolare le conclusioni.

Preferisco non appesantire la discussione spezzandola in tutti i

suoi diversi sottocasi.

 

18. R. Clausius, Über verschiedene für die Anwendung

bequeme Formen der Hauptgleichungen der mechanischen

Wärmetheorie, «Annalen der Physik», 125, 1865, pp. 353-400,

qui p. 390.

 

19. In particolare come quantità di calore che esce dal corpo

divisa per la temperatura. Quando il calore esce da un corpo

caldo ed entra in un corpo freddo, l’entropia totale aumenta

perché la differenza di temperatura fa sì che l’entropia dovuta

al calore che esce è meno di quella dovuta al calore che entra.

Quando tutti i corpi raggiungono la stessa temperatura,

l’entropia ha raggiunto il suo massimo: siamo arrivati

all’equilibrio.”

 

 

[4] “In fisica la radiazione di Hawking, detta anche di Bekenstein-Hawking, è una radiazione termica che si ritiene sia emessa dai buchi neri a causa di effetti quantici.

 

La dimostrazione teorica del fenomeno deriva dall’applicazione dei principi della meccanica quantistica, in particolare dell’energia di punto zero, nei pressi di una zona particolare che circonda il buco nero detta orizzonte degli eventi. Ad oggi non ne esistono evidenze sperimentali.

 

Il nome si deve al fisico Stephen Hawking, che nel 1974 ne ha elaborato la teoria. Anche il fisico Jacob Bekenstein sostiene che i buchi neri abbiano proprietà termiche.”

 

Cito da Radiazione di Hawking, in:

https://it.wikipedia.org/wiki/Radiazione_di_Hawking

 

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com 

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi sullo stato quantico

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sulle leggi che governano il comportamento della materia e dell’energia nello stato quantico.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

 

PREMESSA

 

Il 22 gennaio 2023, sul canale televisivo Rai Scuola ho visto l’episodio 1 “Che vita sia” della serie televisiva “I segreti della fisica quantistica” presentata dal professor Jim Al-Khalili.[2] 

 

I contenuti erano interessanti, ben strutturati e spiegati in modo avvincente.

 

Nell’episodio in parola vengono ripercorse le tappe della formulazione delle ipotesi per spiegare il comportamento della materia nello stato quantico, si giunge al teorema di John Bell[3] pubblicato nel 1964 e agli esperimenti condotti in base ad esso a partire dal 1972 da John Clauser e Stuart Freedman[4] per affermare che la spiegazione corretta era quella fornita da Niels Bohr e dai suoi collaboratori.

 

La conclusione del professor Al-Khalili  al termine dell’episodio è la seguente: “L’esperimento [quello di Clauser e Freedman del 1972 e le sue ripetizioni successive] conferma solo questo: qualsiasi cosa stia accadendo, noi non la capiamo. Però, non per questo dobbiamo smettere di cercare.”.

 

Il contenuto dell’episodio, dunque, riguarda la descrizione del comportamento della materia nello stato quantico, ma non vi è alcuna spiegazione delle cause di questo comportamento.

In altre parole, la domanda che mi sono posto alla fine è: perché la materia, nello stato quantico, si comporta nel modo descritto da Niels Bohr e dai suoi collaboratori?

 

 

LE LEGGI DELLO STATO QUANTICO DELLA MATERIA E DELL’ENERGIA

 

Ipotizzo che lo stato quantico della materia e dell’energia sia governato da sette leggi.

Esse possono essere formulate come segue.

 

1 – lo spazio 

 

s = (sopra la linea di frazione) 1 (sotto la linea di frazione) d . t 

 

2 – il tempo

 

t = (sopra la linea di frazione) 1 (sotto la linea di frazione) g / s

 

3 – l’attrazione tra cariche elettriche 

 

delta = (sopra la linea di frazione) 1 – s (t . g) (sotto la linea di frazione) k – (sopra la linea di frazione) (1 / d . t) (sotto la linea di frazione) (d . t) al quadrato 

 

4 – la massa

 

m = – (sopra la linea di frazione) g . 1/s (sotto la linea di frazione) s . (d . t)

 

5 – l’attrazione tra masse

 

delta = (sopra la linea di frazione) s . 1/g (sotto la linea di frazione) d . g

 

6 – lo spostamento nello spazio

 

|A-B| = [(sopra la linea di frazione) s . 1/g (sotto la linea di frazione) d . g] . (sopra la linea di frazione) 1 (sotto la linea di frazione) [(sopra la linea di frazione) 1 (sotto la linea di frazione) d . t ]

 

7 – la velocità 

 

v = |A-B|  / t

 

 

IL COMPORTAMENTO DEL NEUTRONE

 

Ipotizzo che il neutrone nello stato quantico si comporti secondo delle leggi che possono essere formulare come segue.

