Il diritto canonico afferma in più punti che i consigli evangelici sono la castità, la povertà e l’obbedienza.[1]
Lo scopo di questo articolo è verificare se nel Nuovo Testamento vi siano realmente i consigli in parola.
Se la ricerca darà esito negativo, sarà necessario modificare il diritto canonico al fine di renderlo conforme a quanto si legge nella Bibbia.
Come è noto, infatti, il diritto canonico si fonda sulla Scrittura della quale costituisce attuazione dettando regole per disciplinare la vita dei fedeli.
LA CASTITÀ
Nell’articolo “Riflessioni sul celibato”[2] ho citato i passi biblici in base ai quali l’obbligo della castità, del celibato, del nubilato, della verginità consacrata non è imposto alle persone che hanno il sacerdozio ministeriale e nemmeno alle altre categorie di fedeli.
Al contrario, la Scrittura esige che chi ha il sacerdozio ministeriale sia sposato una sola volta, abbia figli e sappia governare bene la sua famiglia e che il candidato al presbiterato sia sposato una sola volta con figli credenti.
Per quanto riguarda coloro che fanno vita laicale consacrata, la Scrittura lascia la condizione relazionale di queste persone alla scelta che Dio fa di chiamarle prima o dopo che si siano sposate e abbiano avuto dei figli.
Poiché la normativa di qualsiasi tipo (canonica, disciplinare, liturgica, etc.) vigente nella Chiesa non può andare contro la rivelazione, tutte le affermazioni – di qualsiasi tipo e da chiunque rese: individuo o concilio – sulla castità come consiglio evangelico non sono conformi alla Scrittura e, di conseguenza, vanno considerate come se non ci fossero (“tamquam non essent”).[3]
LA POVERTÀ
In passato si è molto discusso se Gesù Cristo fosse povero e se la Chiesa debba essere povera.
Per rispondere a queste domande, è sufficiente leggere cosa dice la Scrittura in proposito.
Per quanto riguarda Gesù, tutti e quattro i vangeli affermano che, dopo averlo crocifisso, i soldati divisero le sue vesti in parti tirando a sorte quale parte doveva toccare a ciascuno di essi.[4]
Ricordo molto bene che per molti anni in chiesa, ogni volta che si leggeva la passione di Gesù Cristo secondo Giovanni, il testo aveva alcune parole in più rispetto a quelle che si leggono oggi.
Dopo le parole “Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo” vi erano anche le parole “di grande valore”.
A prescindere dal fatto che le parole “di grande valore” siano nel testo del vangelo secondo Giovanni oppure no, resta il dato di fatto che i soldati non avrebbero avuto alcun interesse a fare in parti le vesti di Gesù e tirare a sorte tra loro per assegnarsele se queste vesti fossero state in condizioni deprecabili o senza alcun valore.
Inoltre, il vangelo secondo Giovanni afferma che Gesù e i dodici apostoli avevano una cassa comune.[5]
Il testo afferma anche che il cassiere era Giuda Iscariota e che si metteva in tasca i soldi della comunità, ma questo non cambia il dato di fatto: nella comunità di Gesù e degli apostoli c’era detenzione e maneggio di denaro.
Né avrebbe potuto essere altrimenti per fare fronte alle necessità di una comunità di più persone.
Infine, il vangelo secondo Luca dice che, con Gesù e i dodici apostoli, vi erano anche molte donne “che li assistevano con i loro beni”.[6]
In conclusione, i vangeli affermano chiaramente che Gesù Cristo non era povero e che non gli mancava alcunché.
A questa conclusione, non è utile opporre le parole di Gesù “il figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” per argomentare che Gesù fosse povero.[7]
Gesù Cristo non aveva un posto dove posare il capo non perché fosse senza casa[8], ma perché era un predicatore itinerante e dimorava di volta in volta in luoghi diversi.
