Ipotesi sulla fusione di due buchi neri

INTRODUZIONE

Questo articolo contiene delle ipotesi sulla fusione di due buchi neri.

Le ipotesi possono essere formulate da chiunque.[1]

Come è noto, il metodo sperimentale si articola in tre fasi diverse: ipotesi, esperimento, tesi.

Per questa ragione, tutte le ipotesi – comprese quelle esposte in questo articolo – sono destinate a rimanere tali fino a quando la ricerca scientifica non giunge a confermarle o a smentirle.

 

SVOLGIMENTO

Ipotizzo che la fusione di due buchi neri di massa medio-piccola avvenga nel modo seguente.

 

1)

Prima che i due buchi neri entrino in contatto, interagiscono solo i loro campi gravitazionali.

Il campo gravitazionale è la deformazione del tessuto dello spazio e del tempo prodotta dalla interazione elettro-magnetica tra quark up.

Nel dettaglio, all’interno di un protone vi sono due quark up e un gluone.

Uno dei due quark up stabilisce un’interazione elettro-magnetica con un quark up di un altro protone.

Il secondo quark up non stabilisce la relazione elettro-magnetica per evitare che il protone si disgreghi.

 

In questa fase, il gluone tiene assieme i due quark up e si comporta come un punto di transito dell’attrazione elettro-magnetica tra i due quark up all’interno del protone: quello elettro-magneticamente attivo e quello quiescente.

 

La forza di gravità di un buco nero medio-piccolo fa sì che la distanza media tra il nucleo di un atomo e le orbite dei suoi elettroni è di circa 1/3 più corta di quella che si ha quando lo stesso atomo è soggetto alla forza di gravità sulla superficie della Terra (1G).

Chiamo “m” la distanza media tra il nucleo di un atomo e le orbite dei suoi elettroni in condizioni di 1G.

Di conseguenza, l’attrazione elettro-magnetica che passa per un gluone all’interno di un protone in un buco nero medio-piccolo è +/-1/3 m, ovvero l’attrazione elettro-magnetica necessaria a fare in modo che la forza di gravità del buco nero accorci la distanza “m” di 1/3 rispetto a quella che si avrebbe in condizioni di 1G.

Preciso che “+/-“ qui non significa “all’incirca”, ma indica il valore elettrico del campo.

 

2)

Nel momento in cui i due buchi neri entrano in contatto, si forma un unico campo “gluonico” che congrega la materia dei due buchi neri in un solo buco nero, mentre i versi dei vettori dei loro campi gravitazionali da convergenti che erano diventano divergenti.

 

Con l’espressione campo “gluonico” indico il campo toroidale dato dal prodotto della massa complessiva dei due buchi neri moltiplicata per l’accelerazione che la fusione delle loro masse imprime ai loro moti di rotazione su se stessi.

 

Il campo “gluonico” ora descritto ha un valore pari a +1t dove “t” è l’abbreviazione della parola “toroidale” e “+” indica il valore elettrico del campo.

 

3)

Avvenuta la fusione dei due buchi neri medio-piccoli in un buco nero medio-grande, il campo “gluonico” esplode e produce un’onda che si propaga attraverso il tessuto dello spazio e del tempo circostante, mentre la materia del buco nero risultante dalla fusione è tenuta assieme dell’attrazione elettro-magnetica tra quark up come descritta nel punto 1) che precede.

 

In questa fase, il gluone all’interno del protone torna a comportarsi come descritto nel punto 1 che precede.

 

 

L’IMPORTANZA DEL GLUONE

 

Per comprendere meglio l’importanza del gluone nella vicenda ora descritta, vediamo il suo comportamento quando, nel vuoto, viene investito da un campo con la seguente formula:

fe = sopra la linea di frazione (2r . r quadro) sotto la linea di frazione (t quadro)

 

In questo caso, il gluone manifesta un accrescimento del suo campo elettro-magnetico sotto forma di emissione di un bagliore che poco dopo deflagra.

Il gluone raggiunge uno stato stabile di carica elettro-magnetica superiore a quello di partenza.

 

Se l’emissione del campo poc’anzi descritto cessa, il gluone rilascia il surplus di carica elettro-magnetica sotto forma di bagliore che poco dopo deflagra.

Il gluone ora raggiunge uno stato stabile di carica elettro-magnetica molto vicino a quello di partenza.

 

Al contrario, se un gluone, nel vuoto, viene investito da un campo con la seguente formula:

f-e= sopra la linea di frazione (t quadro) sotto la linea di frazione (2r – r quadro)

il gluone deflagra.[2]

 

CONCLUSIONE

Se uno o più degli esperimenti che verranno effettuati confermeranno la validità delle ipotesi che ho formulato in questo articolo, sarò felice di avere dato un contributo al progresso della conoscenza.

In caso contrario, sono comunque felice di avere dato il mio contributo alla riflessione e alla ricerca nel campo della fisica delle particelle subatomiche.

 

Vi ringrazio per il vostro tempo e per la vostra attenzione.

 

NOTE A PIE’ DI PAGINA

[1] Io svolgo la professione di avvocato e il mio interesse per gli argomenti trattati in questo articolo è puramente personale.

[2] Per comprendere meglio l’importanza del gluone nel processo descritto in questo articolo, offro qui di seguito le equazioni del comportamento del gluone in contesti diversi.

Nel buco nero:

  • a = 2/3 . sopra la linea di frazione (l quadro . t – s) sotto la linea di frazione (r)

Nel nucleo esterno della Terra:

  • s = – 1/3 – sopra la linea di frazione (2t – s) sotto la linea di frazione (r)

Nel nucleo interno della Terra:

  • s = + 2/3 . sopra la linea di frazione (t quadro + r/l) sotto la linea di frazione (s quadro)

Nel mantello del Sole:

  • r = ½ – 2t . sopra la linea di frazione (r quadro) sotto la linea di frazione (s)

Nel nucleo interno del Sole:

  • a – s quadro = sopra la linea di frazione (2) sotto la linea di frazione (t . s quadro / r)

Nel nucleo esterno del Sole:

  • a + r = [2 . t/s] . ½ r

 

https://orcid.org/0000-0002-9912-6273

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