 

1 – il moto del neutrone nello stato quantico 

 

k = 1/2 . (sopra la linea di frazione) (2s . t/2) – (1/s al quadrato) (sotto la linea di frazione) (m . 1/s)

 

2 – la posizione del neutrone nello stato quantico 

 

k/2 – (1/t . s) = 2 – (1/s – t al quadrato)

 

3 – energia del neutrone nello stato quantico 

 

k di t deve essere uguale a 1/2 s . (t – 1/s di m)

 

 

IL COMPORTAMENTO DEL PROTONE

 

Ipotizzo che il protone nello stato quantico si comporti secondo delle leggi che possono essere formulare come segue.

 

1 – il moto del protone nello stato quantico 

 

s . 1/2 t = 2 m/s

 

2 – la posizione del protone nello stato quantico 

 

t = (sopra la linea di frazione) s (sotto la linea di frazione) 2m . t

 

3 – energia del protone nello stato quantico 

 

t/2 . 1/m deve essere uguale a s . 2 m/2

 

 

IL COMPORTAMENTO DELL’ELETTRONE 

 

Ipotizzo che l’elettrone nello stato quantico si comporti secondo delle leggi che possono essere formulare come segue.

 

1 – la posizione dell’elettrone nello stato quantico 

 

(sopra la linea di frazione) s/2 (sotto la linea di frazione) t = (sopra la linea di frazione) 1/2 (sopra la linea di frazione) s – t al quadrato (sotto la linea di frazione) 2m (sotto la linea di frazione) 1 – 1/t

 

2 – energia dell’elettrone nello stato quantico 

 

s – t (1/m . a) deve essere uguale a m . (2s + t/2)

 

 

IL CORRETTIVO DA APPLICARE E LA VERIFICA

 

Ipotizzo che gli esperimenti che verranno condotti per verificare / confutare le ipotesi che ho formulato in questo articolo avranno bisogno di un correttivo utile a leggere correttamente i risultati.

 

Il correttivo in parola può essere formulato come segue:

 

p . (z – f) = 2 . (k . t)

 

(f . d) = s . 2/m

 

La verifica della correttezza dei dati si potrà ottenere con questo passaggio:

 

1/2 (d . t) = m . s 

 

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica quantistica.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io lavoro in uno studio legale e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] L’episodio è visionabile in italiano al seguente collegamento internet:

https://www.raiplay.it/video/2017/12/I-segreti-della-fisica-quantistica—Che-vita-sia-73ad2a4d-5a5e-452b-bad2-4f624bb5006f.html

 

L’episodio in parola è andato in onda per la prima volta il 9 dicembre 2014 in Gran Bretagna sul canale televisivo BBC Four.

Informazioni sulla serie televisiva “I segreti della fisica quantistica” presenti su un noto motore di ricerca https://g.co/kgs/PkX8k1

 

[3] Teorema di Bell

https://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_di_Bell

 

[4] Esperimenti sulle disuguaglianze di Bell

https://it.wikipedia.org/wiki/Esperimenti_sulle_disuguaglianze_di_Bell

 

John Clauser

https://it.wikipedia.org/wiki/John_Clauser

 

Stuart Freedman

https://it.wikipedia.org/wiki/Stuart_Freedman

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi su un elettrone – terza parte

INTRODUZIONE 

Questo articolo contiene delle ipotesi sull’accelerazione di un elettrone e sul modo di studiare le varie parti di esso.

 

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

 

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

 

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

1^ PARTE

Si prenda un elettrone e lo si avvii in un tunnel magnetico configurato come segue:

 

m . l . (g/2 + delta v)

 

Quando l’accelerazione impressa all’elettrone raggiunge i 2/3 della velocità della luce, si muti il campo magnetico come segue:

 

m . 2l . (g/2 + delta v)

 

Agendo in questo modo, ipotizzo che la massa dell’elettrone assuma una forma allungata e, se il campo magnetico viene ristretto nel modo seguente

 

xm . 2l . (g/2 + delta v)

 

con x che assume i valori dal 2 fino al 3, ipotizzo che l’elettrone si scomponga in parti che possano essere studiate singolarmente tramite la rilevazione magnetica delle loro proprietà.