Ne parlano gli stessi passi dei due vangeli dai quali sono tratte le parole che abbiamo citato poc’anzi nella nota 6: nel vangelo secondo Matteo, capitolo 8, versetto 18, si legge “ordinò di passare all’altra riva” e nel vangelo secondo Luca, capitolo 9, versetto 56, si legge “mentre andavano per la strada”.
Ne parlano molti altri passi di tutti e quattro i vangeli.[9]
Poiché la normativa di qualsiasi tipo (canonica, disciplinare, liturgica, etc.) vigente nella Chiesa non può andare contro la rivelazione, tutte le affermazioni – di qualsiasi tipo e da chiunque rese: individuo o concilio – sulla povertà come consiglio evangelico non sono conformi alla Scrittura e, di conseguenza, vanno considerate come se non ci fossero (“tamquam non essent”).[10]
Per quanto riguarda il comportamento che un fedele deve avere con il denaro e con le ricchezze è sufficiente leggere la Scrittura.
Nell’Antico Testamento, nel salmo 62 leggiamo: “alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore”.[11]
Nel Nuovo Testamento, Gesù stesso riprende questo insegnamento nella parabola del ricco stolto.[12]
In essa, Gesù porta a compimento la Legge e i profeti[13] e, all’insegnamento sul distacco del cuore dalla ricchezza, aggiunge quello di accumulare tesori davanti a Dio.
Sono queste le coordinate che ogni credente deve assumere nel suo rapporto con il denaro e con i beni.
Queste stesse coordinate il diritto canonico dovrà sancire per la vita di tutti i credenti cristiani.
L’OBBEDIENZA
Nel Nuovo Testamento molti passi affermano che Gesù Cristo era obbediente alla volontà di Dio Padre.
Il passo più conosciuto è quello della Lettera ai filippesi nel quale si afferma che Gesù “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.[14]
Numerosi altri passi affermano lo stesso.[15]
L’obbedienza alla volontà di Dio Padre è quindi un dato inconfutabile della vita di Gesù Cristo.
GLI ALTRI CONSIGLI EVANGELICI
Ci domandiamo ora se l’obbedienza sia l’unico consiglio evangelico.
La risposta è no.
Non si può prendere a modello Gesù Cristo per la vita dei credenti solo per uno o alcuni profili della sua vita e non per tutti gli altri.
In altre parole, non si può fare la scelta selettiva – quella che in inglese si chiama “cherry-picking” – con i profili della vita di Cristo.
È necessario individuare il complesso dei profili della vita da Gesù Cristo.
Partiamo dal testo dalla Lettera ai filippesi, capitolo 2, versetti 5-8.[16]
Il testo inizia dicendo “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”.
Da questo abbiamo la conferma che il diritto canonico deve disciplinare la vita dei credenti in aderenza al complesso della vita di Gesù Cristo e non solo ad alcuni profili di essa.
I versetti 6, 7 e 8 del passo in esame descrivono in modo preciso la scelta di servizio compiuta da Gesù Cristo con cinque verbi in successione: “assumendo…divenendo…apparso…umiliò…facendosi”.
Ciascuno di questi verbi descrive un profilo della vita di Gesù Cristo che il diritto canonico dovrà sancire per la disciplina della vita di tutti i credenti.
Primo: “assumendo la condizione di servo”.
Gesù Cristo è servo perché svolge il servizio che Dio padre gli ha assegnato.
Secondo: “e divenendo simile agli uomini”.
Gesù Cristo svolge il suo servizio assimilandosi all’intera umanità.
Terzo: “apparso in forma umana”.
Gesù Cristo svolge il suo servizio vivendo la vita umana.
Quarto: “umiliò se stesso”.
Gesù Cristo svolge il suo servizio anche con l’umiliazione.
Quinto: “facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.
Il servizio di Gesù Cristo giunge alla morte infamante dei malfattori.
Queste stesse scelte il diritto canonico deve affermare come consigli evangelici per la vita di tutti i credenti cristiani: ogni credente deve svolgere il servizio che Dio gli assegna, assimilandosi all’intera umanità, vivendo la vita umana, anche attraverso la negazione di se stesso e la negazione infamante della sua vita.
A completamento di tutto questo, vanno aggiunte le parole di Gesù “Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.[17]
Questo serve a ricordare al credente non solo che il peso della coerenza ai consigli evangelici può essere portato solo con l’aiuto della grazia di Dio, ma altresì che quest’ultima rende leggero il peso in parola.
LE NORME DA MODIFICARE
I passi della Bibbia citati e le argomentazioni esposte in questo articolo conducono alla necessità di modificare alcuni canoni del diritto canonico al fine di renderli conformi alla Scrittura.
Sui doveri dei fedeli
Il canone 211 del codice di diritto canonico[18] e il canone 14 del codice dei canoni delle chiese orientali[19]
Il canone 211 del codice di diritto canonico e il canone 14 del codice delle chiese orientali vanno modificati nel modo seguente:
§1. Tutti i fedeli cristiani hanno il diritto e il dovere di impegnarsi perché il messaggio divino della salvezza giunga sempre più a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutto il mondo.
§2. Al tal fine ogni fedele cristiano testimonia la sua adesione a Gesù Cristo risorto seguendo i consigli evangelici, vale a dire: svolgendo il servizio che Dio gli assegna sull’esempio di Gesù obbediente alla volontà del Padre[20], assimilandosi all’intera umanità, vivendo la vita umana, anche attraverso la negazione di se stesso e la negazione infamante della sua vita[21].
§3. Nel vivere i consigli evangelici ogni credente ricorda le parole di Gesù Cristo “Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”[22] per essere consapevole che il peso della coerenza ai consigli evangelici può essere portato solo con l’aiuto della grazia di Dio e che quest’ultima rende leggero il peso in parola.
§4. Ogni fedele vive il suo rapporto con il denaro e con i beni secondo l’insegnamento della Scrittura che afferma “alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore”[23] e prescrive di accumulare tesori davanti a Dio[24].
§5. Poiché la normativa di qualsiasi tipo (canonica, disciplinare, liturgica, etc.) vigente nella Chiesa non può andare contro la rivelazione, tutte le affermazioni – di qualsiasi tipo e da chiunque rese: individuo o concilio – sulla povertà e/o sulla castità come consigli evangelici non sono conformi alla Scrittura e, di conseguenza, vanno considerate come se non ci fossero (“tamquam non essent”).
Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.
NOTE A PIE’ DI PAGINA
[1] Tutti i passi dei testi citati in questo articolo sono presi dalle pagine internet indicate.
Se non altrimenti specificato, il sottolineato è mio.
Tutte le citazioni della Bibbia in questo articolo sono prese da “La Sacra Bibbia” edizione Conferenza episcopale italiana, in: http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM
Tutte le citazioni del codice di diritto canonico in questo articolo sono prese da “Codex iuris canonici” in: http://www.vatican.va/archive/ITA0276/_INDEX.HTM
Tutte le citazioni del codice dei canoni delle chiese orientali presenti in questo articolo sono prese da “Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium” in latino in:
http://www.vatican.va/archive/cdc/index_it.htm
e in italiano in:
https://www.iuscangreg.it/cceo_multilingue.php
Tutte le citazioni del Catechismo della chiesa cattolica presenti in questo articolo sono prese da:
http://www.vatican.va/archive/ccc/index_it.htm
[2] https://giorgiocannella.com/index.php/2020/06/01/riflessioni-sul-celibato/
[3] Il testo di questo articolo pubblicato il 2 giugno 2020 conteneva le parole: “In conclusione, la castità non è un consiglio evangelico.”.
Il 29 settembre 2021 ho corretto questa frase nel modo seguente: “Poiché la normativa di qualsiasi tipo (canonica, disciplinare, liturgica, etc.) vigente nella Chiesa non può andare contro la rivelazione, tutte le affermazioni – di qualsiasi tipo e da chiunque rese: individuo o concilio – sulla castità come consiglio evangelico non sono conformi alla Scrittura e, di conseguenza, vanno considerate come se non ci fossero (“tamquam non essent”).”