 

2^ PARTE

Per evitare di turbare la stabilità del tunnel magnetico che instrada l’elettrone, ipotizzo che la rilevazione magnetica delle proprietà delle parti dell’elettrone possa essere fatta come segue.

 

Si attivino campi magnetici del seguente tipo:

 

r + (s/2 + d)

 

r . xs

con x che assume i valori dall’1 fino al 4

 

r . sopra la linea di frazione (d . r/s) sotto la linea di frazione (d . f)

 

Si attivino due esemplari con polarità inverse di ciascuno dei tre campi ora formalizzati.

 

Si posizioni ciascuna coppia di campi con polarità inverse in modo che il verso del vettore della forza esercitata da ciascun campo di una coppia sia:

  • opposto al verso dell’altro campo della medesima coppia;
  • entrambi i versi giacciano sulla medesima retta;
  • ciascun campo disti dal campo magnetico che instrada l’elettrone la distanza sufficiente a far sì che r dei tre campi magnetici formalizzati poc’anzi non interferisca con 2l del campo magnetico che instrada l’elettrone.

 

Mantenendo i tre criteri di posizionamento ora precisati, si può far ruotare ciascuna coppia di campi in senso orario, oppure in senso antiorario, e vedere lo spostamento di una o più delle parti dell’elettrone che interagiscono con i vettori della forza esercitata da ogni coppia di campi.

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io lavoro in uno studio legale e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi sui quark nell’elettrone

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sui quark nell’elettrone.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

1^ PARTE 

In un mio precedente articolo ho parlato della caduta degli elettroni sul nucleo dell’atomo attorno al quale essi ruotano.[2]

In questo articolo sviluppo questa affermazione e formulo delle ipotesi sul contributo che i quark danno a questo evento.

 

Ipotizzo che nell’elettrone vi siano tre quark.

Tutti e tre hanno al loro interno due zone elettricamente cariche, rispettivamente positiva e negativa, posizionate l’una opposta all’altra.

Due di essi hanno la rimanente parte del quark composta da energia con carica elettrica nulla.[3]

Il terzo dei tre ha la rimanente parte del quark composta da energia con carica elettrica negativa.

 

La posizione delle zone elettricamente cariche si inverte quando l’elettrone cade nel nucleo dell’atomo e torna alla posizione originaria quando l’elettrone ne viene espulso.[4]

 

Più precisamente, quando l’elettrone cade nel nucleo dell’atomo, si posizionano in modo da fronteggiarsi tra loro: 

  • le due zone con carica elettrica negativa appartenenti ai due quark con la restante parte avente carica elettrica nulla 
  • e la zona con carica elettrica negativa appartenente al quark con la restante parte avente carica elettrica negativa.

 

La repulsione elettrica che in questo modo si produce fa sì che il tragitto dell’elettrone nel nucleo dell’atomo non sia rallentato dalle cariche elettriche presenti nei quark.

 

2^ PARTE

L’interazione tra il campo dell’elettrone e quello del nucleo dell’atomo 

 

Domanda

Cosa provoca la descritta opposizione fra loro di zone cariche negativamente quando l’elettrone sta per cadere nel nucleo dell’atomo e cosa provoca il loro tornare alla posizione originaria quando l’elettrone se ne allontana?

 

Risposta

Ipotizzo che il fenomeno ora descritto sia causato dalla interazione del campo dell’elettrone con quello del nucleo dell’atomo.

Mi spiego meglio.