La contrarietà di qualsiasi affermazione alla parola di Dio, infatti, non necessita di un atto di abrogazione, ma rende l’affermazione stessa inesistente.
Questo perché – lo ripeto ancora una volta – Dio non è un teologo particolarmente versato al quale possono contrapporsi le affermazioni di altri teologi ugualmente capaci.
Se il Nuovo Testamento afferma più volte e inequivocabilmente che chi ha il sacerdozio ministeriale sia sposato una sola volta, abbia figli e sappia governare bene la sua famiglia, che il candidato al presbiterato sia sposato una sola volta, con figli credenti e infine che la condizione relazionale di ogni persona chiamata alla vita laicale consacrata è lasciata alla scelta che Dio fa di chiamarla prima o dopo che questa si sia sposata e abbia avuto dei figli, qualsiasi tesi contraria non può soppiantare il dato inequivocabile della Scrittura.
Nessuna affermazione umana, infatti, può stare alla pari, superare o contraddire la parola di Dio.
[4] Vangelo secondo Marco, capitolo 15, versetti 22-24:
“[22] Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio,
[23] e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
[24] Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.”
Vangelo secondo Matteo, capitolo 27, versetti 33-36:
“[33] Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio,
[34] gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.
[35] Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte.
[36] E sedutisi, gli facevano la guardia.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 23, versetti 33-34:
“[33] Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.
[34] Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”.
Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 19, versetti 23-24:
“[23] I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.
[24] Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:
Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte.
E i soldati fecero proprio così.”
[5] Vangelo secondo Giovanni, capitolo 12, versetti 1-8:
“[1] Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
[2] Equi gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
[3] Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento.
[4] Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:
[5] “Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?“.
[6] Questo egli disse non perché gl’importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
[7] Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
[8] I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”.”
[6] Vangelo secondo Luca, capitolo 8, versetti 1-3:
“[1] In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.
[2] C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni,
[3] Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.”
[7] Vangelo secondo Matteo, capitolo 8, versetti 18-23:
“[18] Vedendo Gesù una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all’altra riva.
[19] Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: “Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai”.
[20] Gli rispose Gesù: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo“.
[21] E un altro dei discepoli gli disse: “Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre”.
[22] Ma Gesù gli rispose: “Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti”.
[23] Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 9, versetti 57-62:
“[57] Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: “Ti seguirò dovunque tu vada”.
[58] Gesù gli rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo“.
[59] A un altro disse: “Seguimi”. E costui rispose: “Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre”.
[60] Gesù replicò: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio”.
[61] Un altro disse: “Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa”.
[62] Ma Gesù gli rispose: “Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”.”
[8] L’ABITAZIONE DI GESÙ CRISTO
Vangelo secondo Matteo, capitolo 4, versetti 12-13:
“[12] Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea
[13] e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali,”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 1, versetti 35-39:
“[35] Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli
[36] e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”.
[37] E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
[38] Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”.
[39] Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.”
[9] GESÙ CRISTO PREDICATORE ITINERANTE
Vangelo secondo Marco, capitolo 1, versetto 45:
“[45] Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.”
Vangelo secondo Marco, capitolo 6, versetto 56:
“[56] E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.”
Vangelo secondo Marco, capitolo 11, versetti 15-21:
“[15] Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe
[16] e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio.
[17] Ed insegnava loro dicendo: “Non sta forse scritto:
La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le genti?
Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!”.
[18] L’udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento.
[19] Quando venne la sera uscirono dalla città.
[20] La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici.
[21] Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: “Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato”.”
Vangelo secondo Matteo, capitolo 9, versetti 1-2:
“[1] Salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città.
[2] Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.”
Vangelo secondo Matteo, capitolo 9, versetti 35-38:
“[35] Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.
[36] Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore.
[37] Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi!
[38] Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!”.”
Vangelo secondo Matteo, capitolo 11, versetti 20-24:
“[20] Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite:
[21] “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere.
[22] Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra.
[23] E tu, Cafarnao,
sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!
[24] Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!”.”
Vangelo secondo Matteo, capitolo 21, versetti 10-22:
“[10] Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: “Chi è costui?”.
[11] E la folla rispondeva: “Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea”.
[12] Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe
[13] e disse loro: “La Scrittura dice:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera
ma voi ne fate una spelonca di ladri”.
[14] Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì.
[15] Ma i sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i fanciulli che acclamavano nel tempio: “Osanna al figlio di Davide”, si sdegnarono
[16] e gli dissero: “Non senti quello che dicono?”. Gesù rispose loro: “Sì, non avete mai letto:
Dalla bocca dei bambini e dei lattanti
ti sei procurata una lode?”.
[17] E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.
[18] La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame.
[19] Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: “Non nasca mai più frutto da te”. E subito quel fico si seccò.
[20] Vedendo ciò i discepoli rimasero stupiti e dissero: “Come mai il fico si è seccato immediatamente?”.
[21] Rispose Gesù: “In verità vi dico: Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: Levati di lì e gettati nel mare, ciò avverrà.
[22] E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete”.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 4, versetti 16-44:
“[16] Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
[17] Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
[18] Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi,
[19] e predicare un anno di grazia del Signore.
[20] Poi arrotolò il volume, lo consegnò all’inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
[21] Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.
[22] Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?”.
[23] Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!”.
[24] Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria.
[25] Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;
[26] ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
[27] C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”.
[28] All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;
[29] si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
[30] Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
[31] Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente.
[32] Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
[33] Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte:
[34] “Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!”.
[35] Gesù gli intimò: “Taci, esci da costui!”. E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.
[36] Tutti furono presi da paura e si dicevano l’un l’altro: “Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?”.
[37] E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.
[38] Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
[39] Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all’istante, la donna cominciò a servirli.
[40] Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
[41] Da molti uscivano demòni gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
[42] Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
[43] Egli però disse: “Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato“.
[44] E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 7, versetti 11-17:
“[11] In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla.
[12] Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.
[13] Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”.
[14] E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”.
[15] Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
[16] Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”.
[17] La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 8, versetti 1-3:
“[1] In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.
[2] C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni,
[3] Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 9, versetti 10-11:
“[10] Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida.
[11] Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 10, versetti 1-2:
“[1] Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
[2] Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 13, versetto 22:
“[22] Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 19, versetti 1-3:
“[1] Entrato in Gerico, attraversava la città.
[2] Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
[3] cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 19, versetti 41-45:
“[41] Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:
[42] “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
[43] Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;
[44] abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.
[45] Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori,”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 4, versetti 1-6:
“[1] Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni
[2] – sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -,
[3] lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea.
[4] Doveva perciò attraversare la Samaria.
[5] Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:
[6] qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 10, versetti 39-42:
“[39] Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
[40] Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.
[41] Molti andarono da lui e dicevano: “Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero”.
[42] E in quel luogo molti credettero in lui.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 11, versetti 49-57:
“[49] Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno, disse loro: “Voi non capite nulla
[50] e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera”.
[51] Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione
[52] e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
[53] Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
[54] Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.
[55] Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.
[56] Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: “Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?”.
[57] Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo.”
[10] Il testo di questo articolo pubblicato il 2 giugno 2020 conteneva le parole: “In conclusione, la povertà non è un consiglio evangelico.”.
Il 29 settembre 2021 ho corretto questa frase nel modo seguente: “Poiché la normativa di qualsiasi tipo (canonica, disciplinare, liturgica, etc.) vigente nella Chiesa non può andare contro la rivelazione, tutte le affermazioni – di qualsiasi tipo e da chiunque rese: individuo o concilio – sulla povertà come consiglio evangelico non sono conformi alla Scrittura e, di conseguenza, vanno considerate come se non ci fossero (“tamquam non essent”).”.
La contrarietà di qualsiasi affermazione alla parola di Dio, infatti, non necessita di un atto di abrogazione, ma rende l’affermazione stessa inesistente.
Questo perché – lo ripeto ancora una volta – Dio non è un teologo particolarmente versato al quale possono contrapporsi le affermazioni di altri teologi ugualmente capaci.