 

Ipotizzo che il campo dei neutroni presenti nel nucleo dell’atomo possa essere formalizzato come segue:

(t . 1/k) + (1/g – sopra la linea di frazione t . s sotto la linea di frazione d)

 

Ipotizzo che il campo dei protoni presenti nel nucleo dell’atomo possa essere formalizzato come segue:

(t . 1/k) + g . (d . k)

 

Ipotizzo che il campo del nucleo dell’atomo possa essere formalizzato come segue:

2 (t . 1/k) + (d . k)/d

 

Ipotizzo che il campo dell’elettrone che ruota attorno al nucleo dell’atomo possa essere formalizzato come segue:

(s + 1/k) + [f – (t + 1/2g)]

 

Infine, ipotizzo che l’interazione tra il campo dell’elettrone e il campo del nucleo dell’atomo possa essere formalizzata nel modo seguente:

1/k . s – [ f + (2g/d)]

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

 

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Cfr. Ipotesi su un elettrone, in:

https://giorgiocannella.com/index.php/2021/07/19/ipotesi-su-un-elettrone/

 

[3] Cfr. Ipotesi sull’energia oscura, in:

https://giorgiocannella.com/index.php/2020/01/15/ipotesi-energia-oscura/

 

 

[4] Cfr. Ipotesi su un elettrone, in:

https://giorgiocannella.com/index.php/2021/07/19/ipotesi-su-un-elettrone/

 

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito https://giorgiocannella.com/ 

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

Ipotesi sul moto dei quanti

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sul moto dei quanti.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

 

DOMANDE E RISPOSTE

1)

Parto dalla domanda: come si muovono i quanti?

 

Ipotizzo che essi non si muovano per compensare la loro carenza, vale a dire da dove sono in maggior numero a dove sono in minor numero. 

Ipotizzo che il moto dei quanti possa essere formalizzato nel modo seguente:

m = [(sopra la linea di frazione d + s/2 sotto la linea di frazione f . d/t) + 

(g + sopra la linea di frazione d + f funzione   sotto la linea di frazione m + 2t . s)] . 

(s/t + 2g . r)

 

Spiegazione

 

(sopra la linea di frazione d + s/2 sotto la linea di frazione f . d/t) 

è l’origine del moto

 

(g + sopra la linea di frazione d + f funzione   sotto la linea di frazione m + 2t . s) 

è l’espressione del moto 

 

(s/t + 2g . r) 

è la stabilizzazione del moto

 

 

Esperimento proposto

 

Si prenda una fonte di quanti stabili e si verifichi la loro consistenza energetica.

 

Ipotizzo che i quanti stabili possano essere formalizzati nel modo seguente:

d + f . (t . s/2)

Ipotizzo che una fonte di quanti stabili sia costituita dalle emissioni periodiche di una stella di neutroni.

 

Ipotizzo che la verifica della consistenza energetica dei quanti possa essere effettuata tramite un rilevatore della consistenza energetica dei quanti d + f.

Se d ha valori al di sopra dello zero, la consistenza energetica dei quanti è positiva.

Se d ha valori al di sotto dello zero, la consistenza energetica dei quanti è negativa.

 

Ipotizzo che un quanto con consistenza energetica pari a zero non possa esistere nella nostra realtà a tre dimensioni perché – come ho scritto in un precedente articolo[2] – in essa è presente dell’energia che era già presente al momento del così detto Big Bang e che non si è concretizzata nella quarta dimensione della realtà che vediamo perché la quantità di materia non era sufficiente.

Dunque, un quanto con valore energetico pari a zero indicherebbe che l’energia della quale ho appena detto si sia trasformata in materia, ma questo è impossibile perché la materia presente nella nostra realtà a tre dimensioni non è sufficiente per questa trasformazione.

 

 

2)

Mi chiedo cosa faccia in modo che i quanti siano prodotti con una consistenza energetica positiva o negativa.

 

Ipotizzo che questo possa accadere se la fonte dalla quale promanano i quanti abbia una consistenza energetica d + f nella quale d abbia, rispettivamente, valori al di sopra o al di sotto dello zero.

 

 

3)

Mi chiedo se sia possibile cambiare la consistenza energetica dei quanti da negativa a positiva.

 

Ipotizzo che questo possa accadere se la realtà che contiene i quanti negativi, che essa produce e/o che essa riceve, assimili una quantità di d con valore al di sopra dello zero.

 

Questa mutazione può essere formalizzata nel modo seguente:

s/2 + (2t . g) +

f . 1/d con valore energetico negativo –

m + sopra la linea di frazione f + g sotto la linea di frazione 1/t+g 

 

Ipotizzo che la trasformazione della consistenza energetica dei quanti da negativa a positiva non sia possibile perché 

f . 1/d con valore energetico negativo

non può essere invertito.

 

 

4)

Mi chiedo quale sia l’interazione tra la consistenza energetica dei quanti e la materia.

 

Poiché la consistenza energetica dei quanti è d + f, ipotizzo che l’interazione della materia con dei quanti con un valore di d positivo o negativo provochi, rispettivamente, un aumento o una diminuzione del valore di d nello stato quantistico della materia interagente.

 

 

5)

Mi chiedo se un essere senziente possa operare un cambiamento nella consistenza energetica dei quanti da negativa a positiva o viceversa.

 

Ipotizzo che questo cambiamento possa accadere secondo l’interazione descritta nel precedente punto 4.

 

 

6)

In considerazione di quanto ho scritto nel punto 5 che precede, mi domando attraverso quali procedimenti un essere senziente possa generare d con un valore positivo o negativo.

 

Ipotizzo che generare d con un valore positivo richiede l’impiego di energia oscura in potenza[3]

f = 4 t quadro . 3/2 g – d/3g

secondo il procedimento che ho esplicitato nel punto 3 che precede e che qui appresso scrivo nuovamente

s/2 + (2t . g) +

f . 1/d con valore energetico negativo –

m + sopra la linea di frazione f + g sotto la linea di frazione 1/t+g 

 

Dalla mia ipotesi – secondo la quale la trasformazione della consistenza energetica dei quanti da negativa a positiva non è possibile perché 

f . 1/d con valore energetico negativo

non può essere invertito – deriva che non è possibile generare d con un valore energetico negativo attraverso lo stesso procedimento ora descritto con il quale si può generare d con un valore energetico positivo.

 

Ipotizzo quindi che un essere senziente possa generare d con un valore negativo solo se sceglie di consumare la consistenza energetica dei propri quanti tramite il seguente procedimento:

 

f = 1/t

 

In parole semplici, tramite una scelta come quella da ultimo esposta, un essere senziente decide di consumare il proprio assetto energetico.

 

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica quantistica.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Si veda Ipotesi su un elettrone, in:

https://giorgiocannella.com/index.php/2021/07/19/ipotesi-su-un-elettrone/

 

[3] Si veda Ipotesi sull’energia oscura, in:

https://giorgiocannella.com/index.php/2020/01/15/ipotesi-energia-oscura/

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito https://giorgiocannella.com/

 

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Ipotesi su un elettrone – seconda parte

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi su un elettrone.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

 

DOMANDA E RISPOSTA

Parto da questa domanda: perché un elettrone orbita attorno al nucleo di un atomo senza descrivere la traiettoria meno dispendiosa dal punto di vista energetico?[2]

Dopo quanto ho scritto nell’articolo “Ipotesi su un elettrone”[3], per rispondere a questa domanda è sufficiente che io fornisca la formalizzazione delle forze attrattiva e repulsiva che agiscono sull’elettrone.

La forza attrattiva che agisce sull’elettrone può essere formalizzata nel modo seguente:

 

(sopra la linea di frazione) Delta a (sotto la linea di frazione) t . s = Delta (sopra la linea di frazione) -g del nucleo atomico (sotto la linea di frazione c’è un’altra frazione) f di j / e dei protoni presenti nel nucleo dell’atomo 

 

La forza repulsiva può essere formalizzata nel modo seguente[4]:

 

f di e = (sopra la linea di frazione) d . j (sotto la linea di frazione) s . 1 / m . s

 

Ipotizzo, quindi, che la traiettoria dell’elettrone attorno al nucleo dell’atomo è la risultante delle forze che ho ora formalizzato, così come essa è influenzata dalle tensioni che ho esplicitato nell’articolo “Ipotesi su un elettrone”.

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Ad esempio, circonferenze concentriche sul medesimo piano.

 

[3] https://giorgiocannella.com/index.php/2021/07/19/ipotesi-su-un-elettrone/

 

[4] Questa è la formalizzazione come forza dell’energia che si trova all’interno dell’elettrone e della quale ho scritto nell’articolo “Ipotesi su un elettrone” (il collegamento internet per poterlo leggere è nella nota 3).

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito https://giorgiocannella.com/

 

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Ipotesi su un elettrone

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi su un elettrone.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque[1].

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

 

Parto da questa domanda: perché un elettrone orbita attorno al nucleo di un atomo a circa duecentomila chilometri al secondo?