Se la Bibbia afferma più volte e inequivocabilmente che Gesù Cristo non era povero e non gli mancava alcunché, che la ricchezza può anche abbondare ma non bisogna attaccarvi il cuore e infine che bisogna accumulare tesori davanti a Dio, qualsiasi tesi contraria non può soppiantare il dato inequivocabile della Scrittura.
Nessuna affermazione umana, infatti, può stare alla pari, superare o contraddire la parola di Dio.
[11] Libro dei salmi, salmo 62:
“[1] Al maestro del coro. Su “Iduthun”. Salmo. Di Davide.
[2] Solo in Dio riposa l’anima mia;
da lui la mia salvezza.
[3] Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
[4] Fino a quando vi scaglierete contro un uomo,
per abbatterlo tutti insieme,
come muro cadente,
come recinto che crolla?
[5] Tramano solo di precipitarlo dall’alto,
si compiacciono della menzogna.
Con la bocca benedicono,
e maledicono nel loro cuore.
[6] Solo in Dio riposa l’anima mia,
da lui la mia speranza.
[7] Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
[8] In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio.
[9] Confida sempre in lui, o popolo,
davanti a lui effondi il tuo cuore,
nostro rifugio è Dio.
[10] Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini,
insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio.
[11] Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina;
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore.
[12] Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
il potere appartiene a Dio,
tua, Signore, è la grazia;
[13] secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo.”
[12] LA PARABOLA DEL RICCO STOLTO
Vangelo secondo Luca, capitolo 12, versetti 16-21:
“[16] Disse poi una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
[17] Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
[18] E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
[19] Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
[20] Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
[21] Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio“.”
[13] GESÙ CRISTO COMPIMENTO DELLA LEGGE E DEI PROFETI
Vangelo secondo Matteo, capitolo 5, versetto 17:
“[17] Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.”
Vangelo secondo Matteo, capitolo 3, versetti 13-15:
“[13] In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.
[14] Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”.
[15] Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia“. Allora Giovanni acconsentì.”
Lettera ai romani, capitolo 3, versetti 27-31:
“[27] Dove sta dunque il vanto? Esso è stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede.
[28] Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge.
[29] Forse Dio è Dio soltanto dei Giudei? Non lo è anche dei pagani? Certo, anche dei pagani!
[30] Poiché non c’è che un solo Dio, il quale giustificherà per la fede i circoncisi, e per mezzo della fede anche i non circoncisi.
[31] Togliamo dunque ogni valore alla legge mediante la fede? Nient’affatto, anzi confermiamo la legge.”
[14] GESÙ CRISTO SERVO OBBEDIENTE
Lettera ai filippesi, capitolo 2, versetti 1-11:
“[1] Se c’è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c’è conforto derivante dalla carità, se c’è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione,
[2] rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti.
[3] Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso,
[4] senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.
[5] Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
[6] il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
[7] ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,
[8] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
[9] Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;
[10] perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra;
[11] e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.”
[15] L’OBBEDIENZA DI GESÙ CRISTO
Vangelo secondo Matteo, capitolo 26, versetti 36-46:
“[36] Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”.
[37] E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
[38] Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”.
[39] E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.
[40] Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?
[41] Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.
[42] E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà“.
[43] E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti.
[44] E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.
[45] Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: “Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori.
[46] Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina”.”
Vangelo secondo Luca, capitolo 21, versetti 39-46:
“[39] Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
[40] Giunto sul luogo, disse loro: “Pregate, per non entrare in tentazione”.
[41] Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava:
[42] “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà“.
[43] Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.
[44] In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.
[45] Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza.
[46] E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 4, versetti 31-34:
“[31] Intanto i discepoli lo pregavano: “Rabbì, mangia”.
[32] Ma egli rispose: “Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete”.
[33] E i discepoli si domandavano l’un l’altro: “Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?”.
[34] Gesù disse loro: “Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 5, versetto 19:
“[19] Gesù riprese a parlare e disse: “In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 5, versetti 30-32:
“[30] Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
[31] Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera;
[32] ma c’è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 5, versetti 36-38:
“[36] Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
[37] E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto,
[38] e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 6, versetti 37-40:
“[37] Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,
[38] perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
[39] E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno.
[40] Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 7, versetti 15-19:
“[15] I Giudei ne erano stupiti e dicevano: “Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?”.
[16] Gesù rispose: “La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato.
[17] Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso.
[18] Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato è veritiero, e in lui non c’è ingiustizia.
[19] Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?”.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 8, versetti 28-30:
“[28] Disse allora Gesù: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.
[29] Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite“.
[30] A queste sue parole, molti credettero in lui.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 8, versetti 54-55:
“[54] Rispose Gesù: “Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”,
[55] e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 10, versetti 17-18:
“[17] Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.
[18] Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio“.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 10, versetti 24-30:
“[24] Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”.
[25] Gesù rispose loro: “Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza;
[26] ma voi non credete, perché non siete mie pecore.
[27] Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
[28] Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.
[29] Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.
[30] Io e il Padre siamo una cosa sola“.
[31] I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
[32] Gesù rispose loro: “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?”.
[33] Gli risposero i Giudei: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”.
[34] Rispose loro Gesù: “Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei?
[35] Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),
[36] a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
[37] Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi;
[38] ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre“.
[39] Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 12, versetti 48-50:
“[48] Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell’ultimo giorno.
[49] Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.
[50] E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me“.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 14, versetti 9-11:
“[9] Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?
[10] Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.
[11] Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 14, versetti 22-24:
“[22] Gli disse Giuda, non l’Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”.
[23] Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
[24] Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 14, versetti 28-31:
“[28] Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.
[29] Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.
[30] Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me,
[31] ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui”.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 15, versetti 9-11:
“[9] Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
[10] Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
[11] Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 15, versetto 15:
“[15] Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.”
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 18, versetti 10-11:
“[10] Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
[11] Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”.”
Lettera ai romani, capitolo 5, versetti 17-19:
“[17] Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
[18] Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.
[19] Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.”
Lettera agli ebrei, capitolo 5, versetti 5-10:
“[5] Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse:
Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.
[6] Come in un altro passo dice:
Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek.
[7] Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà;
[8] pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì
[9] e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono,
[10] essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek.”
[16] Lettera ai filippesi, capitolo 2, versetti 5-8:
“[5] Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
[6] il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
[7] ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,
[8] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.”
Lettera agli ebrei, capitolo 10, versetti 5-10:
“[5] Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
[6] Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
[7] Allora ho detto: Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà.
[8] Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge,
[9] soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo.
[10] Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.”
[17] Vangelo secondo Matteo, capitolo 11, versetti 28-30:
“[28] Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
[29] Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
[30] Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero“.”
Prima lettera di Giovanni, capitolo 5, versetto 3:
“[3] perché in questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.”
[18] Codice di diritto canonico,
canone 211:
“Can. 211 – Tutti i fedeli hanno il dovere e il diritto di impegnarsi perché l’annuncio divino della salvezza si diffonda sempre più fra gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo.”
[19] Codice dei canoni delle chiese orientali,
canone 14:
“Can. 14 – Omnes christifideles ius et obligationem habent allaborandi, ut divinum salutis nuntium ad omnes homines omnium temporum ac totius orbis magis magisque perveniat.”
Canone 14 in italiano:
“Can. 14 – Tutti i fedeli cristiani hanno il diritto e il dovere di impegnarsi perché il messaggio divino della salvezza giunga sempre più a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutto il mondo.”
[20] Fil 2, 8
Mt 26, 39.42.44
Lc 21, 42
Gv 4, 34; 5, 19.30.36; 6.38; 7, 16; 8, 28-29.55; 10, 18b.25b.30.32.37-38; 12, 49-50; 14, 10-11.24.31; 15, 10; 18, 11
Rm 5, 19
Eb 5, 8; 10, 5.7.9a
[21] Fil 2, 5-8
[22] Mt 11, 30
[23] Sal 62, 11b
[24] Lc 12, 21
Le note sono state verificate alla data di pubblicazione di questo articolo sul sito www.giorgiocannella.com