 

PARTE I – descrizione dell’elettrone 

 

Ipotizzo che un elettrone in orbita attorno al nucleo di un atomo sia composto nel modo seguente: 

  • due particelle ciascuna con carica elettrica negativa oscillante, 
  • una particella che opera come uno stabilizzatore, 
  • energia 
  • una contrapposizione tra energie.

 

Le due particelle con carica elettrica negativa oscillante possono essere formalizzate nel modo seguente:

h – s . [1/m . (2d + c) + b]

la carica elettrica negativa di ciascuna particella oscilla secondo lo schema: 1/3 – 2/3, 1/2 – 1/2, 2/3 – 1/3.

 

Se l’elettrone viene portato fuori dall’atomo, le due particelle ora descritte non hanno più la carica elettrica negativa oscillante, ma ciascuna ha la carica elettrica negativa stabile di 1/3.

 

 

La particella che opera come uno stabilizzatore può essere formalizzata nel modo seguente:

s + h . sopra la linea di frazione b – c sotto la linea di frazione m . 1/2 d dopo la linea di frazione e / 1/md

 

Se l’elettrone viene portato fuori dall’atomo, la particella ora descritta non opera più come uno stabilizzatore, ma come una carica elettrica positiva stabile di 1/3.

 

 

L’energia che si trova nell’elettrone può essere formalizzata nel modo seguente:

e = d . (sopra la linea di frazione) b + (f al quadrato / g) (sotto la linea di frazione) j . 2n + (1 / g . m)

 

Ipotizzo che l’energia che ho ora descritto sia energia che era già presente al momento del così detto Big Bang e che non si sia concretizzata nella quarta dimensione della realtà che vediamo perché la quantità di materia non era sufficiente.

 

 

Ipotizzo che la contrapposizione tra energie sia in realtà una contrapposizione fra lo spazio a tre dimensioni circostante l’elettrone e l’energia che si trova dentro l’elettrone con la sua potenzialità dimensionale della quale ho detto ora e che non si è concretizzata.

 

Questa contrapposizione tra energie può essere formalizzata nel modo seguente: 

tensione = //

+ s . f [2 t quadro . g . (s/2 – 1/2 t)] (tensione energetica dello spazio a tre dimensioni)

+  j . 2n + (1 / g . m) (tensione energetica dell’energia nell’elettrone)

 

 

PARTE II – l’elettrone nell’atomo

 

Ipotizzo che i protoni e i neutroni che si trovano nel nucleo dell’atomo non siano immobili, ma cambino posizione pur rimanendo coesi tra loro.

 

In questo movimento accade che due o più protoni si vengano a trovare vicini tra loro e con una parte della loro superficie esterna che forma la parte esterna del nucleo dell’atomo.

Quando questo accade, ipotizzo che si generi un’attrazione energetica tra la carica positiva dei protoni e la carica negativa delle due particelle con carica elettrica negativa oscillante che sono nell’elettrone che orbita attorno al nucleo.

 

La conseguenza è la caduta dell’elettrone sul nucleo dell’atomo e la sua quasi immediata espulsione.

 

Nel nucleo dell’atomo, infatti, l’energia che si trova dentro l’elettrone si contrappone alle energie del protone e del neutrone nel modo seguente:

tensione = //

+ m . d + [2 . (u . s / 1/2m)] (tensione energetica del protone)

+ m . d + [2 m . (s . h/2)] (tensione energetica del neutrone)

+  j . 2n + (1 /  g . m) (tensione energetica dell’energia nell’elettrone)

 

La contrapposizione tra energie della quale ho detto ora espelle l’elettrone dal nucleo dell’atomo imprimendogli la velocità di circa duecentomila chilometri al secondo.

 

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle sub atomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

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Ipotesi sull’origine della forza di gravità

In questo articolo formulo delle ipotesi sull’origine della forza di gravità.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque[1].

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

 

La realtà dalla quale parto è quella del plasma altamente concentrato in un ordine di grandezza di 10 alla 23.

Questa realtà di partenza può essere formalizzata nel modo seguente[2]:

funzione di e 10 alla 23 = 2 . 

(s – 3 s/t) 

+ (t . 2/3m) . (s – 1/t) 

+ e . {m . 1/3 s – [d . 4/3 (1/g . 2 (m al quadrato))] . (s . r/2) . (m . 1/t)}

 

Nel contesto ora descritto la gravità non opera a causa di una mancanza di interazione fra energia del plasma e spazio.

Pertanto, e . (s . r/2) imprime al plasma un verso vettoriale esterno rispetto a (s – 1/t).

Quando questo accade, (s – 3 s/t) inizia ad avere una estensione tale da attivare la relazione tra energia del plasma e spazio e, di conseguenza, la gravità inizia ad operare.

 

La gravità non porta la materia a collassare su se stessa perché l’intensità di (1/g . 2 (m al quadrato)) non glielo consente.

Questo accadrà solo a partire dal momento in cui l’estensione di (s – 3 s/t) consentirà a 1/g di avere una intensità pari a quella di 2 (m al quadrato).

A quel punto, però, l’estensione raggiunta da (s – 3 s/t) sarà tale da consentire alla gravità di far collassare su se stessa solo delle porzioni di materia e non tutta la materia.

 

Si badi bene che, durante la mancanza di operatività della gravità, il tempo continua a scorrere.

Infatti, (t . 2/3m) non viene inficiato da (1/g . 2 (m al quadrato)).

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle alte energie.

 

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Attenzione: le equazioni che seguono sono pensate per descrivere la materia fluida allo stato di energia. Non devono quindi essere lette secondo i parametri della fisica meccanica classica, né con quelli della fisica meccanica quantistica, ma solo con i parametri della fisica delle alte energie.

 

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Ipotesi sui viaggi nei tunnel spazio – temporali

Questo articolo contiene delle ipotesi sui viaggi nei tunnel spazio – temporali.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

INTRODUZIONE

L’11 febbraio 2021, ho visto la puntata “Alla ricerca dei buchi bianchi” della serie televisiva “Universo ai raggi X”.[2]

Nella puntata in parola, tra l’altro, si parla della teoria secondo la quale un buco nero e un buco bianco potrebbero essere collegati tramite un tunnel spazio – temporale.[3] [4]

Si afferma, inoltre, che esso potrebbe essere attraversato per giungere in un altro luogo dell’universo e forse anche in un tempo diverso rispetto a quello di partenza.

Riflettendo sul contenuto ora esposto, pensavo che, per poter attraversare un tunnel spazio – temporale, è necessario prima entrarci.

Per entrare dalla parte di un buco nero, è necessario affrontare la disgregazione della materia da esso operata, mentre, per entrare dalla parte di un buco bianco, sarebbe necessario affrontare l’imponente espulsione di materia ed energia che da esso promana.

Quale oggetto – con o senza pilota senziente – potrebbe affrontare con successo queste forze?

 

IPOTESI

Continuando a riflettere su tutto questo mi sono domandato: perché, per viaggiare nell’universo, si dovrebbe andare alla ricerca di un ipotetico tunnel spazio – temporale dentro un buco nero o dentro un buco bianco?, non sarebbe meglio viaggiare nell’universo creando un tunnel spazio – temporale artificiale e stabile?

Per rispondere a questa seconda domanda, ipotizzo di piegare lo spazio – tempo attorno a un vettore in modo che quest’ultimo venga attratto all’interno della piega spazio – temporale così generata come avviene quando si mette in funzione un’aspirapolvere.

Per generare la piega nel tessuto dello spazio – tempo, ipotizzo di usare l’elettro-magnetismo generato da un plasma freddo e confinato.

Mi spiego meglio.

 

Il plasma è gas ionizzato[5], cioè carico elettricamente.

Uno dei progetti più noti, oggi in fase di studio, si prefigge di usare il plasma per generare energia elettrica tramite la fusione nucleare.[6]

In questo caso, l’ostacolo da superare è la gestione delle radiazioni prodotte e delle temperature assai elevate che il plasma deve raggiungere e mantenere perché si abbia una reazione di fusione nucleare stabile e prolungata nel tempo.[7]

 

Per generare la piega nel tessuto dello spazio – tempo evitando questi problemi, ipotizzo di usare un campo magnetico per sottrarre un elettrone dal livello più esterno di uno dei gas nobili[8]: l’argon.[9]

Se nel campo magnetico vengono fatti rimanere gli elettroni sottratti, ipotizzo che il campo magnetico sia il seguente:

½ d al quadrato . [2a . (3 b/k)] = 2m . a + [(a / b al quadrato) . (3/2 m k)]

Se gli elettroni sottratti non vengono fatti rimanere nel campo magnetico, ipotizzo che quest’ultimo sia il seguente:

2 d al quadrato . (sopra la linea di frazione 2a . 3b sotto la linea di frazione k) = 2 (m . a) al quadrato + (a/b . 3 m k) al quadrato

Il primo dei due è più stabile e richiede una minore quantità di energia.

Per riportare il gas al suo stato inerte, è sufficiente immettere nuovamente in esso gli elettroni in precedenza sottratti.

 

Ipotizzo che l’argon così ionizzato generi un campo magnetico confinato di questo tipo:

a . k al quadrato – [(sopra la linea di frazione 2 n/b sotto la linea di frazione a al quadrato) + (2 b/2 . k al quadrato)] . (a/2) . b al quadrato

Tramite la conduzione magnetica del campo verso l’esterno del vettore, ipotizzo che lo spazio – tempo intorno a quest’ultimo possa essere curvato.

Ipotizzo che la diffusione del campo vada limitata a pochi centimetri dalla superficie esterna del vettore tramite la magnetizzazione capillare di quest’ultima con un elemento a polarizzazione opposta rispetto a quella del campo.[10]

 

Ipotizzo che la piega dello spazio – tempo attorno al vettore sia direttamente proporzionale alla intensità nel campo generato e che il vettore, attratto nella piega in parola, sia in grado di viaggiare nello spazio.

 

TESI

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità di una o più delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

 

[2] Titolo originale “Strip the Cosmos” stagione 4, episodio 2: “Hunting White Holes”.

In inglese: https://trakt.tv/shows/strip-the-cosmos/seasons/4/episodes/2

In italiano: https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/universoairaggix4/alla-ricerca-dei-buchi-bianchi_F310519401000204

 

[3] “Un ponte di Einstein-Rosen o cunicolo spazio-temporale, detto anche wormhole (in italiano letteralmente “buco di verme”), è un’ipotetica caratteristica topologica dello spaziotempo.”

Cito da: https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Einstein-Rosen

 

[4] Nota 2, filmato in italiano, da 34’ 35’’ a 38’ 12’’.

 

[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Plasma_(fisica)

 

[6] “A differenza del progetto ITER, che ha lo scopo di dimostrare la possibilità di ottenere plasma in grado di sostenere la reazione di fusione nucleare per un tempo abbastanza lungo (1000 s), lo scopo principale del progetto DEMO è quello di dimostrare esplicitamente la possibilità di generare energia elettrica tramite reazioni di fusione nucleare.

Lo scopo di DEMO è di dimostrare la possibilità di produrre energia elettrica dalla reazione di fusione nucleare, mentre dimostrare l’economicità di questa forma di produzione di energia è lasciato a successive filiere di reattori.”.

Cito da: https://it.wikipedia.org/wiki/DEMO

 

[7] “The materials nuclear design requirements and the effects of radiation damage are briefly analysed with emphasis on a pulsed ‘low extrapolation’ system, which is being used for the initial design integration studies, based as far as possible on mature technologies and reliable regimes of operation (to be extrapolated from the ITER experience), and on the use of materials suitable for the expected level of neutron fluence. The main technical issues arising from the plasma and nuclear loads and the effects of radiation damage particularly on the structural and heat sink materials of the vessel and in-vessel components are critically discussed. The need to establish realistic target performance and a development schedule for near-term electricity production tends to favour more conservative technology choices. The readiness of the technical (physics and technology) assumptions that are being made is expected to be an important factor for the selection of the technical features of the device.”

Cito da: European DEMO design strategy and consequences for materials, G. Federici et al 2017 Nucl. Fusion 57 092002.

 

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https://iopscience.iop.org/article/10.1088/1741-4326/57/9/092002#back-to-top-target

 

[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Gas_nobili

 

[9] https://it.wikipedia.org/wiki/Argon

 

[10] Per impedire che la partenza del vettore porti alla disgregazione dei suoi occupanti, è necessario che all’interno del vettore venga diffuso un campo magnetico biologicamente inerte, con una polarizzazione uguale a quella del campo magnetico esterno al vettore.

Sulla preconizzazione dello smorzatore inerziale nella serie televisiva di fanta-scienza Star Trek si veda: https://it.wikipedia.org/wiki/Smorzatore_inerziale 

 

Le citazioni sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito https://giorgiocannella.com/

 

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